"I'll stop the whole world,
I'll stop the whole worldFrom turning into a monster and eating us alive
Don't you ever wonder how we survive?
Well now that your gone, the world is ours.I'm only human, I've got a skeleton in me
But I'm not the villain, despite what you're always preachingCall me a traitor, I'm just collecting your victims
They're getting stronger, I hear them calling"
- Monster, Paramore
D'improvviso Noah si sentì paralizzare, incapace di dare un senso a quello che era appena accaduto. L'aveva capita. Lui, che nemmeno aveva idea di quale lingua fosse, era riuscito a capire le parole di quella sconosciuta - e metterla a tacere. Come, non se lo riusciva a spiegare.
Allentando la presa su Levi, senza però mollarlo del tutto per paura che gli potesse sfuggire di mano, volse il capo in direzione del divano, lì dove, sbigottita, la ragazza lo stava fissando a sua volta.
Bagnandosi le labbra, la vide sporgersi con il busto verso di lui, quasi fosse un animale incuriosito dalla preda, pronta a saltargli addosso: «Lo parla davvero. Lui... lui sa l'ebraico» le sentì uscire di bocca. Non seppe dirsi a chi si stesse rivolgendo, a dire il vero dubitò stesse parlando con qualcuno in particolare, eppure quelle sue parole lo fecero rabbrividire - o forse fu il suo sguardo, rosso e caldo come il sangue.Ebraico, ripeté tra sé e sé, cercando di ricordare quando mai l'avesse udito, ma più tentava di riportare alla memoria quel momento, meno gli sembrava essere avvenuto in un passato vicino o lontano.
Dalla cucina, facendolo sussultare, arrivò il vocione dell'uomo coi dreadlock: «Non hai detto che è successo anche ieri sulle scale?» le domandò, riprendendo a mescolare qualsiasi cosa ci fosse nella bacinella incurante della situazione e lei, come ridestandosi dai propri pensieri, si ritrasse nuovamente.
«Ha farfugliato, potevo benissimo aver capito male.» Ora, più che sorpresa, dava l'idea di essere infastidita e, nel guardarla, Noah non si accorse di aver mollato definitivamente la presa su Levi, permettendogli di sgattaiolare via. Il corpo di lui gli scivolò via dalle dita in un batter d'occhio e nel rendersene conto il cuore prese un'impennata, schizzandogli in gola. Visto il modo in cui lo aveva spinto al muro, urlandogli addosso e digrignando i denti, gli venne naturale temere una vendetta che, stranamente, non ebbe luogo.
Piuttosto che scagliarglisi contro e ripagarlo con la medesima violenza, il ragazzo prese le distanze alzando le mani in segno di resa. A quella distanza, l'attenzione di Noah poté concentrarsi non solo sul suo sguardo, ma anche sull'espressione che aveva in viso. Era serafico, i lati della bocca si spingevano leggermente verso l'alto e, in quella posa, la cicatrice sul suo zigomo prendeva la forma di una linea netta, un taglio deciso che lo fece tremare. Fu solo a quel punto che gli tornarono alla mente le parole del sé bambino e, intrecciando nuovamente lo sguardo con quello di Levi, sussurrò: «Nakhaš.»
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Le Chimere di Salomone: il Re
FantasiRe Salomone: colto, magnanimo, bello, curioso, umano. Alchimista. In una fredda notte, in quella che ora chiamiamo Israele, egli stringe tra le braccia il corpo di Levi come se fosse il tesoro più grande che possa mai avere. Lo stringe e giura che...