Jane.

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Vi aspetto anche sull'altra storia!
Buona lettura, tesori
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Mathilda's pov.
Raggiungo Luke nella sua stanza, entrando senza bussare e mi avvicino a lui seduto di spalle sul letto, che singhiozza come non ci fosse un domani.
Lo abbraccio, cercando di trasmettergli tutto l'amore e il conforto possibile. Dopo un quarto d'ora si calma e guarda fuori dalla finestra, senza emozioni come se tutto quello per cui avesse vissuto ormai non c'è più. Mi prende la mano e mi da le chiavi della sua macchina, trascinandomi per le scale che poco prima hanno assistito allo scontro insieme alla sottoscritta. Sale in macchina nel posto del passeggero e mi fa segno, con gli occhi ancora arrossati di mettermi alla guida. Dopo un momento di smarrimento riesco a riprendermi e a guidare seguendo le sue indicazioni. Non faccio domande, non voglio vederlo distrutto di nuovo. Raggiungiamo quello che sembra un cimitero e pian piano in me aumenta la consapevolezza di dove mi voglia portare. Lo seguo due passi dietro di lui, fino a quando si siede davanti ad una tomba abbastanza grossa ma semplice, del classico marmo. La foto di una ragazza molto simile a Luke compare sorridente, con dei capelli lunghi, biondi e degli occhi spaventosamente simili al ragazzo di fianco a me, qualche lentiggine e un sorriso che fa arrivare delle piccole rughe vicino agli occhi vicino una scritta:
--Jane Alyssa Hemmings.
16 luglio 1996
7 luglio 2016
'Vivi sempre come se fosse il primo giorno, non l'ultimo.'--
Mi siedo di fianco a lui, cercando di immaginarmi come potesse essere lei. Dei fiori molto belli appaiono vicino ad una candela accesa, credo siano dei tulipani ma non ne sono del tutto sicura.
"Sai, è davvero strano come lei sia nata nel mio stesso giorno e morta lo stesso giorno del compleanno di Ashton." Sussurra il biondo di fianco a me, con voce impastata dalle troppe lacrime. Ascolto, curiosa di sapere di più e afflitta per la storia. "È come a voler dire che non avrebbe avuto bisogno di nessun altro oltre noi due. Era spaventosamente indipendente, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno eppure così era, io ero suo fratello... Ero suo fratello gemello per l'esattezza. Invece Ash era il suo ragazzo. Aveva tutto, era felice. Era tutto per me. È morta subito dopo lo schianto, nemmeno il tempo di chiamare l'ambulanza. Io ero ancora alla festa, festa del compleanno di Ashton. Probabilmente lei doveva portarlo a vedere il suo regalo. Me ne aveva parlato così tanto. L'avevo anche aiutata a prepararlo, un mega striscione e una batteria per il suo ragazzo che amava suonare." Scuote la testa, ripensando a tutti quei piccoli momenti che non potrà più avere. "Quella frase la diceva sempre lei, era come fosse il suo mantra. Credo che abbia vissuto. Credo sia riuscita a vivere meglio di molti altri grazie a quella frase." Indica il marmo inciso dalle lettere che formano la frase sempre pronunciata da quella bocca che ormai fiato non ne ha più. "Mentre i nostri genitori premiavano Ben e Jack io e lei eravamo le pecore nere della famiglia, non amavamo tutte le feste altezzose a cui ci portavano e ci ribellavano continuamente. Una volta abbiamo perfino fatto un piercing insieme." Si asciuga una lacrima con il dorso della mano. "Si, proprio il mio piercing al labbro. Lei lo aveva fatto al naso, le stava così bene. Non lo tolgo praticamente mai perché mi tiene legato a lei in qualche modo." Sorride guardando la foto della sorella defunta. "I nostri genitori ci tennero segregati in casa un mese, ma nessuno dei due tolse il piccolo anellino di metallo. Ci sostenevamo sempre e comunque, ci proteggevamo, ci confidavamo e quando ho ricevuto la notizia sono crollato. Sono crollato in mille pezzi. Tutto il mio mondo è andato distrutto, la persona che mi reggeva in piedi non c'era più. Cosa avrei dovuto fare se non disperarmi?" Gli stringo una mano e lo guardo negli occhi. "Non sei costretto a dirmi tutto." Sposta lo sguardo verso il basso. "Anche se è doloroso, voglio farlo." Sorrido, asciugandogli l'ennesima lacrima con il mio pollice. "Adorava uno dei miei cappellini con la visiera, era di jeans e tutte le volte che usciva lo voleva mettere. Io la rimproveravo ma glielo lasciavo usare sempre. Le stava meglio che a chiunque altro. Dopo l'incidente io ho dato tutta la colpa al suo ragazzo, e come hai potuto vedere ancora oggi non riesco a perdonarlo. Ci sto provando, però. Prima io e lui eravamo grandi amici,
poi il gruppo si è affiancato a me e nessuno ha più parlato né di lui né di Jane. Mi sono disperato con Mali-koa, che era la sua migliore amica, fino allo sfinimento. Ho anche provato ad uccidermi e se non fosse per lei ora sarei sotto terra." Trattengo il respiro cercando di scacciare dalla mia mente un mondo senza di lui. "Dopo qualche mese nessuno parlava più di quella storia, è finita nel dimenticatoio e solo io e pochi altri le facciamo visita spesso. I miei genitori ci vengono forse una volta al mese. Tutte le volte che vengo le porto dei tulipani o li annaffio, erano i suoi fiori preferiti e io li odiavo così tanto. Li odiavo perché ogni volta che li vedevo mi ricordavano lei, me la ricordano anche adesso. Quando li vedo ora però, so che lei è qui e che non mi abbandonerà lo stesso." Finisce il discorso con un sospiro guardando per un' ultima volta la foto e accarezzando un petalo del fiore, come se fosse cristallo per poi sussurrare. "Sai, tu un po' me la ricordi. Nei modi di fare siete uguali, certo non avete proprio lo stesso carattere o lo stesso colore di capelli ma quando sono vicino a te mi sento completo. Come se la parte di me che ho perso quando lei è morta fosse ritornata quando ti ho incontrato."
Rimango di stucco, questo ragazzo si fida veramente di me. Si fida del personaggio che ho costruito su di me.

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Hi peopleee
Tutto bene?
Spero vi piaccia il capitolo, l'ho scritto di getto e mi ha fatto venire gli occhi lucidi.
Aspetto commenti!
With love,
-Mat.

Double life. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora