"Your imagination gets so twisted when you
Think you've seen my worst but
I have an instinct that can never be reversed
My vengeance is a curse"
- Kill or be killed (new year's day)
Innsbruck, Primavera del 1743
Zenas fece per avvicinarsi alla sconosciuta. Allungando una mano verso il suo viso, incuriosito dallo stato di mutazione tanto avanzato, provò a scostarle una ciocca di capelli, ma ella balzò indietro, muovendosi al pari di un animale in trappola. La vide arretrate fin quando il muro non le impedì di proseguire nella fuga e, poi, rannicchiarsi a terra in un gesto d'inutile difesa. Nascosta tra la libreria e il camino, nella penombra inframmezzata dalle lingue di fuoco che di tanto in tanto facevano scoppiettare i tocchi di legno, il Greco poteva leggerle in viso paura e confusione - e amaramente, come già era capitato in passato, rivide in lei il sé che aveva seguito il lazerikhah (risveglio).
Ricordava ancora la moltitudine di emozioni che lo avevano assalito quel giorno, la percezione differente di tutte le cose che gli stavano attorno; la vista più acuta, l'udito più fine, la carne stranamente insensibile. Non aveva dimenticato l'agitazione nel ritrovarsi coperti di sangue, il panico dato da un incubo atroce che non pareva avere conclusione e, men che meno, i pensieri di quella sera - pensieri che si era presto reso conto essere più veri e terrificanti di quanto la sua umana concezione avesse mai potuto concepire. Morire e resuscitare nelle stesse carni di sempre, seppure diverse, era qualcosa di spiazzante, ma non impossibile a quanto aveva scoperto, esattamente come accettare quella verità. E la sconosciuta che aveva di fronte in quel momento avrebbe a sua volta dovuto comprenderlo: in caso contrario, se non il corpo, sarebbe stata la mente a tradirla - e probabilmente ucciderla.Con la mano ancora a mezz'aria, rivolta verso la ragazza, Akràv si chiese per quale stupida ragione Salomone ne aveva infine creata un'altra. Per quale motivo, il suo Re, aveva voluto aggiungere alla propria collezione una nuova Chimera, o l'ennesimo fallimento, in caso il suo involucro di carne avesse rigettato l'anima e l'Ars? Possibile che dopo tutti quegli anni, i decenni e i secoli, per non parlare delle promesse, il loro Signore non aveva ancora compreso quanto orribile poteva essere un'esistenza come quella? Erano perennemente costretti a fuggire, mentire e uccidere al pari di sicari, nascondendosi senza mai costruire nulla di realmente concreto. Zenas non lo avrebbe mai augurato a nessuno, nemmeno ai suoi peggiori nemici - seppur in tutto quel male avesse trovato anche del bene.
Però, mentre i suoi occhi scuri si concedevano qualche altro istante di esitazione sull'estranea, si ricordò le parole che erano state pronunciate qualche tempo prima proprio dall'uomo che ora se ne stava seduto alle sue spalle, in attesa: niente più figli del sangue e dell'alchimia, nessuna riapertura delle porte dell'Inferno. Erano già in cinque, accollarsi una nuova vita avrebbe significato un maggior consumo dell'Hagufah (corpo) e, quindi, trasmutazioni più frequenti. Per quanto Salomone sembrasse essere immortale, nonché imperturbabile di fronte alle leggi del mondo, la continua pratica dell'Ars faceva sì che i contenitori si consumassero più velocemente, costringendo tutta la famiglia a compiere un nuovo trasferimento dell'anima in lassi di tempo sempre meno lunghi.
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Le Chimere di Salomone: il Re
FantasyRe Salomone: colto, magnanimo, bello, curioso, umano. Alchimista. In una fredda notte, in quella che ora chiamiamo Israele, egli stringe tra le braccia il corpo di Levi come se fosse il tesoro più grande che possa mai avere. Lo stringe e giura che...