Chapter 28: Dark Times

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"But you say no, you say no. Does he take care of you? Or I could easily fill his shoes, but you say no, you say no".
"Giuro che se non la smetti di cantare questa canzone immediatamente ti lego le palle con un nastro e costringo Ashton a farti lavori di bocca senza mai lasciarti venire" sibila Clarissa guardando male Calum che, non so se più per paura della bionda o del pensiero di non venire, ammutolisce, stringendosi nella sua giacca di jeans.
Mi chiedo cosa possano pensare le infermiere vedendo alle due e mezza del mattino tre ragazzi nella sala d'attesa dell'ospedale vestiti come se fossero appena usciti da uno strip club, con i pantaloni di pelle di Calum, il mio trucco sbavato ed i capelli arruffati (senza concludere niente, per giunta) e, infine, il seno quasi strabordante dal vestito rosa di Clarissa.
"Perchè non ci fanno entrare? Sei la nipote, per mille Abel zucchero, e noi siamo praticamente di famiglia" sbotto, guardando Clarissa che scuote la testa, leggermente intontita dalla situazione.
"Solo i figli... Mio padre l'hanno fatto entrare solo perchè mia madre piangeva disperata, a quanto mi ha detto" mormora, incrociando le braccia, mettendo ancora più in risalto la mercanzia quando Calum, notando che la situazione non è delle migliori, le passa la sua giacca, ottenendo il bagliore di un sorriso da Clarissa.
"Cla, scusami, ho avuto un problema con la macchina".
La voce squillante di Jackson, il fratello di Clarissa, anche se mischiata dalla preoccupazione, risuona per il corridoio, facendomi immediatamente puntare lo sguardo su Calum che si lecca le labbra com fare provocante.
"A cuccia".
"Andiamo, Terry, è Jackson".
"Ma tu stai andando a letto con Ashton".
"Non abbiamo definito la nostra relazione come esclusiva".
"Ma se sul tuo culo è marchiata quasi a fuoco una croce".
"Ho intenzione di tatuarmela come tributo ad Abel zucchero" afferma con un sorriso fiero, e quasi a sottolineare il concetto, sceglie di canticchiare una canzone non molto azzeccata per il momento.
Okay che si chiama Dark Times, ma direi che non sono nè il momento nè il luogo più adatti.
"Waking up, half past five,blood on pillow and one bruised eye, drunk too much, you know what I'm like, but you should've seen the other guy. This ain't the right time for you to fall in love with me, baby I'm just being honest, and I know my lies could not make you believe, we're running in circles that's why".
"Pure in ospedale, Cal? Ti prego, non il facocero morto" sospira Clarissa, smettendo di parlare con suo fratello solo per guardare rassegnata Calum.
"Hey, ragazzi... Mi dispiace incontrarvi in questa situazione... Se volete andate pure, rimaniamo noi" sorride piano Jackson, abbracciando sia me che il ragazzo accanto a me velocemente, ed in lui rivedo talmente tanta Clarissa che quasi mi spavento prima fi guardare la mia amica.
"Vuoi che rimanga? Per me non è un problema, lo sai" mormoro, avvicinandosi a lei, ma scuote piano la testa, abbracciandomi quasi come se fossi una ancora e lei stesse per affondare.
I mari, per una volta, non sono miei.
"Vai, tranquilla, e mi dispiace per averti disturbata nel processo di... Luke sembra uno che la lecca come un pro" sussurra nel mio orecchio, facendomi sorridere piano, quando altre tre persone fanno capolino nel corridoio della sala d'attesa, cogliendomi alla sprovvista.
Michelle Clifford è la prima, in testa agli altri due, che cammina veloce e nervosa, salvo poi rallentare leggermente non appena vede Clarissa.
"Hey" mormora piano, come se non sapesse cosa dire, e la mia amica, ancora vicina a me, arrossisce piano prima di allontanarsi da me ed avvicinarsi alla ragazza dai capelli lilla, quando i miei occhi si spostano su Calum e Ashton, che si stanno sorridendo complici, mano nella mano.
Mi sa che questa volta non è solo sesso, mio piccolo ninfomane ossessionato dalle croci.
Infine, davanti a me, con l'espressione di chi non si è dato pace per ore, Luke Hemmings in camicia spiegazzata e capelli arruffati, probabilmente simili ai miei.
"Scusami" mormoro, avvicinandomi a lui, troppo stanca e stremata anche solo per risentire dell'effetto che la sua bellezza ha sulle mie ovaie "ma la nonna di Clarissa è stata una nonna anche per me e Cal, non potevamo lasciarla sola e...".
Due dita di Lukesi posano sulle mie labbra, zittendomi, prima che si tolga la giacca di pelle, posandola sulle mie spalle.
"Sembri esausta, ti porto a dormire".
E, senza dire altro ma semplicemente sorridendogli, lo seguo, lasciandomi condurre ed addormentandomi nella sua smart verde limone.

***
Strana.
La sensazione che mi fanno le coperte questa mattina è semplicemente strana.
In genere sono calde, ma non cosí calde, e leggermente ruvide, non morbide come adesso.
Lentamente apro gli occhi, pronta a nascondermi sotto il lenzuolo, quando mi rendo conto che quello sulla mia pelle non è un lenzuolo, ma un braccio.
"Porco Abel!" Urlo, alzandomi a sedere di scatto, svegliando cosí il proprietario del braccio che si rivela essere Luke.
"Ma cosa... Terry, che succede?" Domanda con voce impastata di sonno, leggermente roca e profonda, e se prima solo la mia mente era sveglia, adesso anche le mie ovaie hanno deciso di fare cucù e richiedere la loro colazione.
E non si accontenteranno di un croissant.
In un secondo, i ricordi di ieri sera (e intendo dire proprio tutti i ricordi di ieri sera) tornano a galla, facendomi guardare attorno fino a riconoscere la stanza di Luke prima che il mio sguardo scenda sul mio corpo, coperto solo da una t-shirt.
"È mia, non potevo lasciarti dormire con il vestito" mormora Luke piano, sbadigliando, come se avesse intuito la mia domanda, indicandomi poi il mio abito piegato su una sedia.
"Come ci sono arrivata qui?" Domando piano, sdraiandomi nuovamente accanto a lui, facendolo sorridere piano prima che avvolga nuovamente un braccio attorno a me, senza però farmi sentire a disagio.
Leggermente eccitata sessualmente, certo, ma non a disagio.
"Ti ci ho portato io in braccio... Ti sei addormentata in macchina, e non volendo svegliarti ti ho presa in braccio. Poi peró mi sono accorto che il vestito non doveva essere esattamente comodo allora l'ho tolto e ti ho messo una mia maglietta... Giuro che non ho toccato nulla".
Ma può toccarmi quando vuole, per lui sono aperta sette giorno su sette.
Dannate ovaie fragili.
Però il suo gesto è stato cosí carino che non riesco a trattenermi dal sorridere, avvicinandomi poi piano a lui per lasciare un semplice bacio sulle sue labbra.
"Grazie mille, Luke. Forse non sei solo uno Starboy dei tanti, ma sei anche un galantuomo".
E il sorriso che compare sulle sue labbra a quelle parole è abbastanza per far battere più velocemente il mio cuore.
Maledizione, mi sono presa una bella cotta per Luke Hemmings.

Starboy || Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora