Capitolo trentunesimo - Parte Prima: L'ultimo

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"I'm afraid
I'm afraid
I'm afraid
Afraid, afraid of a ghost "

- Breed, Nirvana

La seconda lettera di Nikolaij era arrivata dopo due settimane dalla prima

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La seconda lettera di Nikolaij era arrivata dopo due settimane dalla prima. Zenas l'aveva recuperata all'ufficio postale e nonostante la trepidazione del momento era riuscito ad aspettare di arrivare a casa prima di aprirla e scoprirne il contenuto. Noah era rimasto in disparte insieme a Colette, osservando la gioia dell'uomo con un distacco che lo aveva tormentato per tutta la sera. Levi e Alexandria avevano brindato con il fratello, ma non era certo lo avessero fatto per il medesimo motivo e lui, dal canto suo, avrebbe tanto voluto reagire in modo diverso. Esultare all'idea di aggiungere un nuovo tassello al puzzle che era la sua mente sarebbe certamente parso più appropriato, eppure era riuscito solamente a forzare un sorriso. La realtà dei fatti era che aveva paura. Noah temeva che con la settima Chimera potessero arrivare guai e il pensiero che la stasi raggiunta in quei giorni potesse andare in frantumi non lo aveva fatto dormire per diverse di notti.

Grazie al cielo, come una vera guardia del corpo sempre in servizio, ogni volta che era uscito dalla propria stanza per cercare conforto nel cielo stellato e nella brezza frizzantina di fine Ottobre aveva trovato Levi seduto in giardino: le gambe sul tavolino e la sigaretta a bruciare tra le dita, fumata da Eolo o chissà quale altra divinità. In quelle notti Nakhaš era diventato un confidente, ma soprattutto un porto sicuro. Noah gli aveva parlato dei suoi dubbi e lui lo aveva rincuorato con quel suo solito sorriso ammaliante.
Alla terza notte, anche lui si era deciso che ricongiungersi con Nikolaij sarebbe stata la cosa migliore per la famiglia. Subito dopo averlo detto ad alta voce, in modo che risuonasse più reale e che Levi potesse poi ricordargli ciò che aveva deciso, si era accorto di come, mentre lo ascoltava, la Chimera si rigirasse tra le dita un ciondolo circolare. Quando gli aveva chiesto cosa fosse, Nakhaš aveva trasformato il suo sorriso in una smorfia nostalgica.
«È una promessa» gli aveva confessato, afferrandolo con forza nel palmo. Aveva poi inspirato l'ennesima boccata di nicotina, aggiungendo: «Una promessa che ti ho fatto diversi secoli fa. La porto con me per non dimenticare.»
Era stato titubante nel chiedergli di cosa si trattasse e Levi ci aveva pensato su parecchio prima di rispondergli: «Lo ricorderai, akh. È una storia troppo lunga per essere raccontata stanotte.» Aveva poi spento la sigaretta e messo fine ai loro incontri notturni.
La mattina seguente, sempre a quel tavolino e sempre con gli occhi puntati sul petto della Chimera più antica del mondo, per scorgere la sagoma di quella promessa, l'Hagufah aveva ascoltato il piano per incontrare Nikolaij.

Non molti giorni dopo, la gravità delle sue scelte lo condusse nel vivo dell'azione.

Noah si portò una mano al petto, cercando in tutti i modi di calmare il battito del proprio cuore. Si era reso conto di non essere pronto a nulla di ciò che sarebbe dovuto accadere già quando la sveglia aveva suonato accanto al suo orecchio. La sensazione era poi andata peggiorando quando l'auto di Colette si era messa in moto verso Marsiglia. Nel momento in cui il suo sedere si era poggiato sulla poltroncina della caffetteria scelta per l'incontro, aveva infine capito di voler solo tornare a qualche sera prima e rimangiarsi le parole che aveva confessato a Levi - e, a sentire una delle sue accompagnatrici, non doveva certo essere l'unico.
«È stata una pessima idea» sentì sbuffare Wòréb a poche spanne dal lui. Era già al terzo caffè e i suoi tic sembravano stranamente sotto controllo, al contrario del suo malumore. «C'è qualcosa che non va, me lo sento. Quel sorcio porta solo rogne» non stava guardando ne lui né Alexandria, ma piuttosto un punto indefinito oltre la vetrata che dava sulla strada. Avevano scelto un posto affollato per confondersi meglio, ma il chiacchiericcio dei presenti non aveva fatto altro che aumentare la sua agitazione e la frustrazione di Colette.

Le Chimere di Salomone: il ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora