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Justin's POV

Sospirai mettendomi a letto. Da un paio d'ore avevo finito di lavorare; stare davanti al computer per tanto tempo non fa bene. Gli occhi mi bruciavano e mi faceva male la testa.

Pensai subito a _____.

Cosa starà facendo? Il perdonare e ritornare con me non era tra le sue opzioni ed io ne ero perfettamente consapevole.

Quello che eravamo era finito. Era passato. Morto. Da orami molto tempo. Ed è stata colpa mia. A causa delle mie stupidaggini, per tutto. _____ è stata una delle migliori mogli che un uomo possa desiderare.

E Jason. Cancellai la lacrima che mi stava cadendo sulla guancia e dopo misi la mano sotto il cuscino e cercai qualcosa che tenevo sempre lì: una fotografia di _____ e mio figlio.

Entrai nella stanza che l'infermiera mi aveva indicato. Stanza numero 194.

Aprì lentamente la porta e dondolai il lettino dove il mio piccolo campione si trovava avvolto in delle fasce azzurre. _____ stava dormendo nel suo letto accanto a Jason, a pancia in su e con le mani sopra l'addome.

Dopo il parto si era completamente addormentata a causa della stanchezza.

Presi Jason nelle mie braccia ed iniziai a coccolarlo. Il completino ed i piccoli guanti mi facevano venir voglia di mangiarlo vivo. Non avevo mai provato tanto amore.

I suoi grandi occhi mi osservavano, cercando di capire chi ero.

«Justin»

Un sussurro debole attirò la mia attenzione. Mi girai e vidi ____ sorridere debolmente.

«Jason dì 'ciao' a mami» parlai dolcemente mentre avevo le lacrime agli occhi.

_____ estese le sue braccia e le diedi Jason. «Ciao amore della mamma» sussurrò mentre iniziò a giocare con le sue manine.

Mi allontanai da loro e presi il cellulare, catturando la bellezza di quel momento con una fotografia. Non potevo essere più felice di così. Quella immagine, le emozioni che ho provato rimarranno nei miei pensieri per sempre.

Baciai la foto macchiandola con le mie lacrime. La portavo sempre con me; era una specie di portafortuna. Misi la mano sul petto per sentire il battito del mio cuore. «Grazie Dio» sussurrai tra me e me. «Grazie per le benedizioni che ho ricevuto ma che io non ho mai saputo apprezzare»

_____'s POV

Jaime mi guardò negli occhi, triste. Io semplicemente abbassai lo sguardo per paura di una sua reazione. Non ce la facevo.

«È solo una pausa vero?» parlai fissando il pavimento. Lo sentii sospirare. Alzai lo sguardo e lo vidi passarsi una mano tra i capelli.

«Sì, suppongo di sì. Ci serve del tempo per riflettere»

Mi morsi il labbro inferiore cercando di non piangere, ma fu impossibile. «Mi dispiace» mi tappai la bocca con le mani, in lacrime.

Jamie sorrise debolmente e mi prese il viso tra le mani, baciandomi la fronte. «Ci vediamo presto piccola» sussurrò con voce rotta, per poi andarsene.

Aspettai fino a quando non vidi più la sua Audi R8. Chiusi la porta alle mie spalle e mi poggiai su di essa, piangendo per ore.

Brenda's POV

«Peter sei cosciente di che ore sono?» domandai di malumore guardando il mio orologio che segnava l'una della mattina.

«Stai zitta, idiota. Ti ho solo chiamata per dirti di stare tranquilla per l'udienza di domani»

Alzai un sopracciglio. «Come vuoi che stia tranquilla se mi hanno accusata di maltrattamento?»

Il mio avvocato rise sarcasticamente dall'altro capo della linea. «Non ti preoccupare»

Poco dopo chiuse la chiamata. Aggrottai la fronte guardando lo schermo del mio cellulare, non capendo a cosa si stesse riferendo.

No one's POV

Tutti e quattro sospirarono poco prima di addormentarsi completamente, ignorando che la vita possa sorriderti o darti una pugnalata.

E il mattino dopo ti svegli ed è come se non fosse successo nulla. Stai bene.

Jason gemette quando due braccia calde interruppero il suo sogno.

«Tranquillo, piccolino. Tu sarai l'unico a stare bene»

il divorzio dei bieber ➳ jbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora