Ci sono tante cose che mi piacciono.
Il Long Island è una di queste, cosí come il sushi, la pizza, Abel zucchero, Matty fragola, le meringhe rosa, fare commenti inopportuni sui ragazzi.
Ma in questa categoria di sicuro non rientra fare shopping con Clarissa.
Non dico che sia una tortura... Ma è una tortura.
Ma in questo consiste la nostra amicizia: lei ha una barchetta personale con tanto di motore per cercare di non affogare nei miei mari ed io sopporto la bionda entrare in un negozio, guardare svogliatamente le relle dei vestiti ed uscire senza un solo acquisto.
L'unico negozio da cui esce con almeno un sacchetto è la libreria, se non contiamo Victoria's Secret.
Lí è capace di spendere cento dollari in dieci minuti.
"Ti prego, fai fare una pausa ai miei piedi. Urlano pietà e giuro che non ce la faccio più a sentire Black Beatles, li schiaccio tutti questi maledetti scarafaggi" sbuffo, gettandomi sulla prima panchina vuota in segno di protesta, ma lei sembra non ascoltarmi, continuando a guardarsi attorno.
Mi ricorda vagamente un faro, che gira la luce continuamente, esattamente come fa lei con la testa.
"Ma si può sapere cosa stai facendo? Non dovevi cercare un paio di jeans?" Continuo, nella speranza di ottenere la sua attenzione (e, magari, anche il pagamento di un frullato agli Oreo), ma Clarissa non mi risponde finchè non batto le mani con forza.
"Hai detto qualcosa?" Domanda, accorgendosi solo ora che sono seduta (stravaccata) su una panchina con aria stanca (da donna nel bel mezzo delle doglie).
"Ho detto che ti sei rincretinita. Si può sapere qual è il vero scopo di questa uscita? E se mi dici che sono gli stramaledettissimi jeans ti faccio ingoiare una ad una le tue mutande di Victoria's Secret" la minaccio, e finalmente Clarissa mi degna d'attenzione nonostante il rossore veemente sulle sue guance.
Per favore, non dirmi che ha saputo che Brendon banana è qui e lo sta stalkerando.
Giuro che se è questo il motivo la schiaffeggio con la fronte di Brendon.
"Io... Uhm... Michelle ha messo una foto su Snapchat in cui si trovava qui con quella cosa che si porta al braccio e io...".
"E tu hai sentito il richiamo della vagina. Potevi dirmelo, mia piccola Degas da quattro soldi" sospiro, entrando poi in modalità falco per cercare di avvistare Michelle.
Quanto puó essere difficile trovare una chioma lilla che sembra quasi zucchero filato?
"Comunque sarebbe tremendamente ingiusto se mi facessi ingoiare le mutande che ho comprato visto che da Primark ne ho anche preso un paio per Calum" aggiunge Clarissa, sedendosi poi accanto a me con aria sconsolata, e a quelel parole mi giro, colta alla sprovvista.
"Tu che compri delle mutande a Calum? Ora mi dirai che diventi vegana e che preferisci il gelato alla frutta alle creme" sospiro, prendendo poi il suo sacchetto, trovando immediatamente tra tutto quel mare di pizzo e di rosa le mutande per Calum.
Ecco, se con queste mutande l'amichetto di Ashton non risponde al comando "Lazzaro, alzati e cammina!", ho perso le speranze che il finto religioso finisca a letto con il mio amico.
"'It ain't gonna spank itself'? Si addicono davvero a Calum, ma... Clarissa, mi stai ascoltando?".
Questa volta peró la bionda sembra osservare qualcosa con particolare attenzione, e seguendo la traiettoria del suo sguardo noto Michelle e una ragazza dai capelli scuri discutere in maniera piuttosto animata finchè quella che deduco essere la testimonial di cibo per cani non se ne va, e senza pensarci due volte do una gomitata a Clarissa.
"Cosa stai aspettando, piccola lesbica ingenua? Vai e fatti sotto, tigre!" Esclamo, praticamente spingendola via dalla panchina, e lei, con le guance rosse come gli assordenti che Cindy mi ha lanciato contro a quattordici anni (non è una ragazza normale, ma la normalitá non è nella nostra genetica), si alza, dirigendosi poi verso Zucchero Filato.
Sono così carine che mi fanno addirittura passare la voglia di fare battute sconce.
Così, sola come una scarpa senza la sua gemella, mi dirigo verso l'area ristorazione, pronta ad affogare i miei dispiaceri nel milkshake al cioccolato, quando una mano mi afferra per il polso, facendomi girare, e davanti a me mi ritrovo Luke Hemmings in divisa da KFC con tanto di cartellino con il nome.
Anche vestito di rosso, con i pantaloni color nocciola rancida ed uno snapback riesce ad accendere il mio impianto d'irrigazione, non è una cosa normale.
E non è neanche normale che ogni volta che mi ritrovo in sua presenza in un modo o nell'altro parta qualche canzone di Abel zucchero, ma la mia buona stella sembra non aver alcun rispetto per le mie povere ovaie e Rockin' parte, facendo ribollire le mie acque a tal punto da poter cuocere la pastasciutta.
"You don't have to spend your life with me, you don't have to waste your energy, we can just be rockin', yeah, we can just be rockin', yeah, I just want your body next to me, 'cause it brings me so much ecstasy, we can just be rockin', yeah, we can just be rockin', yeah, yeah, yeah, you see me texting, baby, you see those missed calls, I'm actin' reckless baby, I'm 'bout to lose it all, this liquor got me crazy, mixed with that Adderall, I'm focused on the beat".
"Non mi aspettavo di vederti qui, stargirl" sorride Luke, quel solito misto di superioritá e strafottenza che fa vibrare le mie ovaie e scaldare i miei ormoni, ma cercando di darmi un tono mi allontano di un passo, sfuggendo alla sua presa.
"Neanche io... E soprattutto non in questo modo" ribatto, passando lo sguardo lungo il suo corpo e... Maledizione, Terry, non fissargli il pacco.
Non credo di aver mai desiderato così tanto essere un'aletta di pollo.
"Come se non ti piacesse" rincara Luke, cercando anche lui di darsi un tono, e come sempre la nostra conversazione si trasforma in una sfida a chi ha l'ultima parola.
"Quante volte ancora devo dirtelo che non sei il mio tipo?".
"Ma io sono il tipo di tutte! Smettila di mentire a te stessa e accetta di avere una cotta per te".
"Solo quando ammetterai che ti piacciono le canzoni di The Weeknd".
"Okay, rimani pure a vivere nella tua menzogna" conclude, storcendo leggermente il naso proprio mentre Rockin' raggiunge il suo culmine, e un'idea balena nella mia mente per quanto possa rivelarsi umida e controproducente.
Ma tentar non nuoce... O al massimo nuoce solo alle mie ovaie.
Lentamente mi avvicino a Luke, che mi guarda confuso, alzandomi poi in punta dei piedi in modo da essere più vicina ai suoi occhi.
"Peccato, in tal caso potremmo divertirci sulle canzoni di Abel zucchero, e se non lo avessi capito, parlano tutte quante di sesso" mormoro, allontanandomi non appena Luke cerca di afferrarmi per i fianchi.
"Ma a quanto pare non ti interessa poi così tanto scoprire le meraviglie che sarei in grado di fare sotto le lenzuola... O anche sui sedili posteriori della tua macchina", e con un ultimo occhiolino me ne vado, lasciandolo nel bel mezzo del corridoio dell'area ristorazione come un deficiente e sentendo i miei ormoni urlare di tornare indietro e permettere a Luke di fare scempio del mio corpo nel bel mezzo del fast food, ma decisa a non sembrare così disperata mi allontano da quel diavolo dagli occhi azzurri ancora più velocemente.
Adesso capisco perchè in famiglia mi chiamano innafiatoio.
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Starboy || Luke Hemmings
Fanfiction"Quante volte ancora devo dirtelo che non sei il mio tipo?". "Ma io sono il tipo di tutte! Smettila di mentire a te stessa e accetta di avere una cotta per te". "Solo quando ammetterai che ti piacciono le canzoni di The Weeknd". "Okay, rimani pure a...