CAPITOLO 35

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POV TOM

Oggi Gaia sarebbe dovuta andare da Alessia, e non mi fidavo a lasciarla andare da sola

"Dai, non ci vuole poi così tanto ad arrivare, starò attenta, tu devi stare solo tranquillo"

"Ok, ma qualsiasi cosa succeda chiamami"

Annuì e uscì dalla porta.

POV GAIA

Ero uscita di casa e avevo già passato due isolati, mancava solo una via ed ero arrivata a casa di Alessia.

Ero arrivata ad un bivio con un semaforo e vedendo che era verde attraversai. Dopo due passi, una macchina mi venne addosso e caddi sull'asfalto.

Riuscii a vedere la macchina che se ne andava e sentii un suono opaco che assomigliava molto alla mia suoneria. Ma non feci in tempo a prenderlo, ero svenuta.

POV ALESSIA

Perché cazzo non risponde? Riuscivo solo a pensare a questo mentre scendevo le scale per uscire e cercare di raggiungerla.

L'avevo chiamata almeno dieci volte e non ricevetti mai la risposta. Uscii di casa, attraversai e subito dopo una bruttissima scena mi si presentò davanti.

Gaia per terra, con del sangue che usciva dalla testa e il cellulare vicino a lei quasi completamente rotto. Corsi subito verso di lei, non dava nessun segno di vita.

Chiamai prima Justin per aiutarmi a portarla all'ospedale e una volta arrivato cariccammo Gaia nei sedili posteriori e partimmo. Durante il tragitto chiamai Tom

"Tom, sono Alessia, devi venire subito all'ospedale... Gaia è stata investita -dicevo tra le lacrime- vieni subito, ti prego"

"A-arrivo subito!" rispose lui

POV TOM

Arrivato all'ospedale chiesi subito di lei e un'infermiera mi accompagnò nella sua stanza.

Non riuscivo a vederla così, aveva dei tubi infilati nelle braccia, una larga fascia sulla testa e dei tagli sul viso. Alessia era lì fuori che piangeva abbracciata a Justin.

Mi avvicinai a loro e gli chiesi cosa era successo.

"Non lo so, la continuavo a chiamare, ma lei non rispondeva. Decisi di uscire per cercare di raggiungerla, magari era successo qualcosa e infatti dopo aver attraversato l'ho vista lì, a terra priva di sensi e con la testa che le sanguinava. Vicino a lei c'era il telefono, che era quasi del tutto spaccato e in giro non c'era nessuno."

Continuava a piangere e mi resi conto che anch'io piangevo e nella mia testa iniziai a pensare e mi venne in mente lui.

Ce l'aveva con me, perché lei aveva scelto me e non lui e mi ripasso' per la testa quella frase "se non può essere mia, non sarà di nessuno!"

Mi alzai dalla sedia e la guardai prima di uscire fuori a chiamare quel bastardo

"Pronto?"

"Figlio di puttana, sei stato tu non è così?!"

"Oh, ciao anche a te Tom, si, probabilmente sono stato io se stiamo pensando alla stessa cosa..."

"Ma come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere! Poteva morire!" Ero disperato, le lascrime non smettevano di scendere.

"Effettivamente non era quello che volevo fare, ma non ho avuto altra scelta... ho delle cose da dirti però non voglio dirtele al telefono quindi vieni a casa mia"

E detto questo chiuse la chiamata. Rientrai, avvertii Alessia e Justin che sarei tornato dopo e che mi aggiornassero se fosse successo qualcosa. Stavo per andarmene quando una dottoressa si avvicinò a noi e disse

"La ragazza è entrata in coma, mi dispiace"

E lì il mondo mi cadde addosso, non poteva essere vero. Con le lacrime che ancora scendevano mi incamminai verso casa di Daniel.

La mia nuova stupenda avventura  || Tom Felton ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora