Capitolo Diciassettesimo - Parte seconda: Non avere paura dei mostri

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"When this began

I had nothing to say

And I get lost in the nothingness inside of me

(I was confused)

And I let it all out to find

That I'm not the only person with these things in mind"

- Somewhere I belong, Linkin Park

Mentre il profumo della torta si faceva sempre più prepotente all'interno dell'appartamento, Levi si concesse il lusso di osservare Noah

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Mentre il profumo della torta si faceva sempre più prepotente all'interno dell'appartamento, Levi si concesse il lusso di osservare Noah. A ridosso della parete, con un libro qualsiasi aperto sotto al naso, quasi a depistare il suo interesse per ciò che stava accadendo, se ne stava silenzioso a studiare la scena di fronte ai suoi occhi - o meglio, a studiare lui, l'Hagufah. Con le mani giunte tra le ginocchia e il torso proteso in avanti, il giovane si era finalmente messo a sedere, abbassando le difese; e Zenas, senza troppi complimenti, si era assunto la responsabilità di affrontare qualsiasi domanda lui gli avrebbe posto, da quelle più recenti sino al loro primo incontro - ma non quello avvenuto nell'auditorium lì a Vienna, bensì a Praga, quando mesi addietro le due anime più antiche del mondo avevano attraversato Ponte Carlo e si erano riconosciute, chiamate. Era stato quello l'inizio di tutto, la svolta, la scarica di adrenalina che improvvisamente lo aveva fatto nuovamente sentire vivo - e nonostante i suoi fratelli quel giorno non fossero presenti, Nakhaš sapeva che Akràv sarebbe stato più bravo di lui a gestire le emozioni e dire a Noah qualsiasi cosa volesse sapere; in fin dei conti, tra tutte le Chimere, era il più paziente e amorevole, l'unico a essere mai stato padre e aver compreso l'importanza della calma, del raccontare con minuzia soppesando anche il più piccolo dei quesiti.

Lui non ce l'avrebbe mai fatta. Si conosceva abbastanza da sapere che la foga avrebbe avuto la meglio sul buonsenso, che la smania di ritrovare Salomone lo avrebbe spinto a diventare quasi... molesto, sì, esattamente come qualche giorno prima - si era dovuto sforzare per fermarsi, per non spaventarlo.

Passandosi la lingua sul labbro, Levi d'improvviso scostò lo sguardo, portandolo su Alexandria. Dal punto in cui si trovava la vedeva appena, eppure non poté che sentirsi rincuorato nel trovarla appollaiata sul pianale della cucina, le gambe accavallate, le braccia tese lungo i fianchi, gli occhi socchiusi e le orecchie tese, insieme al capo, in direzione del divano.
Stava ascoltando anche lei - e, nel constatarlo, sorrise.

«Ci hai chiesto chi siamo, giusto? Bene, allora partiamo dal principio e permettimi di introdurci così, ragazzo: noi tre siamo nati in epoche lontane, in epoche che le persone forse non ricordano bene, ma di cui parlano ancora, alle volte con estrema ammirazione, affascinati da ciò che ha definito il mondo, alle volte con riluttanza e timore. Il problema, però, è che ci siamo anche morti in quelle epoche, ma non del tutto, non veramente. So che suona strano, eppure vedi... c'è stato un uomo, tantissimi anni fa, un Re che ha saputo unire scienza e magia meglio di qualsiasi altro. Questa persona si è votata alla conoscenza, al coraggio e nel farlo ha compiuto l'impossibile, sfidando tutti gli Dei conosciuti e le leggi del cielo e della terra. Lui, Noah, ha piegato l'alchimia al suo volere, riportando in vita sette corpi morti, anime che a suo dire non potevano andar perdute così presto perché diverse, speciali» lo sguardo di Zenas cadde su Levi, su colui per cui tutto ciò era accaduto, la ragione che aveva spinto Salomone a oltrepassare qualsiasi limite. Il Generale sentì il peso di quegli occhi posarsi sulle spalle, ne fu in parte schiacciato, ma resistette - persino dopo tanti anni, in Akràv, era ancora possibile scorgere della risentimento, seppur tenue.
«Ebbene, quella è stata la nostra fine e il nostro inizio. Sembra la trama di un pessimo romanzo fantasy, non trovi? Io l'ho pensato così tante volte... peccato non ci sia mai stato nulla di finto in ciò che abbiamo visto, fatto, vissuto. Senza comprendere come tutto ciò fosse possibile ci siamo ritrovati nuovamente su questa terra, ma non come prima. Eravamo gli stessi, in qualche modo, ma anche terribilmente diversi e... beh, a causa di questa diversità abbiamo finito con il camminare in lungo e in largo per il pianeta, a solcare mari, oceani, scalare montagne, affrontare guerre dalla parte dei conquistatori ma anche dei conquistati. Ci siamo ritrovati negli agli anni ruggenti di ogni periodo storico e anche in mezzo a terribili carestie senza invecchiare di un singolo giorno. Abbiamo perso ricordi, averi, amicizie, ma mai la speranza, l'amore, il sorriso o quella sorta di famiglia che ci eravamo costruiti... o quantomeno è stato così fino a ventisei anni fa.»
Involontariamente Nakhaš fece correre la propria attenzione dalle pagine del libro al fratello e, subito dopo, su Alexandria. Era certo che Zenas l'avrebbe guardata, che avrebbe cercato sul suo viso la smorfia di impronunciabile dolore che le si formava ogni volta che si parlava di quel giorno, dello scontro con il Cultus, dell'annegamento del Re - eppure non lo fece. A differenza sua Akràv rimase fisso su Noah, quasi si stesse aspettando dal ragazzo una qualsiasi reazione, proprio come lui stava facendo con Z'èv: peccato che nessuno dei due, a quelle parole, batté ciglio.
Con le palpebre chiuse, la Contessa sembrava essere diventata parte del mobilio. Era immobile, tanto che a malapena si poteva notare il movimento del suo petto quando inspirava o espirava l'aria e, a quella vista, Levi si sentì stringere lo stomaco. Uno scatto d'ira o un pianto isterico sarebbero stati molto più confortanti di quell'apatia, della sua totale indifferenza alla questione perché, in qualche modo, l'avrebbe capita, avrebbe potuto immaginare i suoi pensieri, le emozioni che le si agitavano dentro; invece, di fronte a quell'inerzia, si sentì perso e la cosa non gli piacque affatto - ma d'improvviso, a costringerlo a distogliere lo sguardo da Alexandria, arrivò la risata roca di Noah.

Le Chimere di Salomone: il ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora