capitolo 28

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Come avevo previsto, una volta sceso a fare colazione tutti i ragazzi iniziarono a fare domande e, come detto davanti a Shila, risposi loro che avevamo trovato dove li tenevano prigionieri ma che noi non eravamo ancora pronti per liberarli... Iniziarono a fare domande anche sul mio livido... Inizialmente non risposi, ma Omar entrò nella stanza in tempo per sentire tutte quelle domande... Spiegò lui cosa accadde. I ragazzi non erano molto contenti di come mi avessero fermato, ma erano grati che non mi fossi andato ad ammazzare nel tentativo di liberare il nostro branco... Iniziammo gli allenamenti con una nuova voglia di combattere, eravamo stimolati dal fatto che sapevamo dove andare... Fu più facile affrontare la giornata, per molti gli allenamenti di quel giorno non erano stati stancanti rispetto a quelli dei giorni precedenti... Avevano tutti uno stimolo nuovo per lottare, me compreso. L'ora di pranzo fu quella più dura... Io faticavo a muovermi, avevo due giorni di allenamento in meno rispetto agli altri e la cosa non mi aiutava. Mi misi a sedere distante dagli altri, avevo bisogno di restare da solo a pensare... Nonostante tutto, pensavo ancora a come comportarmi con Shila... Quella mattina era stato semplice ignorarla visti tutti i problemi che avevo avuto nel dover dare spiegazioni a Sharon e Renèe, ma adesso stava pranzando insieme a noi e ad altri ragazzi del suo branco... Stare lontano da lei sembrava la soluzione migliore così, una volta finito di mangiare, uscii nuovamente fuori casa aspettando di ricominciare... Peccato che lei mi raggiuse subito dopo. <<Come mai sei uscito?>> chiese curiosa. <<Avevo bisogno di stare da solo per un po'>> risposi cercando di non essere troppo scortese... Averla vicino non sarebbe stato facile. <<Anche io esco sempre dopo aver finito di mangiare... Devo incontrare una persona>> ammise imbarazzata... Quella discussione non mi piaceva, temevo quello che stava per dire. <<Io ho passato mesi a dovermi occupare dei ragazzi senza avere un attimo da solo>> risposi sperando che continuasse a parlare. <<Sarà stato difficile>> disse lei dopo minuti di silenzio. <<Lo è stato... Ma avevo più paura di perdere ciò che restava del branco... Ho cercato in tutti i modi ad insegnare loro a combattere bene, non volevo si facessero del male>> ammisi alla fine. <<Ti ringrazieranno alla fine, puoi starne sicuro>> disse lei... Se solo sapesse quanto mi odino nel mio stesso branco. <<Ne dubito>> bisbigliai in riposta. <<Io non ho mai avuto problemi, ma ho paura che non accettino il mio compagno>> aggiunse improvvisamente... Mi irrigidii sul posto, speravo che parlasse di me... Speravo che il problema fosse il fatto che sono l'erede di un altro branco... La mia curiosità ebbe la meglio e iniziai a fare domande. <<Quando hai trovato il tuo compagno?>> chiesi... Speravo che mi desse dell'idiota e che mi facesse notare il legame, speravo che mi togliesse quel dubbio... Ma non fu così. <<Un paio di anni fa... E' la persona meno seria che abbia mai conosciuto, mio padre lo odiava... Dubito che il branco lo accetterà mai come mio compagno>> rispose lei... In quel momento tutte le mie speranze svanirono, tutti i piani che stavo pensando per conquistarla divennero inutili... Aveva trovato il suo compagno e non ero io. <<Lui ricambia il legame?>> chiesi... L'ultima speranza era quella. <<Non lo so... Mi ha sempre presa in giro, mi ha sempre evitata... Tutti pensano che io sia malata gravemente, per questo mia madre aspetta un altro figlio... Crede che morirò presto, aveva bisogno di un altro erede>> ammise triste... Non sapevo cosa dire, sembrava che il mondo fosse appena crollato. <<Hai provato a parlargli? Hai provato a scoprire se lui ha percepito quel legame?>> chiesi... Sapevo che avrei avuto speranze finché non avessi scoperto se lui aveva percepito il legame, sapevo che avevo ancora una possibilità ma era come se si fosse fermato tutto. <<Volevo parlare prima con mia madre, volevo sapere cosa avrebbe fatto lei... Ma siete arrivati poco prima che andassi a parlarle>> spiegò lei... L'avevamo fermata dal confessare a sua madre tutto ma, se quel ragazzo condivideva il legame con lei, non potevo impedirle di vivere la sua vita. <<Non fermarti solo perché siamo arrivati noi... Vai a parlare con tua madre oppure prendi l'iniziativa e vai a parlare con lui>> le dissi alla fine... Era l'unica cosa che potevo fare in quel momento. <<La tua compagna sarà fortunata>> rispose sorridendo... Non potevo dirle niente, avrei impedito ad Omar di dirle qualsiasi cosa. <<Non avrò una compagna>> risposi di getto... Lei mi guardò confusa. <<Lei ha già il suo compagno... Io sono di troppo>> ammisi alzandomi... Non riuscivo più a stare al suo fianco, non volevo vedere il suo viso terrorizzato a quella rivelazione... Non potevo vedere il viso della mia compagna dispiaciuto per me, per la mia condanna... Non ero il suo compagno, lo avrei accettato.

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