capitolo 32: Ritorno a casa

9 3 1
                                    


Eccomi qua. Londra.
Non so quanto mi sia mancata, sono passati mesi dall'ultima volta che l'ho vista.
È sempre bellissima, anche di più di come la ricordavo.
Prendo un taxi, altrimenti mi perderei.
Già, sono sempre la solita sbadata.
Non vado subito a casa, voglio andare All'Hyde Park.

Faccio una lunga passeggiata. 
A presso ho la valigia e alcune persone mi guardano male, ma non importa.
Non hanno mai visto una persona con delle valigie? Ma che cazzo, dai.

Mi siedo in quella panchina...
La stessa panchina dove per la prima volta avevo conosciuto lui...
Tutti i ricordi piano piano riaffiorano, tutti i sentimenti, tutte le sensazioni.
Non sono triste.
Anzi, sono felice perché finalmente credo di averlo superato.
Finalmente posso ricordare tutto con un grande sorriso.
Scatto un paio di foto, con la macchina fotografica che mi spedirono i miei genitori per il mio compleanno, per ricordarmi le bellezze di questo parco.

Ritorno a casa a piedi, voglio vedere e ricordare tutto quello che ho passato qua.

Eccola, la mia casa.
Piano mi dirigo verso la porta, quando una macchina si ferma proprio dietro di me e degli occhi azzurri mi colpiscono.
Parcheggia la macchina e io resto in mobile.
Mi cade la valigia dalle mani.

''Cloe...'' sussurra.
Non mi muovo, non faccio niente.
Sembra che tutto sia come prima, io che torno a casa e che lui passa per salutarmi. Non è possibile!

''Da quando sei qua?' Mi chiede.
Poi all'improvviso si blocca anche lui.
''Cloe... sei pallida, stai bene?'' Dice.

Ehi, c'è qualcuno in casa?
CLOE VUOI RESTARE LÌ COME SE FOSSI UNA STATUA OPPURE TI MUOVI?!
Cosa.. Cosa.. COSA...
CHE CAZZO CI FA LUI QUA?!
Be, sai, sei a Londra, lui passava da queste parti e ti ha vista.
PORCA MERDA.
TI MUOVI A DARGLI UNA RISPOSTA?

''Ehi'' dico.
Dio, che imbarazzo!
Certe volte mi chiedo perché devo essere la tua coscienza e non quella di un criceto.
Cosa c'entra un criceto, adesso?
È PIÙ INTELLIGENTE DI TE
Fottiti.

Sto parlando di nuovo con la mia coscienza.
Peggio di Homer Simpson.

Vedo Richard perplesso.
''Ehm... stai bene?''
''Sì, sì'' mi affretto a dire
''solo un po' stanca, tutto qua. Ora vado dentro a salutare i miei''
Prendo velocemente le mie cose, lo saluto con un accenno del viso e poi vado velocemente alla porta, quando poi sento:
''Cloe, non puoi scappare da me per sempre. Prima o poi dovremo parlare''

Entro in casa, chiudo la porta quasi sbattendola e ancora con il fiatone e il cuore a mille butto per terra tutto, di nuovo.

Ti piace molto sbattere le cose per terra? Vuoi romperla per caso?
Sta Zitta!

''ODDIO. ODDIO. MA COSA... TU SEI... COSA CI FAI QUA?''
Mia madre inizia ad urlare e io corro ad abbracciarla urlando.
''SORPRESA!'' Urlo.
L'occhio mi cade su una vecchia foto di me e Alys.
Che carina che era.
Mi manca tantissimo... Vorrei che fosse qua, ma cerco di stare meglio pensando al fatto che adesso la mia sorellina sia in un posto migliore.

''Quando sei arrivata? Cosa ci fai qua? Perché non ci hai avvisati?''
Continua con le domande che io non ascolto più quando mio padre sbuca dalla cucina:
''Cos'hai da urlare?!'' Dice.
Si ferma un attimo, cercando di capire se quello che vede non sia un miraggio.
''Cloe?'' 
''Sì, sono io'' dico andando verso di lui per salutarlo.

Al contrario di mamma, lo saluto con due baci nella guancia.
Forse per timidezza, oppure perché non siamo andati d'accordo quasi mai, ma comunque sia non lo abbraccio.
A me va bene così, sono felice lo stesso. 

''Quando sei arrivata?'' Chiede ancora un po' perplesso.
''Qualche ora fa. Non vi ho detto niente per farvi una sorpresa e poi ho girato un po' per la città''
''E Nate?'' Chiede mamma
''Nate è a lavoro. Quando avremmo abbastanza soldi per tutti e due, verrà anche lui con me, qua a Londra''

Restiamo a parlare per un po' finquando, fatta ormai sera, decido di andare a trovare le mie amiche.
Si di sera, amo vedere Londra soprattutto di notte, è tutta illuminata e non c'è spettacolo più bello.

Suono alla porta di Marie quando sento delle altre voci.
''Ma chi cazzo è a quest'ora?"
''Puoi parlare più educatamente?''
''Dai, ragazze, non litigate''
Mi scappa una risata e capisco subito chi può esserci a casa di Marie.
Quest'ultima apre la porta e neanche il tempo di dire ciao che mi salta addosso

''CLOE! CLOE! CLOE! SEI TU!''
Continua a urlare il mio nome nonostante avesse la bocca vicino al mio orecchio.
''SÌ, MARIE, SONO IO. TI PREGO NON URLARE NON VOGLIO DIVENTARE SORDA'' dico anche io urlando.
Si stacca da me, mi guarda meglio e mi riabbraccia
''Mi sei mancata tanto. Davvero tanto. Ci siamo viste qualche mese fa, ma non è lo stesso, passare dal vederti ogni giorno a vederti quasi mai''
Piange nella mia maglietta.
Sorrido e dico:
''Sì, però, ora non bagnarmi la maglietta altrimenti penseranno che una mucca mi abbia sbavato addosso"
Marie sorride, ma prima di entrare in casa dice in un sussurro;
''Sei sempre la solita stronza''
Sorrido e le faccio l'occhiolino. 

''Certo che potevate almeno alzarvi per vedere chi fosse alla porta''
dico seria.
Appena le gemelle si girano a guardarmi scoppio a ridere.
Sono tremendamente uguali ma con caratteri diversi.
In questo caso Alex scoppia a piangere venendomi addosso, invece Cris mi guarda con una faccia schifata dicendo:
''Da quando sei tornata a cagare il cazzo?''
''Da quando qualcuno non si fa i cazzi suoi'' rispondo
Alex si asciuga le lacrime e io vado verso Cris.
''Dai su non fare la stronza, lo so che ti sono mancata'' dico
''Questo non puoi dirlo" dice.
Ci sfidiamo con lo sguardo, poi scoppiamo a ridere e ci abbracciamo.
''Stronza'' dico
''Lo so'' risponde.

Passiamo la sera a raccontarci tutto.
Decidiamo di fare un pigiama party e visto che non ho il pigiama Marie me ne presta uno.
''Puoi avere almeno dei pigiami normali?'' Le chiedo
''Perché? Cos'ha il pigiama di Stitch che non va? Tu hai un pigiama ricoperto solo da unicorni''
''In mia difesa e del mio pigiama, vorrei dire che è più bello il mio''

Alla fine ci troviamo tutte nel divano.
Con quasi tutti i pop-corn per terra e le copertine messe chissà come.
Non guardiamo neanche il film che abbiamo scelto, decidiamo di fare un po' di casino per poi addormentarci tutte l'una sopra l'altra.

Io con la testa appoggiata alla pancia di Marie, Alex con la testa nella mia schiena e Cris appoggiata al bracciolo del divano con le gambe sopra di Alex.

Siamo quattro disastri, ma siamo amiche.
Anzi migliori amiche.
Senza di loro non so come farei.
Siamo un gruppo, una squadra.
Siamo una cosa sola e anche se abbiamo dei caratteri diversi, andiamo perfettamente d'accordo.
Mi fido di loro e voglio davvero bene a tutte.

----------
Scusate il ritardo.
Prima di tutto, Auguri a tutti per questo anno nuovo.
Siamo già nel 2017 e io continuo con  Mai una gioia.
E come seconda cosa, come scrivo in ogni capitolo, ringrazio a tutte le persone che leggono la mia storia.
Grazie davvero!!
Al prossimo capitolo 😘😘



Un Casino Di Ragazza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora