thirty-one 31

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ASPETTA CHE SI CARICHINO LE CANZONI.

“Flame! Sei pron- WOW!” esclamò Harry non appena mi vide.

“Sì, ecco devo solo .. Ahia cazzo!”  succhiai il sangue che fuoriusciva dal piccolo foro sul dito, causato dagli orecchini.

“Che hai fatto?” si poggiò contro la porta aperta, che dava direttamente sul corridoio.

“Mi sono punta con l’orecchino!” risi agitando la mano.

“Allora sei pronta?!” chiese nuovamente.

“Sì!” affermai sorridente.

“Gira” scherzò imitando il movimento con la mano.

Girai su me stessa.

I jeans aderivano alle gambe perfettamente, facendole sembrare snelle.

La camicia bianca di seta scendeva morbida sul busto, con la scollatura che lasciava intravedere leggermente il petto .

Il colletto era contornato da alcune pailette dorate, come i polsini e i bottoni.

La collana dorata e a magliatura larga circondava strettamente il collo.

Gli orecchini fini e billantinati alleggerivano l’outfit, che era completato dai tronchetti e dalla borsetta in tessuto nero.

La giacca di finta pelle scura era poggiata delicatamente sul mio avambraccio.

I capelli rossi scendevano lisci e ordinati sulle spalle, in tono agli occhi grigi leggermente truccati.

“Perfetta!” sorrise malizioso il riccio, lasciandomi un bacio sulla guancia.

“Aspetta!” lo fermai dall’intenzione di arrivare alla bocca, poggiando la mano candida sul petto possente.

Una risata profonda vibrò in lui, facendo aprire un sorriso sul suo volto angelico.

“Se ci beccassero gli altri?!” chiesi retorica allontanandomi da lui.

“Flame …” si voltò verso la porta.

“Mh?!”  mugolai interrogativa.

“Non c’è nessuno!” rise avviandosi verso il piano inferiore.

“Ah” sussurrai tra me e me camminando verso l’uscita.

Harry era davanti la porta, si sistemò i pantaloni e la camicia che aveva lasciato aperta sopra la canotta bianca.

Scosse i capelli scuri con la mano, per poi osservarsi allo specchio posto sulla parete adiacente al legno rossastro.

“Allora andiamo?!” dissi uscendo e riportando il riccio alla realtà.

Nel tragitto verso la macchina, il ragazzo mi sorpassò, salendo velocemente nel veicolo e posizionandolo appena davanti il vialetto .

Salii alla sua sinistra, controllando che tutto fosse nella borsa.

Spostai i capelli indietro, scombinando la pettinatura perfettamente liscia e ordinata.

“Hai paura?” chiese mantenendo lo sguardo sulla strada e selezionando le marce.

“Di cosa?” lo osservai perplessa.

“Della denuncia e del processo che seguirà..” disse vago.

“Non molta .. lo devo a Ed, e se questo vuol dire rischiare la vita, lo farò. Non mi interessa!” esclamai giocando con le dita frenetiche.

You don't know about my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora