Chapter 36: Angel

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Il Natale a casa casa mia credo sia una delle esperienze piú mistiche e piú disagiate che una persona possa fare.
Non solo perchè ci sono qualcosa come cinquanta persone, tra la mia famiglia, quella di Clarissa e quella di Calum, ma anche perchè dal loro sarcofago escono certi elementi che mi spingono a chiedermi come sia possibile che io sia imparentata con loro.
E no, non mi riferisco al cugino che assomiglia a Brendon Banana che Clarissa sta cercando in tutti i modi di trascinare nel mondo oscuro dei Panic!At The Disco.
"Capite? Mi ha regalato un collare di pelle con il mio nome e un dildo a forma di croce, proprio come quello che ho regalato a voi! Adesso siamo proprio The Holy Trinity!" Esclama Calum, cercando di parlare sopra zia Betsy, una lontana prozia di Clarissa che non sente nulla se non i rutti di suo nipote Jackson.
"È davvero una cosa di cui andar fieri, Calum, wow! E non voglio sapere dove tu abbia preso i dildo, davvero non voglio saperlo" sospira Clarissa, continuando a mangiare tronchetto al cioccolato da almeno tre ore, ovvero da quando è finito il pranzo, facendomi sorridere leggermente.
"Acidona che non sei altro! Scommetto che il mio regalo ti è piaciuto!" Commento, dandole una leggera spallata che la fa sorridere suo malgrado.
"Effettivamente volevo proprio un cartonato a dimensioni naturali di Gigi Hadid... Sicuramente so cosa farne" ammicca, leccandosi le labbra con fare seducente, facendo comparire un'espressione speranzosa negli occhi di Calum: "se vuoi, posso procurarti altri Pussy Cupcakes! Ogni dieci cupcake me ne regalano uno a scelta, e se ne prendo dieci per voi me ne danno uno con la croce gratis! Cosí posso twittarlo ad Abel zucchero e fare in modo che si accorga di me, della mia devozione e del mio uccello e che si innamori di me, lasci quella cozza di Selena e mi scopi con quella croce! Ah, sono davvero un genio!".
Io e Clarissa ci scambiamo un'occhiata, a metà tra il basito (io) e il disgustato (lei), quando zia Petunia arriva di gran carriera accarezzando il suo cane Petunia.
Non so che problemi abbia con il narcisismo.
"Ragazzi! Allora, avete dei pettegolezzi succosi per me? Fatemi sentire giovane di nuovo! La mia vicina di casa mi tiene sempre così informata, mentre voi non mi raccontate mai niente!" Esclama, sedendosi tra Calum e Clarissa che si guardando con un sorriso complice.
Zia Petunia non ha la più pallida idea che lui ami la prolunga e lei la presa.
"Ho un ragazzo" esclamo, cercando di spostare l'attenzione da loro a me per evitare che uno dica che chiama il suo scopamico 'Monsignore' a letto e che l'altra si masturba pensando a una modella famosa in tutto il mondo su cui fa sogni erotici.
"Oh, davvero?! Tesoro! E io e zio Ernest che scommettevamo su quanti gatti avresti adottato nella tua vita da zitellona!" Sorride, tutta orgogliosa, mentre Clarissa scoppia a ridere, continuando a ingozzarsi di tronchetto.
"Beh, almeno io sono fidanzata" commento, calcando la voce sull'io, prima di rivolgermi a Clarissa: "e tu, invece?".
"Già, tu? Non mi racconti mai nulla, che quasi nipote sei?" Rincara la dose zia Petunia, facendo arrossire fino alla punta dei capelli la bionda che finalmente posa il piatto, che mi appresto a prendere per finire il dolce, prima di scrollare le spalle.
"Nessuna relazione stabile al momento" confessa, guardandosi le mani, cogliendomi leggermente di sorpresa, e solo quando la osservo piú attentamente mi rendo conto che al polso ha un bracciale che non le ho mai visto prima.
Forse dovrei fare meno sesso con Luke e concentrarmi di piú su quello che mi succede intorno.
"Ma dai! Una ragazza così carina, non ci credo che non ha un fidanzato!" Esclama zia Petunia, quando mia madre arriva per invitarla a giocare a tombola, scoccandoci un occhiolino quando finalmente la porta via.
"Stronza" borbotta Clarissa, guardandomi male, e sto per risponderle a tono quando sia il mio cellulare che quelli di Calum e Clarissa squillano, e non appena leggo il messaggio so che abbiamo ricevuto tutti e tre lo stesso.
Così, con una giacca mal allaccata, una sciarpa spessa e alcuni preservativi in tasca usciamo da casa mia, trovando davanti al portone Ashton, Michelle e Luke che ci osservano, tutti e tre imbacuccati, Michelle con tanto di calze fino al ginocchio con sopra gli alberi di Natale.
"Direi che ti piace molto il Natale" sorride infatti Clarissa, raggiungendola, e dalla sua tasca vedo spuntare un pacchettino argentato, ma rimango in silenzio, sorridendo tra me e me e raggiungendo il mio starboy che mi aspetta con un sorriso.
"Aspetta" mormora prima che possa alzarmi sulla punta dei piedi per baciarlo, e con un gesto fulmineo tira fuori dalla tasca della giacca un rametto di vischio con tanto di bacche rosse.
"Così è tradizione" sorride, attraendomi a sè per poi baciarmi, facendomi sorridere mentre le sue labbra sono premute alle mie.
Luke riesce a farmi eccitare sessualmente ma allo stesso tempo a farmi sciogliere il cuore, non so come sia possibile.
"Hey" sussurra scostandosi leggermente, ed io mi limito a sorridere prima di cedere a uno dei miei desideri piú grandi e lasciare un piccolo bacio sul suo naso, facendoglielo arricciare leggermente.
È cosí bello, sotto la luce bianca del cielo coperto da nuvole, tanto che mi ricorda un angelo.
Ed è subito Abel zucchero, come sempre, d'altronde.
"And even though I sin, maybe we are born to live, but I know time will tell if we're meant for this, if we're meant for this, and if we're not I hope you find somebody, I hope you find somebody, I hope you find somebody, I hope you find somebody to love, somebody to love
Somebody to love, said angel".
"Ma cosa ho fatto di buono per meritarmi te?".
La domanda sfugge dalle mie labbra prima che possa fermarla, facendomi arrossire quando Luke mi guarda con un sorriso che fa battere piú velocemente il mio cuore, e forse stavolta so cos'è, so che non è la tachicardia, che non è Abel zucchero o i cinque kilometri di corsa fatti per prendere l'ultimo muffin al cioccolato.
Forse è amore.
"Potrei chiederti la stessa cosa, Terry. Anzi, forse è un po' presto, ma sinceramente, chissene frega" esclama, tirando fuori un pacchettino dalla tesca, facendomi spalancare gli occhi.
"Sono troppo giovane per sposarmi!" Mormoro, leggermente alla sprovvista, ma Luke ridacchia, scuotendo la testa.
"Questo è il tuo regalo di Natale... Ma è solo la prima parte, il resto te lo dico dopo".
Con le mani tremanti afferro il piccolo pacchetto rosso, strappando la carta, e un sorriso compare sulle mie labbra non appena vedo il contenuto della scatola, e quando alzo gli occhi noto che l'altra meta del cuore spezzato d'argento, quello che con ogni probabilità ha scritto dentro 'starboy', è al collo di Luke vicino al solito ciondolo di metallo.
È una cosa così pateticamente romantica che qualcosa dentro di me scatta, e le parole lasciano le mie labbra prima che me ne renda conto, sfuggendo al mio pensiero, controllate solo dal cuore.
"Ti amo, starboy".

Starboy || Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora