Mathilda's pov.
Dopo la scoperta della morte della sua gemella io e Luke siamo diventati inseparabili. Appena ho una serata libera da lavoro mi porta fuori e finiamo per dormire insieme nella mia camera o nella sua, i fine settimana usciamo in gruppo e anche gli altri sembrano accettarmi per quello che sono, o per quello che faccio credere di essere.
I preparativi per il matrimonio di Mark e Mali vanno a gonfie vele e nessuno sta più nella pelle: nè qui nè a casa mia, articoli ovunque, servizi di telegiornali, interviste, quei due ragazzi non hanno nemmeno il tempo di respirare.
Il biondo dorme di fianco a me, beato. Mi alzo e mi dirigo in bagno. Mi guardo allo specchio pentendomi di non essermi struccata la sera prima.
Apro l'acqua ed entro sotto il getto fresco della doccia, inizio a pensare a quanto io sia fortunata.
Penso al fatto di avere una famiglia ancora unita, che per quanti litigi possa avere si sostiene sempre. Penso al non aver perso parenti stretti.
Penso all'avere un ragazzo meraviglioso.
Penso all'avere degli amici meravigliosi.
Penso a quanto il sia grata di tutto questo.
Esco dalla doccia e avvolgo l'asciugamano in torno al corpo.
Esco e la prima cosa che incontro sono due occhi spaventosamente azzurri e lucenti che fanno spuntare un sorriso sul mio volto.
Si stiracchia a mi sorride anche lui, picchiettando con la mano sul materasso come per invitarmi a dormire di nuovo. "Mi sono appena lavata, sono bagnata, e poi devo andare a lavorare. Ricordi?" Si solleva appoggiandosi sugli avambracci. "Dai, solo cinque minuti." Piagnucola come un bambino. "Devo ancora asciugarmi, bagnerò tutto." Rispondo aprendo l'armadio per cercare l'intimo e la divisa. "Ci sono le domestiche per questo." Dal tono di voce posso capire benissimo il sorrisino che ha stampato in faccia, anche senza vederlo. "Hai qualcosa contro le domestiche?" Lo stuzzico, mentre apro un cassetto. "Assolutamente no. Anzi, ora che ci penso forse qualcosina sì." Ora posso dire che sta sorridendo pienamente, chiudo il cassetto e sorrido anche io. Pianto un urlo quando mi sento sollevare da terra e appoggiare con poca delicatezza sul materasso. "Ah si? Hai qualcosa contro le domestiche?" Ripeto la domanda, notando il sorriso che si forma ancora sul suo viso. "Mh, si. Sono decisamente troppo sexy con quella divisa addosso. Tutti i maggiordomi le guardano, e loro nemmeno se ne accorgono." Apro la bocca, fingendomi sorpresa. "Non sarai per caso geloso? Eh, Hemmings?" Adesso sono io a fare un sorrisino. "Chi? Io? Geloso? Ma figuriamoci." Mi sposta una coccia di capelli bagnati dal viso. "Nessuno si metterebbe mai contro di me e mi ruberebbe la donna." Arrossisco cercando di non farlo notare ma senza risultati positivi. "Sei davvero carina quando arrossisci." Sussurra accarezzandomi la guancia per poi lasciarmi qualche bacio sul collo. La porta si apre di scatto, credendo fosse qualche amico di Luke sbuffo e lui si prepara ad insultarli. Ci giriamo e notiamo sua madre in tailleur grigio che ci osserva minacciosa. Ci alziamo dal letto ricomponendoci per quando possibile. "Hai insegnato a me di bussare ma tu non lo fai." Constata Luke scontroso. "È casa mia, perciò faccio ciò che voglio." Risponde sua madre senza nemmeno scomporsi. "Non mi importa minimamente delle tresche che hai con le domestiche, l'hai sempre saputo. L'unica cosa che mi importa è che loro arrivino puntuali a lavoro." Spiega guardandomi. "È più di una settimana che Mathilda arriva in ritardo in cucina. Non lo accetto, chiaro?" Annuisco rendendomi conto della gravità della situazione. "Mi scusi, non era mia intenzione." Rispondo intimorita. "Zitta, non m'importa." Il ragazzo di fianco a me stringe i pugni. "È colpa mia, non rivolgerti a lei in quel modo." La Signora lo guarda come se avesse appena detto che vuole diventare un normale lavoratore. "Tu, non ti azzardare a dirmi cosa devo fare. Avresti potuto almeno sceglierne una migliore, l'ultima era più carina e più educata inoltre non arrivava in ritardo a lavoro. Nessuna era mai arrivata in ritardo a lavoro, Luke." Fa un sorrisino per poi andarsene senza nemmeno chiudere la porta. "Scusala." Sbuffa il ragazzo di fianco a me. "Cosa intendeva con l'ultima frase, Luke?" Chiedo cercano di rimanere calma. "Ti fai tutte le domestiche?" Chiedo disgustata. Lui guarda per terra e poi guarda me. "Prima era mia abitudine portarmele a letto. Impazzivano per il mio fascino da uomo ricco." Cerco di non far uscire le lacrime, non voglio farmi vedere mentre piango. "È disgusto, davvero. È quello che stai facendo anche con me?Oddio sono stata così stupida." Dico con tono piatto. "Dio non lo farei mai, non sei una come loro. Non ti importava e non ti importa dei soldi e della casa che ho, mi tratti come una persona normale e io non potrei essere più fortunato." Quello che non sa è che non mi interessa dei suoi averi perché io ne possiedo almeno il quadruplo. "Mathilda?" Mi guarda ci una scintilla negli occhi. "Mh?" Si avvicina prendendomi il viso tra le mani. "Sa cosa? Credo di essermi innamorato di lei, Signorina Cooper."
Merda.
Merda.
Ancora merda.
Ho già detto merda?•••
Hi people!
Scusate davvero tanto l'inattività, ma ultimamente non ho nemmeno il tempo di respirare.
Spero che il capitolo vi piaccia e aspetto stelline e commenti, sapete che adoro i vostri pareri!
With love,
-Mat.
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Double life. || Luke Hemmings.
FanfictionMathilda Charlotte Eve Cooper Richardson, figlia dei sovrani dell'Alaska per punizione è costretta dai suoi genitori ad andare in Australia sotto copertura al servizio della famiglia più prestigiosa di quel continente. Riuscirà a sopportare la puniz...