39.A volte ritornano

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Tre anni dopo…

Hostess:“Señorita,estamos a punto de despegar,abrochénse el cinturón de seguridad,por favor (signorina,stiamo per decollare,allacci la cintura di sicurezza,per favore)!”
“Sí,claro,gracias (sì,certo,grazie)!”

Faccio come mi ha detto l’hostess e intanto osservo la pista 4 dell’Aeropuerto de San Pablo,la stessa su cui sono atterrata quando ho deciso di trasferirmi a Siviglia,città meravigliosa che mi ricorda in parte il calore della mia Sicilia.Non so se sono pronta a rimettere piede a Bologna dopo tanto tempo,ma è lavoro e va fatto.Mentre ho la sensazione di vuoto allo stomaco tipica del decollo le immagini dei tre anni appena trascorsi mi scorrono davanti agli occhi come un film...

Ricordo perfettamente quel luglio che seguì la discussione a Firenze:Piero in giro tra Europa e Sudamerica e telefonate e messaggi sempre poco frequenti e brevi in cui cercava di interessarsi alle mie giornate mentre dal canto mio vi leggevo uno sforzo innaturale nel farlo.O forse ero io ad essere ormai troppo insofferente,non lo so più.

Poi arrivò agosto,la cui prima metà passai davvero a Bologna a lavorare,mentre lui era a Naro prima e in vacanza con gli amici poi.Quando avrebbe potuto venire da me per stare un po’ insieme non lo fece perché a sua detta aveva bisogno dell’aria di casa.Ho ancora in mente le notti passate a rimuginare,finché maturai una decisione per me molto sofferta ma inevitabile:porre fine ad una storia in cui non si era sicuramente esaurito l’amore,ma avevo perso in qualche modo lo stimolo a lottare perché in quel momento mi sentivo l’unica a farlo,e non reggevo più quel peso per me troppo grande.Perché forse aveva ragione Calvino quando diceva che << a volte ci sentiamo incompleti,ma siamo solo giovani>>:probabilmente ero troppo giovane e ad un certo punto mi ero scoperta non in grado di sostenere una situazione così impegnativa.Volevo lottare per realizzare i miei progetti e sentivo di non avere il supporto giusto da parte della persona che me lo aveva promesso,e allora avevo capito che era meglio chiudere la partita e mettersi nuovamente in gioco,ma questa volta da sola.
A volte si scoprono i propri limiti e si fanno i conti sul bilancino per capire quale sia il sacrificio più giusto.Non minore,perché magari ti fa male da morire,solo più giusto.Capita,è la vita.
D’altronde ci eravamo promessi sincerità e gliela dovevo,non avrei più potuto continuare a trascinarmi quella relazione in quel modo.

Erano seguiti chilometri macinati in fretta da parte sua per un tentativo di chiarimento che non era servito a restituirmi la voglia di crederci ancora,perché non la vedevo più in primis in lui e quindi di riflesso in me.
C’erano state chiamate e messaggi continui e sempre rifiutati,finché non gli avevo chiesto di lasciarmi in pace definitivamente,per poi cambiare numero perché non avrei potuto leggere quel nome sul display ancora senza sentirmi morire dentro una volta in più.
Quindi le lacrime,regalate al cuscino nelle infinite notti in bianco,la mia concentrazione solo su me stessa e lo studio tale da portarmi alla laurea specialistica con qualche mese di anticipo,e l'impiego infine trovato,dopo decine di curricula inviati,presso il Società Italiana di criminologia,un onore ed una grande responsabilità per me.

Qualche mese più tardi era stata la volta dell’arrivo,o meglio del ritorno,nella mia vita di Marco,il famoso ragazzo della fiera,che aveva ottenuto il mio numero per vie traverse e che da allora mi aveva fatto una corte serrata alla quale avevo ceduto solo dopo un bel po’,e più per sfinimento che per reale interesse.
Era stata una storia durata qualche tempo,lui era molto gentile e premuroso,anche se un po’ troppo pieno di sé per i miei gusti.Era finita quando avevo finalmente ammesso a me stessa che non era mai scattata fino in fondo la scintilla in me,che finivo per paragonare la nostra storia a quella con Piero e la trovavo estremamente più insignificante,mai lontanamente vicina al vero amore.Era stata solo un diversivo per esorcizzare la paura di restare sola in un periodo di vulnerabilità,ma per fortuna l’avevo chiusa prima di farci ancora più male,anche se non siamo rimasti certo in ottimi rapporti.

Ed infine quindi la proposta di trasferimento al Centro di investigazioni del Ministero spagnolo,che avevo accettato senza troppo rifletterci con conseguente partenza quasi immediata,ed accolta con stupore da parte di chi mi  vuole bene:ricordo ancora le telefonate dei miei,di Giada,di Agnese e perfino di Mattia,tutti che mi chiedevano se fossi davvero convinta.Ma in fondo sono sempre stata la donna con la valigia,e quindi andava bene così.

Ci fu una cena a sorpresa organizzata da Franz con Ignazio,Gianluca e Martina per augurarmi buon viaggio,una delle serate più belle impresse nella mia memoria.Con loro non ho mai perso i contatti in questi anni perchè sono persone speciali a cui tengo.
Ed effettivamente non mi sono mai pentita di quella scelta,che se in quel frangente fu forse un modo per allontanarmi da Bologna si è però poi rivelata un’occasione strepitosa per fare tantissima esperienza nel mio settore lavorativo accanto ad ottimi professionisti,per conoscere una città che ho amato fin da subito insieme alla sua lingua e penso anche per crescere come persona.

Oggi mi sento più sicura e più donna,non solo nei miei venticinque anni nuovi di zecca,ma anche con un animo meno infantile,con più coraggio di prendere decisioni difficili e farcela da sola.Ho imparato a cadere e rialzarmi senza aspettare o aspettarmi che qualcuno mi tenda la mano,ma solo scrollandomi la polvere di dosso per proseguire il mio cammino.Ho cercato il modo di ricucire piano piano i pezzi di me che ho perso nelle mie mille cadute,e,se non è possibile,di tirare la stoffa da un altro lembo,che in qualche modo se stringi le braccia intorno a te stessa un po’ di calore te lo dai comunque.
Non ho più ritrovato l’amore e non so dire se ne sarei pronta,ma forse in cuor mio mi piacerebbe tornare a sentire quel vortice che ti scombussola dentro.Perché ho imparato che la vita a volte è difficile,ma senza speranza in qualcosa di meglio non è vera vita.

Con Piero non ho più avuto contatti,ma attraverso i ragazzi ed internet ho sempre seguito i loro traguardi con orgoglio,osservandoli diventare show men in un programma in prima serata di grande successo,e continuare a scalare le classifiche con altri dischi e conquistare il mondo con tour lunghissimi.
Ho visto da lontano l’amore di Gian e Marty crescere e diventare una storia solida e ormai importante,e Ignazio finalmente riconoscere quella luce speciale che cercava negli occhi di una biondina con cui sembra avere messo la testa a posto.Degli amori di Piero non ho mai parlato con loro,ho letto qua e là di più di un flirt ma non so quale sia adesso la sua situazione sentimentale,e non mi deve interessare.Spero che adesso che sono stata mandata a Bologna per un progetto di un paio di mesi sarà possibile evitare di incontrarci,perché non me la sento di affrontare momenti imbarazzanti o rivangare un passato di cui ho conservato intatti solo i bei ricordi.

Questa a Bologna dev’essere solo una breve parentesi di piacevole ritorno al passato per poi tornare alla mia gratificante vita andalusa.



Ta-daaan! Vi aspettavate questo salto temporale bello grande? Eh,ma vi avevo annunciato novità! Vedremo che combinerà questa "nuova"Felicia... Vi prego di commentare in tante perché sono proprio curiosa di leggervi!
Buonanotte,
MissR.

In ogni strada,ogni città,dovunque vada...Ho te nel cuore {Il Volo/PB}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora