Luke's pov.
Prendo un respiro profondo e appena riesco alzo lo sguardo verso quegli occhi di cui fino a ieri mi fidavo. "Non è come sembra." Sussurra lei. "Ah no? E come dovrebbe essere scusa?" Urlo. "Mi hai mentito, fottutamente mentito dal primo momento che ti ho incontrata! Mi sono aperto con te, ti ho raccontato cose che nessuno sapeva, credevo fosse lo stesso ma invece no! Vengo a scoprire da altri che la mia ragazza non è minimamente chi dice di essere. Vengo a scoprire che è una delle persone più importanti e manipolatrici del mondo e che sono stato uno stupido a fidarmi di lei." Prendo i capelli e li tiro. "Non è così, non sei stupido!" Dice lei, mentre una lacrima le riga il volto. "Ti prego!" Le urlo, cercando di non perdere la pazienza e poi come se una lampadina mi si fosse accesa in testa mi sbatto una mano in fronte. "Ecco perché non ti importava dei miei possedimenti, ne hai il triplo! Cosa sono un passatempo? Quando ti saresti stufata mi avresti buttato via?" Apro le braccia come a chiedere spiegazioni migliori e lei scuote la testa. "Non lo avrei mai fatto Luke, sto con te perché ti amo veramente. La storia è più lunga di così. Non sono qui sotto copertura per un mio capriccio, solo perché volevo usarti. Sono qui per punizione dei miei genitori e innamorarmi di te non era di certo nei miei piani." Sbuffo, inizio a camminare nervosamente e, senza pensarci, tiro un pugno all'armadio provocando una crepa nel legno pregiato e del sangue sulle mie nocche, ho bisogno di sfogarmi in qualche modo. Lei trattiene il respiro e io mi giro trafiggendola con i miei occhi. "Non raccontare altre cazzate, veramente! Non mi frega un cazzo di quello che sei venuta a fare qui, avresti potuto dirmi tutto dall'inizio, o almeno da quando abbiamo iniziato a legare, non avrei voluto scoprire tutto da un insulso tatuaggio e ricollegare grazie alla maschera che hai indossato a quella festa! Pensavo tu fossi migliore di così, Math- Charlotte." Correggo l'ultima parola, ancora infuriato. Lei incassa il colpo, come se averla chiamata Charlotte al posto di Mathilda o di Eve l'avesse ferita nel profondo. "E poi non dire di provare qualcosa per me quando in realtà non è vero." Scoppia a piangere definitivamente appena finisco la frase. "P-posso anche aver mentito su tutto il resto ma non l'ho fatto sui miei sentimenti!" Grida portandosi un dito all'altezza del cuore. "Chi me lo dice? Come posso crederti ancora?" Urlo disperato. "Dovresti farlo! Pensi che la mia vita sia così semplice? Se non ti ho detto nulla un motivo c'era! Avrei preferito rimanere la solita ragazzina viziata che comanda qualsiasi persona e che non deve preoccuparsi di nulla perché ha tutto alla sua portata. Avrei preferito non essere mai venuta qui in Australia." Questa frase forse, mi ferisce più di tutto. Questa frase ricompone il suo concetto perfettamente. "Bene ho afferrato, signorina Cooper io ora me ne vado ma è giusto che lei sappia che non verrà trattata in modo diverso dalle altre domestiche se deciderà di restare qui." Sussurro in modo distaccato. Lei mi guarda come se i suoi occhi urlassero di perdonarla, di amarla fino alla fine dei suoi giorni. Cerca di ricomporsi un minimo e mi fissa per qualche secondo. "D'accordo, signorino Hemmings." La sento sussurrare mentre mi avvicino alla porta e dopo qualche momento fermo sulla soglia mi dirigo nella mia stanza per crogiolarmi nel mio dolore.Mathilda's pov.
Ormai è passata quasi una settimana dalla scoperta di Luke e dalla litigata, in realtà sono passati esattamente 6 giorni 13 ore e 27 minuti e io sto lentamente morendo dentro. Lui esce sempre, fa come se non fosse successo nulla, sorride e si diverte ma io li ho visti i suoi occhi, spenti come non mai. L'unica cosa che mi aiuta e avere Celeste al mio fianco, mi supporta e mi consola ogni volta che serve proprio come quando vivevamo in Alaska ed eravamo due ragazzine alle prese con quale fosse la borsa giusta da indossare con quell'outfit o quale regalo super costoso farci comprare dai nostri genitori quella volta, ma ora era tutto diverso. Ora eravamo noi a dover prendere le redini di tutto, e se non proprio ora molto presto. Non aiuta, invece avere sempre i lavori peggiori da fare, ho come il sospetto che Luke abbia chiesto a sua madre di riservarmi trattamenti ancora peggiori del solito. Cantine da pulire, pavimenti da ricoprire con la cera esclusivamente a mano modi "cenerentola", lampadari da smontare e pulire minuziosamente. Tutto io, esclusivamente io. Non posso nemmeno parlarne con nessuno perché nessuno qui sa e non ho voglia di stressare sempre quel tesoro di Celeste. Sono sulla scala mentre smonto l'ennesimo lampadario che dovrò poi pulire quando, essendo sovvrappensiero mi scivola dalla mano un pezzo di cristallo e si frantuma sul pavimento. La Signora Hemmings esce infuriata dal suo ufficio iniziando a sbraitarmi contro. Eh no, questa volta mi sono stufata. Al diavolo la copertura, sono pur sempre una persona con dei sentimenti e non mi lascerò calpestare di nuovo.•••
Hi, people!
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Drammi in corso!
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With love,
-Mat.
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Double life. || Luke Hemmings.
FanfictionMathilda Charlotte Eve Cooper Richardson, figlia dei sovrani dell'Alaska per punizione è costretta dai suoi genitori ad andare in Australia sotto copertura al servizio della famiglia più prestigiosa di quel continente. Riuscirà a sopportare la puniz...