twenty 20

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ASPETTA CHE SI CARICHINO LE CANZONI.

I mesi passarono, e con essi le stagioni.

Avevo sistemato finalmente i miei problemi con Liam, che si era trovato una ragazza, Karen. All’inizio a Louis non andò giù molto questo fatto, (vedi capitolo 10), ma se ne fece una ragione, anche perché stava con Eleanor, ed erano anche andati a vivere insieme.

In casa si respirava un’aria diversa, quasi migliore, ma mancava sempre la risata piena e contagiosa dell’eterno peter pan dagli occhi smeraldo. Si stava più larghi e, finalmente, avevo ritrovato la mia privacy, o quasi.

Demi era stata messa in punizione per tre mesi, senza telefono,senza pc e non poteva uscire né usare il motorino, visto che era quella la causa della punizione : l’avevano beccata alle 3 di mattina che stava cercando di uscire

Ed era il solito forever alone, che suonava la chitarra e si abbottava di birra, infatti era perennemente ubriaco.

Bruno si era lasciato con Jessica, o meglio era stato scaricato : l’aveva beccato con l’amica di Lauren, Rachel.

A proposito di Lauren, non aveva più l’occhio nero o il braccio fasciato, ma dal quel giorno si era ben guardata dal parlarmi. Ma quello che era successo non l’aveva fermata riguardo al ronzare intorno ad Ashton, e la cosa mi dava al quanto ai nervi.

Il mio rapporto con Ashton si era intensificato sempre di più, e, sfortunatamente, anche quello di Harry e Taylor.

Io avevo deciso di essere più nella norma, ricolorandomi i capelli di rosso. Be’ non era il massimo, ma era sempre meglio del turchese cielo e soprattutto era meglio essere chiamata Pel di Carota che Fata Turchina. Fata Turchina mi sapeva troppo di … di brava ragazza.

Avevo continuato ad allenarmi in palestra con Harry, e ci avevo preso gusto nel vedere il forzuto cercare di parare i miei colpi, sempre più potenti.

Le cose con il riccio andavano meglio : non c’erano stati baci o cose oltre, solo degli sguardi intensi e pieni di desiderio. Eravamo diventati quella cosa che, fin da quando avevo conosciuto Ashton, avevo sperato che saremo diventati: AMICI, un po’ strani ma , amici.  Avevamo , finalmente, imparato entrambi a stare al nostro posto.


***

Il suono della grandine che batteva mi svegliò.

Ero avvolta nelle molteplici coperte, che avevo tirato a me nel sonno.

Mi guardai intorno, riconoscendo la camera di Ashton.

Il cassetto dei preservati, come lo chiamava lui, era ancora aperto dalla sera precedente.

I vestiti erano sparsi sul pavimento, colorando il parquet marroncino, di macchie bianche e colorate.

Affondai la testa sul cuscino, coprendomi avvolgendo le coperte ancora di più.

Gli occhi socchiusi catturarono una figura alta e a torso nudo, appoggiata allo stipite della porta.

“Buongiorno!” si stese accanto a me, poggiando la tazza fumante di thè sul comodino.

“Buondì!” dissi con voce roca, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco.

“Dormito bene?” mi lasciò un bacio sulla guancia.

“Sì, te?” pronunciai sbadigliando.

“Be’, togliendo il fatto che mi sono svegliato per il freddo, che mi hai preso a calci nel sonno e che mi hai rubato il cuscino, possiamo dire che ho dormito bene!” scherzò.

You don't know about my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora