Casa Richardson.

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(( So perfettamente che non siamo arrivate a 10 stelline ma il capitolo lo metto comunque per tutte voi che mi seguite! )) 😘

Eve's pov.
Vengo svegliata dal bussare sulla porta della mia stanza. Ma chi è alle otto del mattino? "Si?" Chiedo ancora assonnata stiracchiandomi sotto il piumone nero in contrasto con le pareti bianche della mia stanza il cui arredamento si basa proprio su quei due colori. "Signorina Richardson, solo qui per truccarla e acconciarla." Dice la donna al di là della porta in legno nero. Sbuffo e metto la testa sotto al cuscino. "Entra." Le dico. Lei apre la porta sorridendo come fosse normale acconciare la gente così presto al mattino. "Si alzi per favore, non possiamo lavorare se lei poltrisce." Dice cercando di non ridere. "Sisi, ci sono." Rispondo io alzandomi e sentendo un brivido di freddo appena vengo a contatto con l'ambiente esterno. Maledetta la mia abitudine di dormire in camice da notte di seta quando sono a casa. Prendo la mia vestaglia anch'essa di seta  dall'appendino, la indosso e la lego in vita troppo pigra per fare altro. "Sono tutta tua." Dico, lasciando che mi acconci e mi trucchi come preferisce o come le ha comandato mia madre. Una volta finito il lavoro lascia la stanza. Ovviamente non ho più lentiggini, le solite lenti azzurre i capelli sono lisci con un trucco marrone sugli occhi e un rossetto fucsia opaco. Mi do una sciacquata veloce, perfettamente consapevole che il trucco è completamente waterproof. Mi dirigo verso la mia cabina armadio e opto per una canotta rosa antico in seta con il pizzo sullo scollo, messa dentro a dei pantaloni a vita alta eleganti anche se aderenti di un color verde salvia ed una giacca blu infine decido di mettere delle scarpe con il tacco ma non troppo alto, sempre blu. Non capisco il motivo di andare a colazione già vestiti di tutto punto, ma ormai ci sono abituata. Decido di legare i capelli in una coda lasciando qualche ciuffo sul davanti, sono troppo lunghi già da ricci e da lisci mi fanno ancora più fastidio. Prendo il telefono e mi guardo un'ultima volta allo specchio, non mi riconosco nemmeno. Esco dalla porta e percorro il corridoio, scendendo poi le scale. L'unico rumore che si sente sono i miei tacchi sul pavimento, avviso per i domestici pigroni di mettersi a lavoro prima che io passi e li veda. Raggiungo la sala da pranzo apparecchiata per una sacco di persone rispetto alle solite quattro. Noto entrare i futuri sposi dalla porta così ne approfitto per fare le congratulazioni ad entrambi. In fondo non ho ancora avuto tempo. "Siete davvero carini insieme! Congratulazioni, non ve le avevo ancora fatte!" Esclamo cercando di rimanere più composta possibile, ma sorridendo. "Sei davvero carina! Grazie mille!" Esclama Mali-koa abbracciandomi, ricambio l'abbraccio per poi dire a Mark "L'hai scelta proprio bene." Facendogli un occhiolino e facendo arrossire la ragazza, mentre arrivano gli altri ospiti. Tra tutti noto Luke, è ovviamente vestito di tutto punto anche se si nota dai capelli che si è appena svegliato: li ha uguali alla mattina che mi sono svegliata nel suo letto. Reprimo questi pensieri e faccio per sedermi al mio solito posto vicino a mio padre ma mia madre mi interrompe. "Charlotte, per questi giorni lì si sederanno i signori Hood e gli Hemmings voi ragazzi avete l'altra parte del tavolo. Poco vi interessa delle nostre discussioni." Spiega indicando la parte destra del tavolo. Cerco di rimanere indifferente e mi siedo, mio fratello si siede di fianco a me probabilmente per aiutarmi e dall'altra parte si siede Celeste. Purtroppo i suoi genitori arriveranno a fare visita ai miei quando me ne sarò già tornata in Australia, mi spiace davvero troppo. Quando alzo gli occhi dalle notifiche del mio cellulare noto Luke seduto di fronte a me con Calum alla sua destra vicino a Mali, mentre Jack e Ben a sinistra. Faccio sempre finta di nulla quando mi viene portata la mia solita colazione da quando sono piccola: spremuta d'arancia fresca e una brioches vuota. Mangio e ascolto gli altri chiacchierare, mentre sento sempre quel maledetti occhi azzurro mare su di me. Spero davvero che non mi riconosca, non voglio rimanere fuori dall'Alaska per un tempo indefinito. Soprattutto dopo quello che è successo a mio padre e il matrimonio di mio fratello, anche se sono ancora un po' arrabbiata perché l'hanno tenuto segreto, almeno a me avrebbe potuto dirlo. Finita la colazione decido di andare a prendere il mio portatile e di andare sotto il gazebo, vicino al laghetto. Mi tolgo le trappole infernali ai piedi e mi metto comoda sulla panchina. Certo le temperature non sono calde come in Australia ma siamo più o meno a metà dell'estate qui e poi sono abituata. Mi piace l'atmosfera di pace che si crea. Sto vagando sui social quando mi arriva un messaggio sul cellulare.

Luke:
-Non capisco cosa possa averti fatto, degnati almeno di parlarmi.-

Non so se rispondergli o se ignorarlo. Blocco il cellulare rivolgendo di nuovo il mio sguardo al computer e dopo qualche minuto ne arriva un altro.

-Per favore, dammi un buon motivo per non parlarti e lo farò-

Ne ho troppi di motivi per non farti parlare più con me.

Decido di rispondergli.
-Sono sotto il gazebo, vicino al laghetto. Fatti dire da qualche domestica come raggiungerlo.-

Dopo quasi un quarto d'ora lui arriva. "Certo che questa non è una casa è un labirinto!" Esclama, mentre io rido. "Una settimana e ti ci abitui." Rispondo da altezzosa. "Volevo semplicemente dirti che tu non sai chi io sia realmente, per questo non voglio che tu ti faccia del male standomi vicino." Spiego sempre con nonchalance, rimettendo le scarpe ed alzandomi. Mi avvio verso il laghetto, sicura che lui mi seguirà come un cagnolino al guinzaglio e così fa. "Hemmings, io ti voglio bene ma non sono una ragazza da frequentare per quanto non lo possa sembrare." Dico convinta. "Non avrei dovuto fare quella brava con te e non avremmo dovuto parlarci, mi dispiace." Lui mi guarda con un cipiglio sul viso. "Io davvero non capisco, pensavo fossimo amici almeno." "Mi dispiace." Rispondo prima di tornare sotto il gazebo, prendere il portatile e ripercorrere la strada e ritornarmene nella villa. Troppo stressata ordino alle domestiche di prepararmi un bagno caldo e loro lo fanno, mi immergo fino al collo e rimango così per non so quanto. Mi chiamano anche per il pranzo ma non ho fame. Dopo diverso tempo sento bussare alla porta, esco scocciata dalla Jacuzzi e mi metto addosso il mio accappatoio e le pantofole. Mi avvicino alla porta e la apro, rimango di stucco. Che ci fa ancora qui? Mi guarda implorante con quegli occhi azzurrissimi, che farebbero pentire il più atroce degli assassini. "Volevo passare del tempo con te, da amici. Semplici amici. Puoi anche rimanere con il tuo mutismo selettivo per tutto il tempo." Dice gesticolando con la mano, reprimo un sorriso e sbuffo anche se annuisco accettando.

•••
Hi people,
Scusate l'inattività e la poca fantasia ma in questo periodo la scuola mi sta letteralmente uccidendo.
Spero vi piaccia comunque, confido in tanti commenti e stelline.
Grazie di tutto!
With love,
-Mat.

Double life. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora