capitolo 8

1.2K 79 1
                                    

Passammo un'altra settimana a correre, ad allontanarci da quel mondo che ci odiava cos' tanto perché diversi da loro... Ci avevano finalmente dato una buona notizia, avevamo un posto dove andare a vivere e nessuno riusciva a crederci. Dopo otto anni passati a scappare e nasconderci, otto anni passati ad essere allontanati e insultati, quella era finalmente la fine... Ma avevamo ancora troppa strada da fare prima di poter dire di avere una casa in cui vivere. A nessuno importava che ci sarebbero voluti ancora due mesi correndo in forma di lupo per poterci fermare e vivere le nostre vite... Dopo anni c'era finalmente una speranza, speranza a cui ci aggrappavamo tutti. Sharon, seduta sulla mia schiena, si agitava costantemente... Era stanca dopo una lunga giornata passata a viaggiare, io ero stanco di doverla portare sulla mia schiena ogni giorno... Ma cosa erano due mesi in più in confronto ad una vita tranquilla? Sopportavo quella vita da anni e avrei dovuto resistere solo altri due mesi... Avrei detto addio alla vita da vagabondo, al terreno come letto e ai sassi come cuscini... Avrei ricominciato la vita in cui sono cresciuto, dentro le mura di una casa con la mia famiglia. I miei genitori, in testa al gruppo, iniziarono a fermarsi non appena entrati in una radura... Il cielo si stava facendo buio ed era meglio iniziare a prepararci per la notte. Poco a poco, tutti mutarono... Molti avevano i vestiti strappati, come mio padre e i miei zii, altri si dovevano vestire di fretta, come me e mia madre. Ero talmente stanco che impiegai più tempo del previsto per vestirmi... Mentre mettevo la maglietta, sfiorai per errore la guancia dove mio padre mi aveva dato uno schiaffo una settimana prima... Faceva ancora male, ma il livido iniziava a svanire. Nonostante io non abbia la sua capacità di guarigione, quel livido sarebbe dovuto sparire in due giorni, invece non voleva andarsene... Non riuscivo a toccare la guancia senza provare dolore. <<Dovresti farti controllare da Nox>> disse Sharon vedendo che cercavo di contenere le smorfie di dolore... Lei era cresciuta parecchio in questi anni, non solo fisicamente... Aveva una maturità che non avevo mai visto in ragazzi della sua età... Vivere in questo modo ci ha cambiati radicalmente. <<Perché dovrei? Per dare al branco un nuovo motivo per odiarmi? Oppure perché perdano fiducia in nostro padre proprio adesso che siamo alla fine? No... Non credo che mi farò visitare>> risposi io alzandomi da terra... Non parlavo con mio padre da quel giorno, cercavo di evitarlo il più possibile... Non era più la persona che mi aveva cresciuto, che era rimasta al mio fianco durante la prima mutazione e che mi aveva rivolto quello sguardo fiero quando riuscii a trasformarmi. Speravo che, una volta arrivati nelle nostre nuove case, tornasse la persona che ho sempre conosciuto. <<Fammi controllare>> bisbigliò lei avvicinando le mani al mio viso. <<Non sei un medico... Mi vorrei risparmiare un po' di dolore>> risposi allontanandomi.

Molti erano seduti a terra, le madri coccolavano i bambini più piccoli... Leiz non è stata l'unica a nascere in questi anni di vagabondaggio. Non sapevo cosa fare, nonostante la speranza di una nuova casa avevamo ancora molta strada da fare... Ma non potevo stare fermo a guardarli, non io... Iniziai a girare tra i vari membri del branco per sapere se avevano bisogno di qualcosa, dovevano vedere che cercavo di aiutarli per quanto possibile. Mentre parlavo con loro, continuavano a fissare la mia guancia... Istintivamente la coprivo ogni volta. Qualcuno cercava di chiedermi cosa avessi fatto per meritarmi quello schiaffo, tutti sapevano che mio padre non mi aveva mai educato con la violenza, mai uno schiaffo... Quello era il primo in diciotto anni... Quando chiedevano il perché, mi limitavo a difenderlo dicendo che avevo superato il limite della sua pazienza... Era una mezza verità, ma dovevo proteggerlo... Era comunque il loro Alpha. Mentre continuavo il mio giro insieme a mia sorella, Renèe ci raggiunse... Anche lei si fermò a guardare il livido. <<Sai che dovrebbe essere già guarito... Anche per i tuoi tempi di guarigione, quello non dovresti averlo più... Dovresti farti visitare>> disse mia cugina ottenendo l'approvazione da mia sorella... Feci un respiro profondo, dovevo evitare qualsiasi scenata dopo quello che era successo la settimana precedente. <<Non posso farlo>> risposi semplicemente. <<Perché? Quell'affare non vuole saperne di sparire... Nessuno ti biasimerebbe se sei preoccupato di guarire visto tutta la strada che dobbiamo ancora fare... Hai bisogno di essere in perfetta forma>> disse lei. <<Per far capire al branco che mio padre mi ha rotto qualcosa? So che cosa ho, so che non è un semplice livido, so che ho qualche osso rotto e so che è questo il motivo per cui non guarisce... E' mio padre, devo proteggere il suo ruolo di Alpha soprattutto adesso>> dissi io in un sussurro... Non volevo che il branco lo sentisse. Sapevo perfettamente che avevo ragione, ogni volta che mi trasformavo in lupo, sentivo che qualcosa non andava per il verso giusto... Sapevo che avevo qualcosa di rotto e che avrei perso tempo per guarire, ma non era necessario che lo sapesse anche il branco. <<Lo sai che Nox non lo direbbe mai a nessuno>> rispose Renèe preoccupata. <<Non posso permettere che sentano la verità>> ammisi io alla fine. Chiusi li il discorso, non volevo più parlarne per quella giornata... Ma arrivò Aiden e, come tutti gli altri, si soffermò sulla mia guancia. <<Apri bocca e ti soffoco>> dissi io prima che potesse formulare una qualsiasi frase. Sharon si mise a ridere a quella finta minaccia, Renèe alzò gli occhi al cielo e Aiden mi guardò scioccato... Alzò le mani in segno di resa e tornò da sua madre... Quei pochi momenti tranquilli con i miei cugini mi permettevano di rilassarmi, di assaporare un po' di normalità... Poi mi guardavo nuovamente intorno e vedevo la disperazione del mio branco... Era questo il modo in cui quei brevi momenti terminavano. <<Non so cosa fare>> ammisi alla fine. <<Neanche io... Mi sento spaesata, non so come aiutarli... Non invidio la tua posizione, in questo momento>> rispose Renèe. Lei è nata Alpha, a differenza mia che mi devo guadagnare quel posto... Se neanche lei sapeva cosa fare, significava che la situazione era veramente disperata. <<Perché sta diventando così difficile? Abbiamo una meta, una vita che ci aspetta... Perché è tutto così pesante?>> chiesi alla fine, dando voce a quello che quasi tutti pensavano da qualche giorno. <<Forse proprio perché abbiamo una meta da raggiungere, questi ultimi otto anni stanno iniziando a pesare su tutti noi... Non abbiamo avuto pace, abbiamo sempre vissuto nella paura... Adesso abbiamo ciò che vogliamo, dobbiamo solo raggiungerlo>> rispose Sharon... Lei più di tutti sa cosa significa essere catapultati in un mondo che ti odia... Non era totalmente umana, ma non era neanche un lupo... Aveva mancato la prima mutazione e il branco cercava di evitarla, sapeva meglio di tutti cosa significava essere odiata... Gli umani non la volevano nelle loro città perché i nostri genitori sono licantropi, il branco non la vuole come mia beta perché non si è trasformata... La sua vita è più dura di quella di tutti noi. <<Speriamo che vada tutto bene, allora>> rispose Renèe allontanandosi. Eravamo rimasti io e Sharon... Le diedi un semplice sguardo per sapere cosa voleva fare, lei in risposta mi sorrise e iniziò a camminare verso i nostri genitori... Avere del lavoro da fare per il branco era meglio che restare a non fare niente... Anche se questo significava dover parlare con mio padre. Quando ci avvicinammo a loro, sentimmo che stavano litigando... Un altro litigio, come se quello che mi ha provocato il livido non fosse bastato. <<Io non mi avvicino>> bisbigliai a Sharon... Avevo imparato la lezione, non li avrei più interrotti mentre litigavano, anche se odiavo dover lasciare mia madre a cavarsela da sola, anche se odiavo sentirla piangere perché papà non le dava le giuste attenzioni e non ascoltava ciò che diceva. Fu mia madre ad accorgersi di noi, che intanto restavamo a debita distanza fingendo di non sentire quello che dicevano. <<Qualcosa non va?>> chiese mio padre guardandoci. Mi paralizzai a quella domanda, avevo paura di dire la cosa sbagliata ora che non conoscevo più quell'uomo. <<Volevamo sapere se potevamo fare qualcosa per aiutare>> risposi io cercando di mantenere la voce più calma possibile... Ma mia madre aveva percepito la mia paura, il suo sguardo lo confermava... Non sono mai riuscito a nasconderle niente, ha sempre saputo cosa ci passava per la testa prima ancora che parlassimo. <<Perché non ci avete interrotti prima?>> chiese lei... Rimasi scioccato dalla domanda, non pensavo che proprio lei potesse giocare così con noi. <<Ho già un livido che non vuole saperne di andarsene... Non è tra i miei desideri averne un secondo>> risposi alla fine... Non sapevo dove voleva arrivare con quella domanda, ma almeno avevo detto ciò che pensavo da diversi giorni quando mi chiedevano perché non intervenivo per farli smettere di litigare. Mio padre sembrò accusare il colpo... Chiuse gli occhi e si allontanò. Mia madre lo guardò in un modo che non le avevo mai visto fare... Era odio quello che aveva mostrato? Come hanno fatto ad arrivare a questo punto? Guardai mia sorella che, a giudicare dalla sua faccia preoccupata, aveva notato la stessa cosa. <<Ho bisogno che vi occupiate dei bambini... Siamo in una radura, totalmente privi di protezione... Se dovessimo essere attaccati, vorrei che difendeste i piccoli mentre noi combattiamo... Ho bisogno di saperli al sicuro>> disse alla fine mia madre... Non era una richiesta, era un ordine... Non ci voleva intorno quella notte, come se sapesse qualcosa che nessuno sapeva... Come se riuscisse a percepire un pericolo futuro... Annuii e mi allontanai con mia sorella... Presi le mie spade dal borsone che mia madre portava sempre con se e me le legai alla schiena, Sharon prese i suoi pugnali... Dopo iniziammo a raggruppare tutti i bambini del branco, la scusa era di distrarli mentre loro si preparavano alla notte... Avrebbe pensato mia madre a fornire la vera spiegazione.

Un Branco Da SalvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora