Capitolo 11

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Non so come, ma riuscimmo a riposare per quel che restava della notte e parte della mattina... Non avevamo molto spazio nella stanza che avevamo scelto per dormire, ma non soffrivamo il freddo essendo tutti fin troppo vicini. La mattina, subito dopo esserci svegliati, ci preparammo meglio che potevamo per iniziare a cercare dei lavori... Gli altri, invece, si preparavano per capire come allenarsi... C'era confusione generale su come scegliere con cosa far concentrare i loro allenamenti, così lasciai decisi di restare con loro tutta la mattinata e cercare lavoro subito dopo... Li divisi in gruppi e, poco a poco, lasciai che combattessero prima con il corpo a corpo, poi con i pugnali e dopo con le spade... Ogni volta che un gruppo finiva questa piccola prova, indirizzavo i vari ragazzi verso ciò che avrebbero dovuto fare... Speravo di riuscire a finire entro il pomeriggio, ma questa scelta si rivelò in parte dannosa per noi cinque che dovevamo trovare lavoro... Nonostante fossero in pochi i ragazzi pronti per iniziare gli allenamenti, passammo tutta la giornata a dividere i gruppi di allenamento. Quando arrivò la sera i gruppi erano stati totalmente sistemati, ma noi eravamo ancora senza un lavoro per poter dare da mangiare almeno ai più piccoli... Fu Leiz a portarci di nuovo alla realtà quando iniziò a tirarmi i pantaloni per chiedermi del cibo... A quel punto non sapevo cosa fare, non avevamo soldi per comprare del cibo. <<Che ne dite se andiamo a caccia?>> chiesi ai miei cugini e a Nathan. <<Non riusciremo mai a trovare abbastanza cibo per tutti cacciando>> rispose Kira preoccupata. <<Ma almeno daremo qualcosa da mangiare ai piccoli... Noi possiamo resistere qualche giorno senza mangiare, loro no>> commentò mia sorella... A quel punto ci girammo tutti a guardare i bambini affamati... La decisione era stata presa nel momento in cui tornammo a guardarci... Avremmo cacciato per loro, noi avremmo sopportato la fame fino al primo stipendio di uno di noi cinque... La mia idea era buona, ma non avevo pensato che sarebbe stato così difficile l'inizio. Passammo gran parte della serata a cacciare, Renèe non voleva che mutassimo perché significava sprecare troppe energie, soprattutto perché non sapevamo quando avremmo avuto i primi soldi. Trovammo conigli e scoiattoli, faticammo a cuocere la carne ma alla fine i bambini si addormentarono con la pancia piena... Sarebbe stato difficile, ma dovevamo sopportarlo per loro. Mentre tutti dormivano, io continuavo a restare sveglio... Faticavo a dormire, continuavo a pensare a Massimo che mi aveva lasciato li, in quella pianura... Neanche per lui contavo qualcosa, nonostante fossi il figlio dell'Alpha. Se neanche i nostri nemici mi temevano, come avrei potuto comandare il branco? Ero all'esterno della struttura, continuavo a fissare il buio davanti a me, finché Kira non mi si avvicinò. <<Dovresti dormire>> disse semplicemente. <<Non riesco>> risposi dopo un po'. Restammo a guardare il vuoto per qualche minuto, o almeno io lo feci, finché lei non tornò a parlare. <<Che cosa ti turba?>> chiese Kira... Aveva capito che stavo continuando a pensare, che non riuscivo ad accettare qualcosa anche se non sapeva cosa... Decisi che era meglio non fingere, non con lei che doveva aiutarmi a portare del cibo ai ragazzi. <<I vampiri mi hanno lasciato li, il loro capo mi ha detto che non valeva la pena perdere tempo con me... Nessuno mi teme, nessuno crede che possa essere pericoloso... Non so se dovrei prendere il posto di mio padre>> ammisi... Renèe è cresciuta sapendo che il branco sarebbe stato mio, mi ha sempre detto che potevo riuscire a diventare Alpha, che sarei stato accettato... Ma lei ha sempre saputo che quel branco non sarebbe stato suo e io avevo bisogno di un altro parere. <<Forse è vero... Non meriti di diventare Alpha se non la smetti di lamentarti>> rispose lei... Per la prima volta da quando mi raggiunse mi girai a guardarla. C'era solo un grande rimprovero nel suo sguardo. <<Se non la smetti di lamentarti, se non la smetti di fingere di essere chi non sei, come pensi che il branco ti accetti?>> chiese lei severa... Non capivo cosa voleva dire... Ho sempre lavorato per controllarmi, per essere all'altezza del ruolo che avrei dovuto ricoprire. <<In tutti questi anni ti sei sempre preoccupato di essere come tuo padre, hai sempre cercato di risolvere i problemi come li avrebbe risolti lui... Hai mai pensato che il branco voleva vedere come tu avresti risolto i problemi? Hai mai pensato che il branco vuole conoscere il vero Ryan e non la copia in miniatura dello zio Andrea?>> chiese lei alla fine... Non avevo mai pensato che il branco non volesse una copia di mio padre, non ho mai pensato che volessero un Alpha diverso. <<Pensavo che a loro andasse bene come mio padre gestiva il branco>> ammisi alla fine. <<Ed è così... Ma tuo padre non è stato cresciuto per essere Alpha, lui è cresciuto cercando di essere un Alpha... Tu stai ricevendo un'educazione totale sia dallo zio Nicola che da tuo padre... Smettila di fingere di essere qualcun altro e mostra al branco chi sei realmente, anche quando hai bisogno di piangere... Almeno mostralo a chi è rimasto>> rispose Kira seria. <<Da quanto lo sai?>> chiesi sconfitto... Tutto quello che avevo fatto in questi anni è stato inutile... Controllarmi, non mostrare le mie emozioni... Tutto inutile. <<Non lo hanno mai confermato... Ogni volta che lo chiedevo ai miei genitori cercavano di cambiare discorso visto che tuo padre li stava ospitando... Ma l'ho notato subito, lo so da anni>> ammise lei alla fine. <<Perché non me lo hai mai detto? Sei una beta, dovresti aiutare l'Alpha>> chiesi io... Ero confuso, se mi avesse avvisato prima avrei avuto modo di farmi accettare dal branco. <<Non sono ne la tua beta ne quella di Renèe... A differenza vostra, io non ho ancora il marchio... Voglio capire prima che tipo di Alpha sarai, poi deciderò... Fin ora hai solo imitato tuo padre, non hai mai fatto niente di testa tua... Questa è la prima volta che ti vedo ragionare con la tua testa e non come ha sempre fatto tuo padre>> disse lei. <<E poi volevo capire se tu fossi in grado di notarlo da solo... Ma eri troppo occupato ad avere l'approvazione di tuo padre per notarlo>> aggiunse alzandosi e tornando dentro l'edificio... Rimasi da solo a ragionare su ciò che mi aveva detto... Se aveva deciso di farmi notare tutti questi errori poteva significare che aveva deciso di seguire Renèe come Alpha... Oppure significa che valgo qualcosa, che valgo abbastanza per lei.

La mattina successiva, io e le mie cugine uscimmo presto per cercare lavoro... Dovevamo sbrigarci altrimenti sapevamo che ci avrebbero bloccati nuovamente per gli allenamenti. <<Da cosa iniziamo?>> chiese Lola iniziando a girare per il paese... Le persone ci guardavano curiosi, mi guardavano curiosi... Il mio livido attirava l'attenzione di chi ci passava vicino. <<Iniziamo magari sbrigandoci... Inizio a non sopportare tutte queste attenzioni>> risposi io iniziando a camminare più velocemente. Sentii le ragazze ridere, ma nessuna decise di contraddirmi... Ci fermammo davanti un bar, l'idea era quella di farci assumere tutti nello stesso posto, ma ovviamente non avremmo rifiutato un lavoro se ciò significava separarci dagli altri... Entrammo tutti insieme per chiedere se avevano bisogno di aiuto e, come avevo previsto, ci chiesero il motivo della nostra ricerca di un lavoro... Raccontammo la storia che avevamo concordato, il titolare continuava a fissarmi mentre Renèe raccontava quella che dovevamo spacciare per la storia della nostra vita e, come speravo, si arrabbiò con i nostri genitori che, ovviamente non potevano sentirlo... Alla fine ci disse che poteva assumere solo due di noi perché aveva personale per tutto, ci disse che avrebbe assunto due di noi perché gli dispiaceva per ciò che era successo e voleva aiutarci a raccogliere i soldi per ''un trasloco definitivo'' lontano dai nostri genitori. Lola e Lexi accettarono il lavoro essendo le uniche ad avere esperienza in cucina... L'uomo le voleva far iniziare subito per permettere loro di ambientarsi, così le lasciammo al bar al loro nuovo lavoro e noi continuammo a cercare... Due erano sistemate, mancavamo io, Renèe e Kira. Raccontammo la stessa identica storia a tutti, ma fu difficile trovare altri lavori... Tutti avevano paura che i nostri genitori venissero a prenderci con la forza, non sapevano che erano imprigionati chissà dove... Alla fine Kira trovò lavoro in uno dei pochi minimarket del paese, anche in questo caso il titolare diede il posto a mia cugina perché non voleva lasciarci privi di aiuto, e mandò me e Renèe in una delle fabbriche che avevamo visto arrivando nel paese... Il titolare di quella fabbrica era il fratello e ci assicurò che avrebbe trovato due lavoretti per noi... Arrivati alla fabbrica, notammo un uomo che ci stava aspettando davanti l'entrata, il fratello doveva averlo già avvisato... Come ci aveva assicurato, trovò due lavori per noi, lasciò a Renèe un lavoro di ufficio, doveva catalogare e sistemare vari documenti... Io, invece, dovevo pulire o affilare tutte le attrezzature che riuscivano a costruire durante il giorno, per poi aiutare a sistemarli negli scatoloni prima di essere inviati ai vari negozi... Scoprii che quella fabbrica si interessava principalmente di articoli da giardino... Non mi interessava quello che dovevo fare, mi bastava vere dei soldi per permettere agli altri di mangiare. Arrivai alla fine della giornata esausto, non mi fermai per la pausa pranzo visto che non avevo cibo con me... Preferivo continuare a lavorare. Renèe mi raggiunse, anche lei esausta, ma prima di tornare dal branco il nostro capo ci fermò. <<Non vi ho visti in mensa durante la pausa pranzo... Perché?>> chiese lui. Scoprii solo in quel momento che Renèe aveva fatto esattamente ciò che avevo fatto io: evitare di soffrire ulteriormente. Non sapevamo se rispondergli o meno, nonostante ci stesse aiutando non volevamo che scoprisse ciò che ci è realmente successo... Ma tutte le nostre intenzioni sono state perse nel momento in cui il mio stomaco iniziò a brontolare dalla fame... Mai come in quel momento avrei preferito essere sotto non so quanti metri di terra piuttosto che affrontare quella situazione imbarazzante. <<Sul serio Ryan?>> chiese Renèe esasperata. Io mimai delle scuse, ma niente sembrava calmare mia cugina... A quel punto lo sguardo del nostro capo cambiò, era diventato sospettoso. <<Da quanto non mangiate?>> chiese alla fine... Aveva colto in pieno il problema... La notte dell'attacco dei vampiri noi non avevamo toccato cibo... Molti bambini erano ancora affamati nonostante avessero già mangiato la loro parte della caccia... Sia io che Renèe decidemmo di dare la nostra parte, anche se misera, a quei bambini che stavano piangendo dalla fame... In più la sera precedente non avevamo toccato cibo viste le poche prede catturate. <<Almeno due giorni>> bisbigliò in risposta Renèe... Dovevamo uscire da quella situazione. <<Non volevamo stare nella stessa stanza degli altri solo per vederli mangiare... E' già difficile così>> dissi io cercando di proteggere mia cugina... L'uomo ci guardò ancora per qualche minuto prima di dire <<Domani farete la pausa pranzo... Vi porterò qualcosa da mangiare>> e poi allontanarsi... A quel punto io e Renèe iniziammo a tonare verso la nostra casa distrutta. <<Domani mangeremo>> continuava a ripetere mia cugina incredula. La vera sorpresa la trovammo una volta raggiunti gli altri... Kira aveva ricevuto la paga per quel giorno e, nonostante fossero pochi dollari quelli guadagnati, riuscì a comprare cibo per tutti quanti... Per la prima volta dopo anni non dovevamo accontentarci delle poche prede cacciate per cena.

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