Non andare!

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-1 ANNO DOPO-
KUCHEL'S POV
Passò un'altro anno più veloce che mai e da pochi giorni avevo compiuto i 6 anni. Ero cresciuta, anche se di poco. I capelli arrivavano fin sulle spalle. Papino invece a dicembre aveva compiuto 41 anni, stava diventando vecchio. Ero a cavallo con la zietta Sasha quando papà venne a prendermi perché dovevamo tornare a casa ma fummo fermati da Armin "Mi raccomando non nasconderlo e diglielo" disse ma papà non rispose lo guardò solamente negli occhi e poi se andò mano nella mano con me. Quando rientrammo a casa mi misi il pigiama e poi lo raggiunsi in camera sua. Bussai alla sua porta "Papino posso entrare?" Chiesi e lui rispose con un debole e flebile "Sì" dovuto alla sua concentrazione nella lettura. Entrai nella stanza e mi infilai nelle coperte "Papino di cosa parlava Armin questo pomeriggio? Cosa non dovresti nascondere? E a chi?" Domandai interessata da quell'oggetto pieno di parole. "Dovresti essere meno ficcanaso" rispose chiudendo il suo libro che leggeva sempre, ogni sera,ogni anno. "Comunque parlava della spedizione improvvisa che si svolgerà domani e mi ha consigliato di non tenertelo nascosto" continuò scompigliandomi i capelli "Spedizione?! Quella dove si esce dalle mura e si incontra quegli esseri giganti di cui voi parlate sempre che mangiano le persone?!" Chiesi mentre lo scavalcavo fino a far avvicinare i nostri visi in una distanza quasi invisibile. "Non avvicinarti così pidocchio!" Disse mio padre spingendomi sul letto. Per fortuna non superai il materasso ma ci mancava poco. "Papà mi prometti che-" stavo per chiedere ma venni fermata da papà "Vuoi che ti leggo una favola prima di andare a dormire?" Mi domandò e per me non c'era nemmeno bisogno di una risposta dal sorriso che si presentò sul mio volto. "Vedi il cassettone là? Dentro c'è un cofanetto, prendi il libricino che trovi all'interno" disse indicandomi il posto dove dovevo cercare. Mi avvicinai al cassettone e anche se con fatica riuscii ad aprirlo e a prendere il cofanetto. Lo posai sul letto e lo aprii. Non c'era solo il libricino ma anche un fermaglio per capelli argentato con sopra una rosa. "Papino che bello questo fermaglio! Come mai si trova qui?" Chiesi afferrando l'oggetto per mostrarlo al mio papà che spalancò gli occhi alla sua vista. Abbassò la testa e si mise una mano tra i capelli "Questo era il fermaglio di tuo madre regalatogli dal sottoscritto" rispose per poi strapparmi il fermaglio da mano per metterlo tra i miei capelli. "Tienilo tu di sicuro a tua madre farà piacere, ma non lo perdere!" Mi disse alzando finalmente lo sguardo e prendendo il libricino dal cofanetto. I suoi occhi erano lucidi, si vedeva benissimo che aveva trattenuto le lacrime. Io rimasi immobile a sguardo basso e toccando l'oggetto argentato sulla mia testa. "Vieni o no?" Mi disse io lo raggiunsi stendendomi di fianco a lui. "C'era una volta una fatina che viveva nel mondo delle fate. Questa fatina un giorno , mentre svolazzava nel cielo, si scontrò con un'altra fata che la fece precipitare nel mondo degli umani. Questa fatina non sapeva che fare quando incontrò un umano disposto ad aiutarla- Eh? Ma si è già addormentata!"
LEVI'S POV
"Mi dispiace pidocchio ma non volevo doverti promettere una cosa che non sono sicuro di riuscire a mantenere"
KUCHEL'S POV
Mi risvegliai nel letto di mio padre senza lui. Dopo un lungo sbadiglio mi alzai e mi diressi verso la cucina. Era lì che stava mettendo un sacco di miei vestiti in una borsa. "Papino che fai?" Chiesi strofinandomi gli occhi. "Andrai a dormire a casa di Martina durante la spedizione. Mi raccomando fai la brava!" Disse chiudendo la borsa. "Vai a vestirti altrimenti farò tardi!" Mi gridò e io feci come mi era stato detto. Misi un vestito blu lungo a maniche corte e il fermaglio della mamma. Tornai in cucina dove papino mi aspettava impaziente. Andammo a casa di Martina "Mi raccomando fai la brava! Comportati bene e non essere maleducata!" Disse papino, io sbuffai perché me l'aveva detto altre cento volte durante il tragitto. Quando finalmente se ne stava andando e io stavo entrando in casa mi venne l'ansia. Mi bloccai e il mio cuore batteva a mille. "Papà!" Dissi per attirare la sua attenzione. Lui si girò verso di me e io gli afferrai la mano. "Non andare! Non lasciarmi anche tu ti supplico!" Urlai in lacrime. La gente che passava per di lì si fermò ad osservarci. Papà non rispose si limitò a sorridermi e ad accarezzarmi i capelli. "Entriamo dentro" disse Martina trascinandomi all'interno dell'abitazione. Quel giorno non mangiai molto per paura e nemmeno quella notte sono riuscita a dormire. Passarono tre giorni e il corpo di ricerca non era ancora tornato. Ero seduta sui gradini insieme a Martina a mangiare il pane quando sentii due donne che parlavano. "Quella con i capelli ramati è la figlia del cap.Levi" disse una delle due donne "Lo so! Ho sentito che il corpo di ricerca sta tornando con un sacco di deceduti e tra questi il capitano!" Commentò l'altra donna "Oh povera bambina!" Rispose l'altra. Io feci cadere il pane per terra quando il lontananza si riuscì a vedere il portone che si aprì. Senza pensarci due volte gli corsi incontro e mentre passavo tra la gente sentivo sempre di questa fantomatica morte di mio padre. Ero piccolina e gli uomini mi gettavano indietro finché vidi un uomo basso dai capelli neri che camminava, allora non mi feci scrupoli e scaraventai tutti fino ad arrivare all'uomo che pensavo fosse papà ma non lo era. "Piccolina stai attenta!" Disse il soldato continuando a camminare in avanti. Io mi gettai a terra e incominciai a piangere e ad urlare. "Ehi pidocchio perché piangi?" Mi chiese una voce di fianco a me, mi girai e vidi papà ma all'inizio pensai che fosse solo un'illusione. Lo toccai e al tatto capii che non era finto. Era veramente il mio papino adorato. Mi alzai di scatto e lo strinsi fortissimo. I suoi vestiti erano fradici per colpa delle mie lacrime, la gente che ci guardava si commosse mentre papà mi guardava sbalordito e ricambiava l'abbraccio. "Papà non mi abbandonare anche tu ti prego!" Urlai strofinando il mio viso contro i suoi vestiti. Lui si abbassò quel poco per arrivare al mio orecchio e mi sussurrò "Non potrei mai abbandonarti"
ANGOLO AUTRICE
Ragazzi siamo arrivati a 1k visualizzazione... ma stiamo scherzando?! Io questa storia l'ho iniziata per pura noia durante le vacanze natalizie infatti non pensavo nemmeno di continuarla ma vedendo che a voi piaceva per me scrivere i capitoli diventava sempre più piacevole. Grazie,grazie,grazie,grazie e ancora dal profondo del mio cuore, grazie❤
-Mirai

Cherry tree《Rivetra》SnkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora