"Vorrei in prestito una delle croci di Abel zucchero in questo momento solo per picchiarmi" sospira Clarissa davanti al suo muffin alla Nutella ancora intonso mentre il mio, tra le mie mani, è già ridotto a un singolo boccone che non mi attardo a finire, sentendomi uno scoiattolo con le guance gonfie.
Ho un futuro come quarta Chipette, posso essere la Chipette personale di Abel zucchero.
"No! Le sue croci al neon sono sacre, e destinate a toccare solo una cosa, e questa è il mio sacrosanto didietro" interviene Calum, fulminando la bionda con lo sguardo facendole alzare gli occhi al cielo, quando intervengo: "c'è una chiesa accanto a casa mia, però... Se proprio vuoi una croce, posso procurartene una. Anche se non te lo consiglio, ieri pomeriggio ci sono passata davanti e dall'interno provenivano rumori strani... Non andrò mai più a messa la domenica".
"Come se prima ci andassi. Prenderesti fuoco mettendo piede in un luogo santo con tutte le fantasie che fai, tra Matty fragola e Abel zucchero" commenta Calum, facendo la figura del bue che dà del cornuto all'asino, ma mi limito a tacere, prendendo poi un sorso del mio caffè.
Dopo tre ore di lingua tedesca, tra Larry e Grace che litigavano, Calum che continuava a mostrarmi tizi che avrebbe volentieri cavalcato su Grindr e Clarissa che si insultava da sola per la figura di merda fatta, sono troppo stanca per ribattere.
Ci manca solo più Hemmings in questa fantastica giornata.
"Dio, quanto mi farei battezzare da quel ragazzo" sento sospirare a Calum, e seguendo il suo sguardo noto Ashton Irwin ordinare qualcosa alla commessa di Starbucks, arricciando poi il naso alla sua camicia semi aperta con disegnati sopra vari volti di Gesù.
Il tocco di classe? Il rosario d'argento (o oro bianco, chi può dirlo) nel bel mezzo del petto scoperto.
Non mi è ancora chiaro il controsenso insito nel suo animo che lomporta ad atteggiarsi da pimp religioso, perchè ha quel portamento e quello stile da protettore di prostitute ma si professa novello padre Pio.
I giovani di oggi, vai a capirli.
"Ho detto alla ragazza più bella del mondo che mi chiamo Innamorata. Per favore, torturatemi" continua Clarissa, addentando in preda alla disperazione il muffin davanti a lei, quando un'idea sorge spontanea nella mia testa, e posando la tazza sul tavolo mi schiarisco brevemente la gola.
Questa è la mia occasione, potrei finalmente riuscire a convertirla ai criceti morti in testa e alle croci fluorescenti.
"Angel, knew you were special from the moment I saw you, I saw you, yeah, I said angel, I feel you're closer every time I call you, I call you, cause all I see are wings, I can see your wings, But I know what I am and the life I live, yeah, the life I live, and even though I sin, baby we are born to live, but I know time will tell if we're meant for this, yeah if we're meant for this".
Calum si gira di scatto verso di me, sorridendomi come solo Abel zucchero riesce a far sorridere con le sue parole, e afferrando il flaconcino spray del miele utilizzandolo come se fosse un microfono si unisce a me nel cantare sotto lo sguardo rassegnato di Clarissa.
Oh, può fare Cuor di Pietra quanto vuole, tanto so che sotto sotto si sta innamorando perdutamente di The Weeknd.
"And if we're not I hope you find somebody
I hope you find somebody, I hope you find somebody, I hope you find somebody to love, somebody to love, somebody to love, said angel, you'll probably never take me back and I know this, yeah I know this, aw man, I said angel, I'm so desensitized to feeling these emotions, yeah, no emotions baby".
"Spero di essere io l'angelo di cui parli... D'altronde, non saresti la prima a definirmi tale".
Mi paralizzo a quelle parole, tentata di prendere a ceffoni il proprietario della voce (e del profumo paradisiaco, perchè Hugo Boss è davvero la causa del mio decesso), imponendomi allo stesso tempo di non girarmi perchè altrimenti so che direi qualcosa di cui mi pentirei.
E gradirei evitare di dire 'ti va di provare il divano sul retro?' come ho fatto con un ragazzo molto bello che entrò nel negozio in cui lavorai un paio di estati fa.
Inutile dire che suddetto ragazzo sia scappato disgustato.
"Semmai posso definirti demone per il modo in cui cerchi di tentarmi" borbotto, prendendo la malsana decisione di girarmi verso di lui aggrappandomi per disperazione alla tazza del caffè, quando rimpiango la mia improvvisa spinta di coraggio.
Dio è stato davvero ingiusto.
Davvero, davvero ingiusto.
Luke sorride malizioso, scoccandomi un occhiolino: "ma si sa, bambolina, i cattivi ragazzi piacciono a tutti".
Oh santo Signore.
"Ma nella vita fai altro oltre ad ascoltare musica, giudicare gli artisti ascoltati dagli altri e cercare di entrare nelle mutande delle ragazze?" Sbotto, alzandomi in piedi sentendomi incapace di rimanere ancora seduta (soprattutto visto che data la mia bassezza da seduta sono ad un livello pericoloso, troppo vicina ai piani bassi per non sentire le ovaie ballare il mambo nel mio basso ventre), quando il biondo scuote la testa, mordendosi poi il piercing.
Credo di aver appena creato un nuovo lago, il lago di Terry.
La profondità dipende da quanto Luke abbia ancora intenzione di torturarmi.
Ho come la netta sensazione che questo bastardo sappia che effetto mi fa.
"Certo: oltre a cercare soltanto entro nelle mutande delle ragazze, e in questo momento vorrei tanto entrare nelle tue, bel faccino" risponde, facendomi letteralmente cadere le braccia, e per questo motivo il caffè che prima stringevo tra le mani si rovescia sui suoi pantaloni, facendolo saltare con un urletto che di virile ha ben poco.
"Brucia! Brucia!" Urla, sotto il mio sguardo scioccato prima che mi riprenda, e maledicendomi più volte afferro dei tovaglioni, cominciando a tamponare i suoi pantaloni.
"Fermo! Scusa, io... E stai buono, ho detto! Fermo!" Biascico, ma trovarmi ad asciugargli il cavallo dei pantaloni dal mio caffé rovesciato è davvero l'ultima cosa che vorrei fare.
"Brucia ancora" mormora dopo qualche secondo in cui ho tentato di asciugare per quanto possibile, alzando poi lo sguardo su di lui.
Lo so che non dovrei sentirmi in colpa perchè tecnicamente è colpa sua se tutto questo è successo, perchè se non avesse detto quelle parole ora non saremmo in questa situazione, ma sono davvero troppo buona, e nonostante sappia che me ne pentirò tra un paio di secondi non riesco davvero a trattenermi.
"Scusami... Cosa posso fare per sdebitarmi?".
Ecco.
Già mi prenderei a ceffoni per avergli fornito la mia verginità su un piatto d'argento.
Luke sorride malizioso, improvvisamente dimentico del caffè che ancora tanto gli bruciava le palle giusto trenta secondi fa, prima di guardarmi negli occhi.
"Concedimi un appuntamento" dice, il suo tono sicuro, da vero sbruffone, e se non fosse che gli ho offerto io quela possibilità (la prossima volta mi lego a una delle delle croci al neon di Abel zucchero) gli avrei già dato un bel due di picche, ma dato che ho scelto io di che morte morire, non posso che sospirare.
"Solo uno. Venerdí. E fino a venerdí, per favore, cerca un altro paio di mutande in cui entrare".
Luke annuisce a quelle parole, stranamente mansueto, e a gambe leggermente larghe probabilmente per il bruciore se ne va, camminando come le papere a cui fa cagare il caffè di Clarissa ogni le mattine, facendomi tornare a concentrare sui miei due amici, quando mi accorgo che, mentre Clarissa è ancora persa nel suo mondo, Calum sta passando all'azione con Ashton.
Nel modo più clichè possibile.
"Sei per caso un film horror? Perchè mi hai fatto prendere un colpo al cuore".
Io ed Abel zucchero non siamo affatto fieri di lui.
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Starboy || Luke Hemmings
Fanfic"Quante volte ancora devo dirtelo che non sei il mio tipo?". "Ma io sono il tipo di tutte! Smettila di mentire a te stessa e accetta di avere una cotta per te". "Solo quando ammetterai che ti piacciono le canzoni di The Weeknd". "Okay, rimani pure a...