Capitolo 24. Scontri e bugie parte 1

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«Ehi, Granger, che ne dici di quello sgabuzzino al terzo piano? È sporco abbastanza per te, ma non so se Malfoy potrebbe sopportare anche quel tipo di marciume, se capisci cosa intendo» Pansy Parkinson, il viso da carlino corrugato da una folle smorfia di sardonica compiacenza, ghignò in direzione di Hermione, circondata dal suo corteo di Serpeverde ridenti e maliziose.
«Ehi, Parkinson, che ne dici di una Fattura Orcovolante? È meschina abbastanza per te, ma non so se quei mostri potranno sopportare il tuo brutto muso a lungo, se capisci cosa intendo» Ginny Weasley ringhiò ad alta voce quell'acido avvertimento, e, senza bisogno di impugnare la bacchetta, riuscì a far scomparire da quel volto sprezzante la smorfia di superbia e divertimento che vi si era disegnata, in favore di una più sincera espressione impaurita. L'esile ragazza dai capelli rossi la superò, scambiandosi con la Serpeverde un'occhiata di puro disprezzo.
«Ignorali, Hermione. Ignorali e basta» consigliò Ginny con sussiego. Ostentava una feroce fierezza, e anche un sorriso piuttosto divertito, mentre camminava lungo i corridoi insieme alla sua migliore amica, affiancata a sua volta da Neville, la bacchetta sguainata e un'espressione ostile e minacciosa sul volto.
La piccola Weasley, in realtà, sembrava sinceramente divertita da quella situazione: ogni tanto, Hermione la vedeva agitare la bacchetta in direzione di qualche studente, che la occhieggiava con sguardi divertiti e oltraggiati al tempo stesso.
Era un pettegolezzo succulento, quello che Blaise Zabini aveva servito alla scuola, ma assolutamente immorale l'argomento che ora era sulle bocche di tutti: una Grifondoro e un Serpeverde insieme? Era una chimera che nessuno avrebbe mai voluto vedere, e che tutti disprezzavano. Di questo sarebbe stato certamente contento il Cappello Parlante e il fu Silente, che da sempre predicavano l'unione tra le case; ma lo erano molto mento i Corvonero e i Tassarosso, uniti ora più che mai con i Grifondoro nella lotta ai Serpeverde – e ora anche a Hermione, nuova e inaspettata traditrice.
Da quando la notizia della sua storia con Malfoy era uscita dalla bocca di quell'idiota di Zabini – ora Hermione capiva per quale motivo Draco lo chiamasse sempre così! – la scuola si era coalizzata contro di lei. Draco Malfoy l'avevano lasciato perdere: tanto per cominciare, avevano altro da rimproverargli che una relazione con una Grifondoro; e secondariamente, era ancora troppo potente e pericoloso, e incuteva ancora troppo timore per poterlo attaccare delibaratemente. Ma Hermione era la vittima ideale per qualasiasi tipo di scherzo o insulto, anche perché non era incline a replicare alle offese.
Ciò che gli studenti di tutta la scuola non avevano preso in considerazione, era che Hermione Granger non solo aveva un cervello abbastanza acuto da farsi scivolare tutte le ingiure addosso – aiutata anche dall'esperienza, preziosa, che aveva avuto con Harry e Ron, da sempre oggetto di offese di ogni tipo, per i più disparati motivi – ma aveva anche una migliore amica particolarmente talentuosa nelle Fatture Orcovolanti. Quella domenica, infatti, la scuola era stata repentinamente oggetto di un'invasione di piccoli esserini svolazzanti, l'Infermeria si era riempita di ragazzine che accusavano un'improvvisa ed inspiegabile acne, e da ogni parte volavano libri e boccette d'inchiostro, sfuggiti dalle mani di distratti studenti.
Neville, da parte sua, era stato assolutamente di parola: la sua bacchetta aveva aiutato Hermione a liberarsi di due Corvonero maligne, che avevano fatto levitare fino a lei una boccetta di Pozione Dimenticante, e gliel'avevano versata nel succo di zucca. Prima che lei potesse accorgersene, le ragazze avevano subito una profonda ed incomprensibile amnesia che le aveva portate subito in infermeria, allarmando Madama Chips, che non si spiegava né quello, né gli altri sintomi presentati dalla calca di studenti che quel giorno avevano deciso di affollare l'Infermeria – e di domenica non era mai successo.
Tutto sommato, se si eccettuava lo Snaso che le aveva devastato il dormitorio, Hermione aveva avuto una giornata serena, grazie ai suoi amici.

«Malfoy non ha nessuna intenzione di difenderti, vero?» domandò Ginny dopo un po', con tono falsamente indifferente. Gli occhi scuri si spostarono con circospezione su Hermione, che arcuò le labbra in un lieve sorriso e continuò a camminare con lo sguardo fisso dinnanzi a sé, ignorando la frecciata dell'amica.
«Ne dubito» rispose sinceramente la strega, mentre alla sua destra un gruppo di Tassorosso del terzo anno la guardavano sghignazzando. Hermione ebbe l'impressione che stessero nascondendo qualcosa dietro la schiena, ma non ebbe il tempo di appurare quanto di vero ci fosse nel suo sospetto, perché Ginny sbuffò.
«Immagino sarà contento di non essere più l'unico a dover subire gli insulti degli studenti» commentò con acidità, il volto arricciato in una smorfia di disgusto.
«Il solito egoista» acconsentì Neville, occhieggiando con indiscrezione e curiosità i Tassorosso che anche la strega aveva già notato. Hermione non riuscì a trovare nulla da replicare, così sospirò. «Oh, scusa, Hermione» si affrettò subito il Grifondoro che la accompagnava, rivolgendole uno sguardo mortificato. Lei gli sorrise, scuotendo il capo.
«Magari l'ha fatto apposta!» Ginny si bloccò nel mezzo del corridoio, la bocca spalancata e gli occhi sgranati in un'espressione di improvvisa comprensione: sembrava aver appena avuto l'illuminazione del secolo.
«Chi?» domandò perplessa Hermione, un paio di passi avanti all'amica.
«Cosa?» chiese curioso Neville, guardando la piccola Weasley con sospetto.
«Malfoy» rispose subito lei, fissando con una serietà sconcertante i due amici. «Ti ha sedotto solo in vista di questo momento. Magari è in combutta con Zabini, gli ha detto lui di dire tutto. Così nessuno studente gli romperà più i...» Hermione bloccò quell'assurda ipotesi prima che l'amica potesse completare la frase.
«Ginny, per essere la persona più perspicace che io abbia mai conosciuto, questa è la...»
«... stronzata più grossa che io abbia mai sentito» completò Neville per lei, con un grande sorriso sulle labbra. Alle occhiate perplesse delle altre due, rispose con una breve risata. «Malfoy non è così intelligente da inventare un piano del genere, e in ogni caso è troppo pieno di sé e delle sue idee sul sangue puro per abbassarsi al livello di Hermione anche solo per gioco» spiegò rapidamente, per poi impallidire non appena conclusa quella frase. Scosse energicamente il capo, e si volse subito verso Hermione. «Non abbassarsi al tuo livello, voglio dire, tu sei molto alta, Hermione, cioè, sei fantastica, intendevo solo dal suo punto di vista, non volevo dire che tu...» La strega chiamata in causa sorrise, e poggiò una mano sul braccio del Grifondoro.
«So cosa intendevi, Neville. Non preoccuparti» lo rassicurò, mentre Ginny contemplava il soffitto persa in elucubrazione mentali che la rendevano molto simile a suo fratello e alle sue assurde teorie. Neville sorrise, e aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto prima di poter emettere alcun suono.
«Da te non me lo sarei mai aspettato, Hermione» la rimproverò una voce leggera e conosciuta alle sue spalle. Hermione e Ginny si voltarono, sorprese, e incrociarono gli occhi enormi e chiari di Luna Lovegood.
«Luna!» Neville ruggì il suo nome come se quello da solo bastasse ad esprimere tutto il suo sdegno, e la colpa della nuova venuta. La ragazza in questione voltò appena la testa verso di lui, perplessa, poi riportò lo sguardo sulla Grifondoro prima citata, e la fissò quieta, come in attesa di una spiegazione. Portava un assurdo fermaglio a forma di Thestral tra i capelli, che spiccava vigorosamente nel biondo chiarissimo del crine.
«Mi dispiace di non avertene parlato prima, Luna. E mi dispiace anche se lo trovi sbagliato, ma non ho intenzione di cambiare solo perché me lo chiedono gli altri, o perché tutti pensano che sia una cosa orrenda» replicò Hermione, dapprima con tono pacato, e poi con voce sempre più infervorata, fino ad assumere una nota quasi isterica.
«È molto bello che tu non voglia cambiare per gli altri, Hermione» replicò pacatamente Luna, con la voce tintinnante. «Ma questa volta mi trovo in disaccordo con te» continuò, rivolgendole un sorriso nonostante le parole suonassero dure, a dispetto del tono leggero che stava utilizzando, come se stesse amabilmente conversando del tempo. Ginny la guardò di sottecchi, come indecisa se affatturare anche lei o meno. «Non ti denuncerò al Ministero solo perché sei mia amica, ma in quanto tale ti consiglio di non ripetere questo riprovevole comportamento perché...» La Corvonero fu interrotta dalla voce della piccola Weasley, che intervenne senza lasciarle modo di completare il suo rimprovero.
«Aspetta, che c'entra il Ministero? Luna, di cosa stai parlando?» domandò perplessa Ginny, sbattendo le palpebre un paio di volte. Luna spostò lentamente gli occhi dal volto di Hermione a quello della Grifondoro che le aveva appena rivolto quella domanda; come lei, sfarfallò con le ciglia in una chiara esternazione di confusione.
«Voi di cosa state parlando?» chiese di rimando la Corvonero, che pensava che, in effetti, gli altri non avessero compreso in pieno la gravità della situazione.
«Di Hermione e Malfoy?» tentò la piccola Weasley, guardandola di sbiego. Luna spalancò appena gli occhi, anche se quel movimento passò praticamente inosservato data la naturale dimensione del suo sguardo, poi guardò Hermione.
«Tu stai con Malfoy? Oh, che bella notizia. Bene, Hermione, sono contenta per te» disse con un sorriso, la voce leziosa e addolcita da una nota vivace. Hermione, Neville e Ginny sgranarono gli occhi, increduli e perplessi. «Ciò non toglie che ciò che hai fatto è imperdonabile» continuò la Corvonero con tono appena più severo; la sua voce risultava comunque leggera, e per nulla minacciosa.
«Cosa ho fatto?» domandò Hermione, che non poteva immaginare quale altra colpa potessero mai imputarle. Luna, per tutta risposta, infilò una mano nella borsa che portava a tracolla, e ne tirò fuori una piccola palla di pelo nera, con un lungo muso che sbucava fuori da quella soffice massa scura.
«Uno Snaso?» considerò Neville, che capiva sempre meno quella faccenda, ma si era perlomeno ammansito, e ora non considerava Luna tanto ignobile quanto prima. Doveva immaginarlo prima, in effetti, che in quel rimprovero ci doveva essere qualcosa di strano – com'era strana lei, in tutto ciò che diceva e faceva.
«L'ho trovato nella Foresta Proibita. Un Thestral lo stava quasi mangiando, e lui era morto di paura» Luna accarezzò il piccolo animaletto, che emise un lievissimo squittio di approvazione, e si mosse appena nella sua mano. Lo sguardo della Corvonero era dolce, e ricco d'affetto, mentre guardava lo Snaso. «Gira voce che fosse tuo» continuò, e glielo porse con un lieve sorriso sul volto. «Non dovresti abbandonare gli animali» considerò con una nota severa nella voce, ma mantenendo quell'espressione quieta e serena.
«Non è mio» si affrettò a rispondere Hermione, scuotendo energicamente il capo. «L'hanno infilato nella mia camera, e io l'ho solo... invitato fuori, nel parco» spiegò con una leggera esitazione nella voce. Confidare a Luna che quell'invito era consistito in un Incantesimo di Esilio esasperato non le sembrava proprio il caso.
«Puoi tenerlo tu, se vuoi» propose Ginny con dolcezza: l'idea che l'amica potesse tenere come animale domestico una creatura esistente, la allettava parecchio, in effetti.
«Oh, davvero? Mi farebbe molto felice. Ho sempre desiderato un Sofficino»
Ecco, come non detto. Ginny deglutì, e si passò una mano sugli occhi, evidentemente esasperata. Neville ridacchiò, mentre Hermione stringeva le labbra, assumendo un'espressione incredibilmente simile a quella della McGranitt.
«Ehm, Luna... quello è uno Snaso» cercò di dire con la massima delicatezza, timorosa di ferire i sentimenti dell'amica.
«È un errore piuttosto comune, in effetti, scambiarlo per uno Snaso» Luna sorrise in direzione della Grifondoro, accondiscendente. «Ma questo è un Sofficino. Vedete la sfumatura blu del pelo? E il muso è più lungo di almeno due millimetri, rispetto a uno Snaso. È impossibile non notarlo» concluse allegramente. Dopodichè, volto le spalle ai tre, e se ne andò saltellando, gli occhi verso il cielo che si intravedeva dalle finestre del corridoio.
«Davvero, come abbiamo fatto a non accorgercene?» fece notare Ginny con una nota talmente ironica nella voce, che Neville ed Hermione scoppiarono a ridere prima ancora che avesse finito.

IL FANTE DI PICCHE E LA DAMA DI CUORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora