Jungkook pov's
Senza badare a tutto il caos che sto producendo, vado da Jennie, la carico a modo "sacco di patate" e la tiro su sulla mia spalla. Lei, pensando che io stia scherzando, si mette a ridere e nonostante tutto, mi spunta un sorriso sulle labbra.
Dentro di me, sento il mio cuore provocarmi una grande fitta, se lei dovesse andarsene, non so come potrei andare avanti. Appena arriviamo nella nostra stanza, la appoggio piano sul suo letto e la guardo.
io:"ehm, prepara le valigie con tutta la roba che ti occorre, poi passeremo anche a casa e prenderemo il resto"
Jennie:"cosa stai dicendo?"
io:"dobbiamo scappare di qui, il prima possibile"
jennie:"sei impazzito per caso?" si avvicina e mi tocca la fronte, come quando si è malati.
io:"no, non sto scherzando. Una tua zia ha contattato mio padre e vuole prendere la tua custodia e io questo non lo permetterò mai"
jennie:"stai scherzando?" dice sorridendo, ma intanto i suoi occhi cominciano a lacrimare. Le vado incontro e le lascio un bacio sulla guancia, asciugandole la lacrima e poi stringere il suo capo sul mio petto.
Jungkook:"nulla non ci potrà mai dividere, stai tranquilla" continuo ad accarezzarla e sento che si calma.
Jennie:" come faremo?"
Jungkook:" per ora ci faremo ospitare da Jimin, ma poi più avanti dovremo scappare da Seoul"
Jennie:"e la scuola?"
jungkook:"fidati di me. Ora forza, abbiamo una valigia da sistemare"
Le prendo la mano e cominciamo entrambi a fare la valigia. Prima la mia e o poi la sua.
Jennie's pov
io:"scusa, vado in bagno un attimo" dico così e esco dalla camera, dirigendomi verso il balcone per riflettere se quello che stiamo per fare è la cosa più giusta. Non sono tanto preoccupata per me, perché io me la caverò in un modo o nell'altro, ma Jungkook deve restare qui, lui ha tutto, i genitori, un lavoro sicuro e per quanto riguarda me, beh, nonostante io lo ami più di quanto possiate immaginare, devo riuscire a lasciarlo andare.
Faccio qualche altra riflessione e poi mi deciso a tornare da Jungkook e dirgli tutto.
Appena apro la porta, lo trovo con in mano un paio di pigiama a forma di orsacchiotto e sorrido, mi avvicino a lui e con un mano abbasso le sue braccia intente a fare del meglio per piegare i vestiti che tenevano.
io:"Noi non andremo da nessuna parte"
jungkook:"cosa?"
io:" Jungkook, tu non sei obbligato a fare certe cose per me"
jungkook:"infatti, non sono obbligato, lo voglio fare, l'ho deciso io"
io:"ma io non voglio che tu lo faccia"
jungkook:"spiegami il perché?" comincio a piangere e lui a ruota mi segue.
io:"Non voglio che tu ti debba rovinare il futuro per colpa mia" gli accarezzo una guancia per asciugargli le lacrime
jungkook:"ma saremo a tanti kilometri di distanza e io non riesco a respirare senza di te, nemmeno se ti ho a due metri di distanza"
io:"esistono le chiamate e tutti i social del mondo per riuscirci a vedere, e magari potresti venirmi anche a trovare qualche volta" finisco di parlare e lo abbraccio.
... il giorno dopo...
Dopo aver salutato Jungkook con 100000 baci, mi avvio verso l'aereo che come destinazione a Miami. Non so da dove sia uscita questa zia, so solo che mi ha allontanata dal mio primo amore.
pov esterno
La piccola e indifesa Jennie appena arrivata in America si sente un pesce fuor d'acqua, ma dopo nemmeno un anno comincia a parlare perfettamente l'inglese, quasi quasi dimenticando la sua madre lingua. Nella scuola in america è riuscita a farsi una nuova vita e cominciare da zero, infatti qui ha molti amici ed è anche entrata a far parte di un gruppo di ballo che si esibisce per le strade a Miami, una cosa che sicuramente a Seoul non avrebbe mai fatto. La zia si rivelò subito una buona e umile donna che badava ai suoi figli e che subito ha accolto Jennie molto bene. La povera donna, non era per niente ciò che Jennie aveva immaginato, una strega a cui importavano solo i soldi che suo fratello aveva lasciato alla figlia dopo essere morto,solo che data la grande lontananza era riuscita a sapere dell'incidente troppo tardi per partecipare al funerale.
Di Jungkook non ci fu più neppure l'ombra, anche se ogni tanto la ragazza cercava delle informazioni su di lui , era tutto passato, loro due si erano dimenticati.
Quando arrivò ormai il giorno decisivo per Jennie, lei come tutte le mattine era in ritardo. Fra qualche ora sarebbe entrata nell'università dei sogni. Dopo essersi lavata e vestita a tempo record uscì di casa, una piccola villetta nel centro di Miami e fischiò per prendere un taxi che la portasse all'università nel minore tempo possibile. Nessun tassista sembrava dargli retta, finchè non vide una piccola macchina con la scritta "taxi" sulla portiera, parcheggiata proprio vicino al marciapiede in cui lei era. Senza farsi tanti problemi entrò e urlò al tassista la via in cui l'avrebbe dovuta portare. Ad un certo punto sente qualcuno tossire al suo fianco e si spaventa. Si volta e vede un uomo, vestito in giacca e cravatta con degli occhiali da sole che coprivano gli occhi, dei capelli veramente curati e lo stesso valeva per la pelle.
x:"mi scusi, non so se ne era accorta, ma questo taxi non è libero" disse l'uomo che continuava a guardare fuori dal finestrino. Lentamente porta una mano al viso e scopre gli occhi dagli occhiali.
jennie:"JUNGKOOK?"
THE END
Spero vi sia piaciuta questa storia, comincerò a revisionarla fra un po'.
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N.O. ||JUNGKOOKxJENNIE
Fanfictioncosa succederà quando a Jennie, una semplice ragazza nata nella periferia di Seoul, moriranno i genitori? Lei verrà ospitata dal capo del lavoro di suo papà, un uomo ricco e sposato, e fin qua nulla va storto, tranne quando ci si mette Jungkook, l'...