twenty-seven (RATING ROSSO)

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I CONTENUTI POTREBBERO TURBARE I LETTORI.

ASPETTA CHE SI CARICHINO LE CANZONI.

Il funerale era finito da circa mezzora e si stava per svolgere la celebrazione seguente, quella dove tutti si sarebbero riuniti in una stanza, avrebbero fatto il rinfresco e avrebbero parlato di quanto tenevano al defunto.

Nonostante fosse il funerale del mio migliore amico, non volevo restare, sarebbe stato troppo doloroso.

“Liam, voglio tornare a casa. Non ce la faccio!” tremai con la voce.

“Ah ok !- mi baciò la testa – Io ora però non posso, vorrei rimanere ancora  un po’..” prese le mie mani, facendo incontrare i nostri sguardi solo alla fine della frase.

“Ah allora andrò a piedi..” sussurrai incrociando le braccia infreddolite e guardando le punte delle scarpe lucide.

“No, con queste scarpe come fai?! – sorrise – Harry, Harry!” lo chiamò, facendolo accorrere in pochi secondi.

“Dimmi tutto!” esclamò sorridendomi con gli occhi verdi.

“Potresti accompagnarla a casa? Sai non voglio che vada sola” si rivolse al riccio.

“Certo! - mi sorrise malizioso. – Andiamo” si affiancò a me.

Prima di andarcene, salutammo tutti e ci augurammo le più sentite condoglianze.

Salimmo in macchina e buttai  scarpe e pochette nei sedili posteriori.

Harry manteneva i meravigliosi occhi sulla strada, ogni tanto lasciando che lo sguardo vagasse sul cambio.

In pochi minuti arrivammo a casa e Mr. Wilow ci venne ad accogliere.


***

Ero in camera, riguardando le foto nel computer.

Indossavo ancora le lacrime, come il vestito che ricopriva gran parte del mio corpo. Avevo buttato in un angolo le scarpe lucide, come avevo buttando in un angolo tutti i pensieri, facendo spazio nella mia mente solo a Ed.

Il suono delle mani che bussarono contro la porta, mi portò a distogliere l’attenzione dallo schermo, portandola verso il legno che s’apriva.

“Sei impegnata?” la voce roca di Harry risuonò nella stanza.

“No..” mi asciugai gli angoli degli occhi.

“Che facevi?” chiese sedendosi sul letto ancora sfatto.

“Affogavo nei ricordi … te?” svicolai dal suo sguardo, soffermandomi sulla camicia slacciata ai primi bottoni e sul papillon pendente da un lato.

“Pensavo a te … - si avvicinò alla sedia su cui ero appollaiata- e a quel bacio che di devo..” sorrise malizioso.

Arrossii.

Non era il momento di dire certe cose, ma queste certe cose mi .. mi rallegravano in un certo senso.

Mi alzai dalla sedia color lilla, ritrovandomi davanti esso, che torreggiava su di me con la sua altezza.

Le sue mani si poggiarono delicatamente sulle mie gote, ricoprendole completamente.

In un secondo sentii le sue calde, morbide e delicate labbra sulle mie screpolate e rigate dal mascara sciolto.

Mi avvicinai con il corpo al suo, sentivo il suo calore .

Poggiai una mano sul suo petto possente e l’altra sulla sua nuca.

You don't know about my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora