Finisce così? pt.1

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-3 ANNI DOPO-
Dopo lunghi tre anni di allenamenti asfissianti, io e Martina siamo potute entrare a far parte del corpo di ricerca. Negli esami ero arrivata prima sia in teoria che in pratica.
Dopo il noioso discorso di Armin, finalmente, ci comunicarono in che squadra saremo stati disposti. "Martina Williams! Tu entrerai a far parte della squadra di Hanji Zöe" Incominciò Armin. Io e Martina ci sorridiamo sperando di essere messe in squadra insieme. Ma tra i nomi che erano stati detti io non c'ero. "Ora ,prima di continuare, vorrei comunicarvi una spiacevole notizia. Il caporale maggiore Levi Ackerman ,ormai cinquantenne, si dimetterà presto. A prendere il suo posto sarà Michael Jones e i soldati rimanenti ,nonché raccomandati dal caporale stesso, faranno parte della sua squadra" disse Armin per poi andarsene. Ero un po' sconvolta da ciò che era stato appena riferito, papà non me ne aveva mai parlato. Intanto tutti i nuovi soldati si stavano dividendo, io mi sentivo a disagio. Anche se poche, tutte le altre ragazze presenti erano alte, bellissime e formose mentre io in confronto a loro non ero niente. Alta 1.47 e piatta come una tavola. Anche Martina crebbe tantissimo, era diventata 1.85! Quando ci siamo conosciute lei era addirittura più bassa di me, le cose cambiarono parecchio. "Andiamo a vedere con chi siamo state messe in stanza?" Domandò Martina distogliendomi dai miei pensieri. Conoscendo Armin da tanto tempo, riuscii a farmi mettere in camera con la mia migliore amica.  "Sì, ma prima vado un attimo da papà" risposi salutandola con la mano mentre mi incamminavo verso mio padre. Stavo andando da lui  quando qualcuno mi afferrò il braccio, mi girai verso la persona e gli tirai un pugno in faccia ma lui mi fermò il braccio prima che potessi colpirlo, mi calmai e cercai di capire meglio chi fosse. Era il capitano Jones. "Mi scusi capitano Jones, non l'avevo vista" dissi ritirando il braccio. "Non ti preoccupare e chiamami tranquillamente capitano Michael. Tu sei Kuchel Ackerman, giusto? La figlia del soldato più forte dell'umanità. Si nota tranquillamente dai risultati del diploma" disse lui. Io notai il leggero arrossamento sulle sue guance. "Sì sono io. La ringrazio per i complimenti capitano Michael ma ora avrei da fare. Tolgo il disturbo" Dissi inchinandomi leggermente per poi dargli le spalle. Un uomo alto, dai capelli castano chiaro e gli occhi azzurri come il cielo, un sorriso smagliante e una popolarità assurda fra tutti i soldati soprattutto di sesso femminile. Insomma l'uomo ideale, anche Martina pensava che fosse molto carino ma non è che ci si volesse fidanzare. Lo trovava molto affascinante, niente di più niente di meno. Finalmente arrivai da mio padre, che mi guardava male. "Che c'è?" Domandai, Zöe ed Armin che erano di fianco a papà ridevano di soppiatto. "Vedo che fai già delle conquiste" disse Zöe che si beccò uno sguardo assassino da papà. "Non mi piace quel tizio, cambiale squadra biondino" disse papino irritato, come al solito. "Eh?! Sei stato tu a dirmi di metterla in quella squadra, oramai non posso più cambiare" rispose Armin preoccupato. "Non me ne importa nulla, quel tizio ci vuole provare con mia figlia!" Disse papà che quasi urlava. "Ma che state dicendo! Vi sembro il tipo di ragazza che si arruola solo per trovare un ragazzo carino! E poi il capitano non è così bello come spesso ho sentito dire" dissi incrociando le braccia e sbuffando. Zöe non resistette e scoppiò a ridere seguita da Armin. "C-comunque, perché ti sei dimesso?" Chiesi sciogliendo la posizione. "Non mi sono proprio dimesso, ogni tanto verrò a fare qualche visita e parteciperò a qualche spedizione ma non regolarmente" Rispose papà scompigliandomi i capelli per poi andarsene. Anche io me ne andai nei dormitori dove ad aspettarmi c'era Martina. Aprii la porta e vidi la mia migliore amica chiacchierare con altre due ragazze. Una aveva i capelli neri come la pece e gli occhi castani come la quercia, l'altra aveva i capelli rossi legati in una treccia di lato e gli occhi verdi. Entrambe alte e bellissime. "Oh Kuchel!" Urlò correndomi incontro e stringendomi. "Loro sono Lily e l'altra è Maddie. Anche Maddie fa parte della squadra del capitano Michael" aggiunse Martina. Lily è la corvina mentre Maddie è la rossa. "Piacere di conoscervi" dissi allungando la mano. Entrambe me la strinsero e poi iniziammo a chiacchierare. "Ehi Martina ancora non abbiamo visto Francesco" le ricordai. "Giusto! Andiamo a chiedere alla comandante Hanji dove si trova" disse saltando dal letto e trascinandomi con sé. Quando eravamo piccole era insicura, timida e correva molto lentamente. È davvero cambiata. Tutti sono cambiati e cresciuti. Corravamo come della pazze finché arriviamo a Zöe. "Ehi comandante Hanji! Sa dove possiamo trovare il soldato Francesco Williams?" Chiese Martina eccitata di rivedere suo cugino dopo tanti anni. Si erano sempre mandati delle lettere ma era da un po' di tempo che Francesco aveva interrotto le comunicazioni. La faccia di Zöe non trasmetteva nulla di buono e la paura ,che ciò che pensavo da quando Francesco aveva smesso di scrivere, fosse vera. "Mi dispiace ma il soldato Francesco Williams è deceduto 3 anni fa. Levi e i genitori di Martina mi hanno costretta a non dirvi nulla. Sono mortificata, mi dispiace tanto per la vostra perdita" Rispose Zöe che ,di fronte ai volti in lacrime di due ragazzine, non poté non consolarle con un abbraccio e seguirle nel pianto.
Il giorno passò in fretta e quello dopo ,nonostante il forte dolore, fummo costrette a prendere parte agli allenamenti. "Soldato Ackerman si concentri!" Mi sgridò il capitano Michael. "Mi scusi capitano Michael, non mi sento tanto bene posso tornare in camera?" Chiesi. In realtà stavo benissimo solo che non avevo la forza di continuare ad allenarmi. Da lontano vedevo Martina che stava ancora peggio. "Certo vai ma domani c'è la prova corpo a corpo, quindi cerca di riposarti" Disse il capitano Michael che mi sorrise per poi tornare al suo sguardo severo e guardare gli altri componenti della sua squadra. "Certo capitano" dissi a bassa voce mentre mi allontanavo. Stavo camminando quando sentii una persona scoppiare a piangere, non mi girai per vedere chi fosse, tanto l'avevo già capito. Continuai per la mia strada senza pensare a nulla. "Soldato Ackerman!" Urlò una persona, io mi girai e vidi il capitano Michael. "Sta iniziando a darmi sui nervi" Pensai mentre il capitano si avvicinava a me. "Potresti prendere un altro dispositivo per il movimento tridimensionale? Abbiamo scoperto che uno è difettato" Mi domandò il capitano. "Certo, ma dove sono?" Chiesi io, sulla faccia del capitano Michael si formò un sorriso. "Bene allora ti accompagno così la prossima volta saprai dove trovarli" rispose il capitano che mi mise una mano sulla spalla guidandomi. Arrivammo a destinazione e io presi una scatola con dentro il dispositivo. "Oh pensavo che avrei dovuto portarlo io" disse ironico il capitano, io lo guardai per poi tornare a fissare dinanzi a me. Camminavamo tranquilli finché il capitano disse "Sei molto carina" arrossendo. Il mio cuore batteva fortissimo e il mio viso si tinse di rosso fino alle orecchie . "Cos'è questa sensazione? A me non piace il capitano! Ma allora perché il cuore mi batte così velocemente? Perché?!" Pensai in mente mia. Non sapevo come rispondere, come agire, sapevo solo che non ricambiavo il suo sentimento e di questo ne ero fermamente convinta. Mi girai dalla sua parte e anche se forzato, gli sorrisi. "Grazie,ma ora è meglio se andiamo" dissi tornando a guardare davanti e camminando.
Quella notte non dormii. Passai tutto il tempo che avrei dovuto usufruire per dormire, a pensare a lui, al capitano. "Ma perché sto pensando a lui?! Il capitano...non..mi...piace...vero?" Mentre pensavo a ciò diedi dei calci sul letto sopra di me. "Ehi Kuchel! Io sto cercando di dormire!" Sussurò Martina arrabbiata. Si sporgette per vedere che stavo facendo e mi vide piangere. "Kuchel...? Perché piangi?" Mi chiese sconvolta. "Niente stavo pensando ad una cosa, tranquilla adesso dormo" risposi mettendomi finalmente a dormire.
-IL GIORNO DOPO-
"Oggi c'è la prova corpo a corpo, siete nervose voi?" Domandò Martina a noi ragazze. "Io no, sarà facilissimo" Rispose Lily. "Un po' " rispose anche Maddie. "E tu Kuchel?" Mi chiesero in coro tutte e tre. "I-io? Di che dovrei avere paura" risposi. "Tutti i soldati radunatevi in cortile dove si terrà la prova corpo a corpo!" Gridò un soldato. Tutti gli altri si alzarono da dove stavano facendo la colazione per andare dove era stato richiesto. Fummo divisi tutti nelle proprie squadre e ,ad una alla volta, ogni sottoposto avrebbe dovuto sfidare il proprio capitano di fronte a tutti. Una dopo l'altra ogni squadra si esibì e io ero l'ultima della nostra. "Pronta soldato Ackerman?" Mi chiese il capitano. "Sono nata pronta, capitano Michael" risposi. Iniziò l'esercizio. Ero nervosa perché quel giorno c'era papà ad assistere e io volevo mostrargli che ero cresciuta, che si poteva fidare di me. Gli tirai un pugno in faccia ma lui lo schivò. Lui cercò di darmi un calcio ma non ci riuscì. Continuò così per 2 minuti, uno dei due attaccava ma nessuno riceveva niente ,quando, con tutta la forza che avevo in corpo lanciai un altro pugno e stavolta lo colpii, ma non cadde a terra. Le facce delle persone intorno a noi erano sbalordite, ci ridevo di gusto. Il capitano per vendicarsi mi fece lo sgambetto e si sedette a cavalcioni su di me e mi lasciò un veloce bacio sulle labbra. Il mio primo bacio (senza contare quelli che davo a papà). "C-capitano Michael!" Urlai, stavo per spostarlo quando un calcio,dritto nello stomaco, arrivò al capitano dal mio papino. "Brutto pezzo di merda la prossima volta ci pensi prima di toccare mia figlia!" Gridò papà che incominciò a prendere a calci il povero capitano. "Tutto bene?" Chiese una persona di fianco a me. Mi girai e vidi Zöe che mi aveva teso una mano per aiutarmi ad alzarmi. Io l'afferrai e una volta in piedi fermai papà altrimenti il ragazzo non avrebbe fatto una bella fine. "Tsk, tu stai bene?" Domandò papà. "Sì certo, sto benissimo e solo che..." risposi, guardai il capitano e mi venne da piangere, ma riuscii a trattenere le lacrime e corsi via. Correvo, correvo, correvo velocissima, non volevo che qualcuno mi vedesse piangere. Arrivai in camera e mi chiusi a chiave. Appena dentro scoppiai in un pianto silenzioso. Mi buttai a peso morto sul letto e iniziai a prendere a pugni il cuscino. "Perché me la prendo tanto? Insomma non mi piace e poi non ho mai creduto che il primo bacio fosse speciale. Ma allora perché piango?" Mi chiesi toccando una delle tante lacrime che scivolavano sulle mie guance come cascate. Infondo non sapevo darmi delle risposte a tutti i miei perché ma sapevo che non l'avrei mai trovate. La giornata passò in fretta, rimasi in camera tutto il tempo. Gli altri continuarono gli allenamenti e io venni a sapere che mio padre aveva procurato molti lividi al capitano Michael. Quella notte non riuscivo a dormire ma anziché dare fastidio alle mie compagne, andai sul tetto a guardare le stelle. Ero da sola, le uniche a farmi compagnia erano la luna e le stelle che illuminavano il cielo scuro e anche il vento che mi accarezzava le guance facendo danzare i miei capelli. Ero tranquilla a ponderare sulla mia vita, ma ciò non durò a lungo ,quando, il protagonista dei miei pensieri si sedette accanto a me. Il capitano Michael era pieno di lividi dappertutto, dovuti agli innumerevoli calci di mio padre. "Ackerman, scusami tanto se quello che ho fatto oggi ti ha infastidito. Io non volevo causarti dei disagi" disse il moro che con una mano si copriva il viso solcato dalle lacrime. "Capitano non c'è bisogno di piangere, sa oggi ho pensato molto alla vostra azione e ricordo di aver provato un sentimento che non avevo mai provato prima ad ora" dissi appoggiando la testa sulla spalla dell'uomo che mi guardò confuso. "Quale sentimento? Disprezzo vero?" Disse lui abbassando lo sguardo amareggiato. Io tolsi la testa dalla sua spalla e mi avvicinai sempre di più fino a dargli un bacio sulla guancia. "Sbagliato" dissi sorridendo allo sguardo incredulo del moro. Lui appoggiò la fronte sulla mia, poi fece toccare i nostri gelidi nasi e infine le nostre labbra si unirono in un bacio passionale. Ma quel bacio, in quella notte oscura, non fu l'unica cosa passionale compiuta da noi due ragazzi...
-UN MESE DOPO-
LEVI'S POV
Passò un mese, Kuchel e Michael ci confessarono di essersi fidanzati. Un giorno, mentre io ero tranquillo a casa mia a bere il thè, qualcuno bussò alla porta ed erano Kuchel e il suo ragazzo. Li accolsi in casa e parlammo per un po' finché Michael toccò la spalla di Kuchel. Quest'ultima deglutì e poi disse "Papà non ti arrabbiare ma...sono incinta"
ANGOLO AUTRICE
Ciauuuu sono tornataa! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (presto carico la seconda parte) e viva la suspense!
-Mirai

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