Padre e figlia

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-1 ANNO DOPO-
"Hop, hop, hop!" Ero nel prato di fronte casa a saltare la corda quando vidi qualcuno che si avvicina a me. All'inizio non ero in grado di riconoscere chi fosse quella persona nonostante ,oramai, mi aveva raggiunto. L'unica cosa che avevo capito era che fosse una bambina. "Scusa chi sei?" Chiesi strizzando gli occhi "Sei seria?" Domandò l'altra persona irritata dalla mia domanda "Sì, scusa ma non ricordo chi tu sia" risposi ridendo "Sono Martina! Possibile che questo taglio di capelli mi faccia sembrare così strana e irriconoscibile" disse Martina, io rimasi sbalordita perché non mi aspettavo che quella bambina fosse la mia migliore amica. "No non sei strana, e che sei così bella con questo taglio di capelli!" Dissi io, i suoi lunghissimi capelli biondi erano diventati corti fin sopra le orecchie. "Vuoi dire che prima ero brutta?" Chiese Martina toccandosi i capelli. "No,assolutamente no! Tu eri bella prima e lo sei ancora ora" risposi io sorridendo. Ci abbracciammo e poi iniziammo a giocare con la corda. Martina cadde innumerevoli volte e ciò mi fece ridere parecchio. "Cambiamo gioco, questo non mi piace!" Disse Martina annoiata dai suoi continui fallimenti. "Scegli tu che gioco fare allora" dissi allungando la mano per aiutarla ad alzarsi. "Nascondino!" Disse Martina saltando con gioia. Era da sempre stato il suo gioco preferito. "Va bene! Conto fino a 10" Dissi coprendo gli occhi con le mani e iniziando a contare. Una volta arrivata a 10 iniziai a cercarla. Martina non era mai stata particolarmente brava a nascondersi. Ma quella volta fu difficile trovarla. Cercai in tutto il giardino ma di lei nessuna traccia. Decido quindi di entrare in casa per costatare che non si sia nascosta nella mia abitazione. La trovai sotto il tavolo che si copriva il corpo con la tovaglia. Decisi di farle uno scherzo quindi alzai di scatto la tovaglia e le urlai "Buh!" Lei fece un sobbalzo, sbattendo la testa sotto il tavolo. La roba sopra di essa cadde sparpagliandosi per terra e creando un rumore esagerato all'impatto col suolo. "Papà non ne sarà contento" esclamai preoccupata mentre aiutavo Martina ad uscire da sotto il tavolo. Papà ci raggiunse dopo poco per il forte tonfo udito prima. Guardava per terra come se avesse visto un fantasma. Dopo spostò lo sguardo su di me ,la colpevole. Qualsiasi cosa accadesse in quella casa era sempre colpa mia, mai di Martina, sua o di chiunque altro. Certo se trovava le prove che non fossi stata io, mi toglieva dalla punizione. Ma la prima dei suoi sospetti, proprio in cima, c'ero sempre e soltanto io. Si avvicinò a me pronto a farmi la ramanzina ,come al solito, ma non essendo completamente colpa mia indiettregiai. "Papà non è come sembra! Non sono stata io!" Urlai sperando che mi capisse. Il suo sguardo faceva paura. Era furioso per ciò che avevamo combinato. "Ah davvero e chi lo prova questo?" Domandò lui sbraitando perché gli avevo sporcato la casa. "N-nessuna" risposi tenendo lo sguardo basso per non incrociare i suoi occhi pieni di rabbia. "Ma nemmeno tu hai qualche prova che sia stata io a sporcare" aggiunsi. "Taci! Ora esci fuori a giocare. Quando hai finito di giocare con la tua amichetta, torni a casa e pulisci questo macello. Non provare a scappare o cose simili!" Disse lui dando un'ultima occhiataccia al guaio per poi tornare di sopra. Una volta salito di sopra io e Martina ci dirigemmo fuori dove scoppiai in lacrime. "Non è niente di ché, tanto sei veloce a pulire" disse Martina per consolarmi, ma lei sue parole non ebbero quell'effetto. "Non sto piangendo per la punizione, per quello ci sono abituata. Sto piangendo perché papà pensa che sia stata solo colpa mia. E sai benissimo che così non è" dissi incolpandola con gli occhi. "Ma lo sai che non sono portata per i lavori domestici!" Si giustificò Martina ridendo. "Io non sto ridendo! E come già ti ho detto non mi importa della punizione. Ciò che mi infastidisce è che papà adesso mi odia ancora di più. Combino sempre guai ed è comprensibile che mi detesti" Martina si rattristì a quelle parole. Non immaginava minimamente quanto fosse complicato il rapporto tra me e papà. "M-mi dispiace, ma tu potevi anche dirmi che non dovevo nascondermi in casa!" Disse Martina cercando di dare tutta la colpa a me. "Ma che dici, è risaputo che non si gioca a nascondino in casa" dissi io infuriandomi. "Sei soltanto una stupida racchia!" Urlai coprendomi subito dopo la bocca. Martina era in lacrime, quelle parole l'avevano ferita e io non avrei dovuto mai pronunciarle. Ma ormai ciò che è fatto è fatto. Feci finta di non essere dispiaciuta per ciò che avevo detto, ma in realtà i sensi di colpa erano ben presenti. "Non è colpa mia se la mamma mi ha costretto a tagliare i capelli! E poi se sembravo così tanto una racchia potevi dirmelo prima!" Disse Martina spingendomi per poi scappare via. Io caddi a terra continuando a pensare a tutto ciò che era successo. Papino aprì la porta e mi guardò.
LEVI'S POV
Era sempre stata molto brava a cacciarsi nei guai ma non aveva mai litigato con qualche sua amica. Sembrava molto triste quindi la presi per un braccio e la trascinai all'interno della casa. "Perché avete litigato?" Domandai incrociando le braccia. "I-io mi sono arrabbiata perché lei non aveva detto che non era totalmente colpa mia. Poi le ho detto una cattiveria e lei ,offesa, se ne è andata" rispose il pidocchio. Forse era anche un po' colpa mia. Non avrei dovuto essere così severo. "Che scocciatrice che sei. Perché non le chiedi e scusa e basta" dissi roteando gli occhi. "Sai papà, hai ragione! Devo chiederle scusa. Però lo farò a modo mio" disse lei correndo verso l'uscita, però, si fermò sull'uscio della porta e disse "Grazie papino, ti voglio bene" tornò da me, mi diede un bacio sulla guancia e poi scappò fuori. Toccai la guancia leggermente umida e sorrisi. "Ha detto che mi vuole bene, chissà se è vero"
KUCHEL'S POV
Corsi verso casa di Martina e bussai alla porta. Sicuramente non si trovava lì, Martina quando è triste per qualcosa và a sfogarsi con sua nonna. Ad aprire la porta fu Jason, proprio l'uomo che volevo. "Jason! Quando torna Martina dille di venire a casa mia" dissi in fretta e furia per poi scappare via.
-MEZZ'ORA DOPO-
Martina aprì la porta, ma ciò che vide non era ciò che si aspettava. "I-i-i-i tuoi capelli! Kuchel perché i tuoi capelli sono...corti?!" Domandò confusa. I miei lunghi capelli ramati erano diventati corti come quelli di Martina. "Mi dispiace per averti detto quella cattiveria, così per farmi perdonare mi sono tagliata i capelli" dissi sorridendo. "È tanto stupido?" Chiesi ridacchiando. "Sì, è stupidissimo. Tu sei stupida" rispose abbracciandomi. "Ti aiuto a pulire, adesso al macello si sono aggiunti anche i tuoi capelli" aggiunse sorridendo. Passammo tutta la giornata a pulire il salotto pieno di tazzine da thè in frantumi e bevande che avevano reso appiccicoso il pavimento. Ci mettemmo tantissimo a pulire. Una volta finito, Martina prese sonno facilmente e io la seguii a manetta. Eravamo sedute schiena contro schiena.
LEVI'S POV
Scesi le scale lentamente. Quel giorno non ero stato particolarmente attivo, non ero uscito dalla stanza e volevo vedere che avevano combinato Kuchel e la sua amichetta. Arrivai in salotto e vidi che si erano addormentate una di schiena all'altra. Ma la cosa che mi saltò all'occhio fu il taglio di capelli insolito di Kuchel.
-2 ANNI DOPO-
Finalmente i tanti attesi 12 anni! Io e Martina da quel giorno eravamo diventate una sola cosa. I nostri capelli erano ,ovviamente, ricresciuti. Ma lei essendosi abituata ai capelli corti se li ritagliava ogni volta. Se una di noi sta male, l'altra soffre con lei questo era il nostro motto. Il giorno prima di partire per il campo cadetti ,papà sembrava molto nervoso anche se non lo dava a vedere. Ero appena andata a dormire, quando una persona che non vedevo da tanto, spunta da sotto il letto. "Gabriel?" Chiesi sbigottita "Proprio così" Rispose sorridendo. Ero contentissima di averlo rivisto. Mi gettai dal letto pronta a saltargli addosso, ma prima che potessi farlo, mi ricordai che lui odia il contatto fisico con la gente. Così mi limitai a ricambiare il sorriso. Entrambi eravamo molto cresciuti dall'ultimo giorno in cui ci eravamo visti. "Sarai anche cresciuta, ma sei rimasta la solita nana" commentò Gabriel ridendo, sul mio viso si formò il solito broncio che spesso si vede sul mio volto quando sono in compagnia di lui. "Crescerò" dissi io. "Comunque devo confessarti una cosa" disse Gabriel interrompendo il sorriso. La sua faccia quasi incuteva paura da tutta la serietà. "Cosa?" Domandai preoccupata. "Io..." incominciò fermandosi qualche secondo dal continuare. "Ti ricordi della storia che ti raccontò tuo padre? Quella del fratello gemello?" Chiese lui, io annuì. "Quel fratello gemello che morì alla nascita, il tuo fratello gemello sono io" Disse  guardandomi negli occhi. Ero confusa e stranita da ciò che mi aveva detto Gabriel. "È uno scherzo?" Domandai ridendo "È la verita Kuchel, io sono lo spirito di tuo fratello" rispose Gabriel, in effetti dalla sua faccia non sembrava affatto che stesse scherzando. "Bene allora io vado, addio sorellina" disse Gabriel scomparendo. All'improvviso sentii uno strano dolore al petto, le lacrime scendevano sul mio viso senza controllo e io non ne capivo il motivo. Qualcosa mi spinse ad andare nella stanza di mio padre che mi accolse con sguardo confuso. "Perché piangi?" Mi domandò "Non voglio lasciarti solo" risposi coprendomi il viso. Dissi la prima cosa che mi venne in mente in quel momento. "Papà ma tu mi vuoi bene?" Chiesi stendendomi sul letto. "Chi lo sa" rispose papà circondando il mio corpo con le sue possenti braccia. Mi addormentai dopo poco.
LEVI'S POV
"Ma certo che ti voglio bene stupida" dissi accarezzando i suoi capelli "La mia principessa sta crescendo"
ANGOLO AUTRICE
Finalmente ho caricatooooo! Scusate l'assenza, voi mi perdonate vero?😄 Comunque il prossimo capitolo sarà il penultimo...♡
-Mirai

Cherry tree《Rivetra》SnkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora