Chapter 26: The Hills

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"Ultimamente sei sempre fuori a far festa e torni alle tre di notte. Non è da te, Irrigatore" borbotta Cindy, entrando in camera mia senza invito e in mutande, facendomi assistere a uno spettacolo a dir poco disdicevole che peró risveglia Clarissa dal suo stato intorpidito sul mio letto.
Come dice sempre sarebbe impossibile fare sesso sul mio materasso, è talmente comodo che il mio lui si addormenterebbe.
E se si addormentasse ed io continuassi, credo che varrebbe come stupro.
Anche se piú volte mi è balenata questa idea in mente, soprattutto vedendo elementi come Abel zucchero, Matty Fragola e...
Okay, ho fatto questo pensiero anche su Luke Hemmings, ma mi sono subito presa a ceffoni da sola perchè non posso cedergli.
O meglio, voglio che sia lui nel pieno possesso delle sue (scarse) facoltá mentali a procurarmi un orgasmo.
Perchè me lo merito. Eccome se me lo merito.
"È la vita universitaria, rompipalle. Un giorno capirai" ribatto, continuando a fissare il mio armadio come se dal nulla potesse spuntare Randy di Abito Da Sposa Cercasi a consegnarmi un abito fatto su misura per me, possibilmente waterproof.
Cindy alza gli occhi al cielo, andandosene sbattendo la porta, e dopo qualche secondo di silenzio la bionda sdraiata sul mio letto annuncia, come se fosse una veritá segreta a cui solo pochi eletti possono avere accesso: "se non avessi Michelle in testa e se tua sorella non avesse due anni in meno di me e non fosse etero, me la sbatterei come un tappeto e la ribalterei come un calzino".
Il bello è la serietà con cui dice cose del genere.
"Cla, ti prego, è mia sorella! Invece di imitare la Venere di Urbino vieni qui e dammi una mano. Possibile che il mio letto abbia questo effetto su di te?" Domando, guardando la mia amica che con un sospiro si alza, stiracchiandosi velocemente prima di spingermi via da davanti al mio guardaroba.
"Sempre delicata come un elefante".
"Oh, ma taci, Vasca da Bagno. Ora ci si diverte" sorride maliziosamente, cominciando a rovistare nel mio armadio, tirando di tanto in tanto fuori alcuni vestiti o gonne, storcendo il naso guardandomi per poi rimettere il tutto dentro finchè non pesca qualcosa che la fa sorridere peggio di Joker.
Spero che sia qualcosa di abbastanza lungo da nascondere l'assorbente anatomico che mi toccherà mettere.
"Mi odierai da morire" annuncia, riemergendo con qualcosa nascosto dietro alla schiena, e alle sue parole strabuzzo gli occhi, scuotendo vigorosamente la testa.
"No, no, no. Clarissa, no. Mi rifiuto, mi rifiuto categoricamente. Tutto, ma non quello" la prego, anzi imploro, inginocchiandomi davanti a lei facendole alzare gli occhi al cielo.
"Capisco che vuoi far pratica per Luke quando finalmente capirai che anche se non gli piace Abel zucchero potete scopare allegramente, ma non ho un pene, quindi non serve che ti inginocchi. E no, mia cara, quello sí. Fasciamo quel bel culo e preparati a mostrargli le porte del paradiso".
Sconfitta, pronta ad accettare la pena ed anche con un inizio di umidità sparsa al centro sud con previsioni di piogge torrenziali al solo pensiero di una me inginocchiata davanti a Luke cedo, allungando una mano, e preso l'abito della discordia viene posato su di essa.
"Clarissa, io...".
"Porte del paradiso. E diga, ma dettagli".
Maledetta Clarissa che sa esattamente che parole usare.

***
"Sembro una battona".
"Ed io sembro un maiale avvolto nella pancetta. È l'ultima volta che lascio scegliere a te cosa mettermi" borbotta Clarissa, aggiustandosi il vestito a pantaloncino rosa cipria che indossa piuttosto aderente sul seno che glielo mette in risalto tanto da incutere quasi timore.
Giuro che se Michelle non se la fa contro la prima parete disponibile la porto nel dipartimento di psicologia e la lascio lí.
"Ma smettila, tu mi hai fatto indossare quel vestito" ribatto, abbassandomi maggiormente le maniche di pizzo, scoprendo cosí le spalle.
"Sei un incanto. E una bomba sexy. Come ho detto per tua sorella, se non ci fossero tutti questi 'se' ti farei venire con un solo dito" conclude la bionda, guardandomi come se fossi la sua opera meglio riuscita.
Non so come ma è riuscita a farmi indossare un vecchio vestito di Cindy che, non si sa come, è finito nel mio armadio qualche mese fa, completamente diverso dalla mia idea di vestito.
Completamente in pizzo, scollatura profonda sulla schiena e gonna leggermente ampia.
"Mi sento una caramella andata a male" piagnucolo, quando una mano mi afferra giusto prima che metta piede in casa, e quando mi aspetto di venire investita dalla bellezza ultraterrena di Luke (o forse è meglio dire spero) mi ritrovo presa a braccetto dal mio migliore amico con una camicia che...
"Daddy is watching? E chi sarebbe daddy? Tu?" Domando, leggermente confusa, quando lui sorride, malizioso.
"L'ho messa per provocare Ashton. Adora essere provocato, poi sculaccia piú forte, e spero davvero che usi la croce in legno che ha in camera... Non sarà fluorescente, ma per adesso posso adattarmi" sorride, scoccandomi un occhiolino che mi fa scoppiare in una risata.
"Abel zucchero sarebbe fiero di te" rispondo, fiera del mio discepolo, quando lui si avvicina a me, comportandosi come uno starboy fallito che tenta di conquistare una ragazza.
"I only call you when it's half past five, the only time that I'll be by your side, I only love it when you touch me, not feel me, when I'm fucked up, that's the real me, when I'm fucked up, that's the real me, I only fuck you when it's half past five, the only time I'd ever call you mine, I only love it when you touch me, not feel me, when I'm fucked up, that's the real me, when I'm fucked up, that's the real me, babe" mormora nel mio orecchio, facendomi scoppiare a ridere.
The Hills è una canzone che credo si addica davvero poco a Calum perchè, andiamo, si farebbe scopare in ogni dove ad ogni ora di ogni giorno, specialmente da Ashton.
"Tu hai bisogno di fare sesso, quindi ti conviene andarti a cercare la tua croce... Ed è meglio che io vada a cercare Clarissa prima che la trovi impegnata a pomiciare con una bottiglia di vodka alla pesca".
"Come l'anno scorso al diploma?".
"Esattamente", e senza aggiungere altro entro in casa dove vengo accolta sempre dalle solite sensazioni e dalle solite scene che mi fanno rimpiangere di non essere stata a casa a guardare Gotham, quando parte una canzone in canzone spagnola che ha avuto grande successo la scorsa estate ma di cui non conosco minimamente le parole.
"Como tú te llamas, yo no sé, de donde llegaste, ni pregunté, lo único que sé, es que quiero con usted, quedarme contigo hasta el amanecer".
Sobbalzo sentendo le parole esatte sussurrate nel mio orecchio da una voce roca, andando quasi a sbattere contro Luke che ridacchia, prendendomi poi per la vita fino a farmi appoggiare contro un muro, lui a torreggiarmi ed io, povera, indifesa e già incredibilmente bagnata.
Ha un'ossessione con il vedermi contro un muro o sbaglio?
Solo in quel momento mi rendo conto di come è vestito, e se prima il Nilo scorreva tra le mie gambe, adesso l'oceano Pacifico ha preso possesso dei miei bassifondi sommergendo le terre emerse.
La camicia aperta fino a metá é un attentato alle mie ovaie, che hanno ripreso il loro tango sulle note 'si la do'.
Ed eccome se gliela do.
Luke sorride, probabilmente accorgendosi di un certo mio disagio, prima di chinarsi su di me, mormorando quasi contro le mie labbra: "Tu tranquila que yo te daré una noche llena de placer".
E non ho bisogno di studiare spagnolo per tradurre questa frase.
Luke non aspetta altro, e una volta pronunciata l'ultima parola le sue labbra sono sulle mie, le sue braccia a stringermi a sè, facendo aderire ogni parte del mio corpo con il suo, baciandomi con foga, quasi aspettasse da troppo questo momento, e io stessa mi ritrovo a baciarlo come se fosse l'aria ed io ne avessi una fame disperata.
Perchè sí, le labbra di Luke Hemmings creano dipendenza.
Le sue dita lasciano scie bollenti lungo i miei fianchi, toccandoli in un modo in grado di farmi inginocchiare in un secondo, e senza pensarci due volte mi separo solo per mormorare: "andiamo di sopra?".
E fanculo ai miei buoni principi morali.
Tanto erano destinati ad affondare.
Letteralmente.

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