capitolo 4

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Queste erano solo alcune parti di ciò che mia madre e i miei zii scrissero a mio padre durante i suoi mesi di coma... Ero troppo piccolo per poter ricordare, ma ho trovato i diari che mio padre nascondeva tra le sue cose e gli ho chiesto spiegazioni... Mi ha raccontato ogni cosa, da quando sono stati rapiti a causa di un idiota, a quando è stato ferito perché accusato di essere un licantropo... Cavolo, siamo licantropi ma lui non è riuscito a guarire... L'arma con cui l'avevano ferito era ancora dentro il suo corpo ed ha rischiato di morire... Ho rischiato di non conoscere mio padre. Si svegliò dopo quasi sei mesi di coma, mi disse che aveva perso tanti momenti con la sua famiglia... La zia Allison era quasi alla fine della gravidanza, io avevo compiuto un anno e lui non era stato al mio fianco per festeggiare... Si sentiva in colpa, si sente in colpa, per tante piccole sciocchezze che per lui erano fondamentali. Mi disse che, quando riuscì a riprendere conoscenza, sentiva qualcuno mordergli la spalla... Sentiva me mordergli la spalla... Mi ha detto che il primo pensiero, oltre a farmi smettere di mordere senza motivo, era andato alla mamma... Aveva paura di averla persa... Mi raccontò che sentiva ogni cosa... Sentiva gli zii che gli stavano vicino, la mamma che parlava e che piangeva, sentiva me mentre dormivo poggiato alla sua spalla... Lui sentiva tutto ed odiava non poter comunicare a nessuno che era li, che poteva sentirci... Tutti lo davano per morto, la mamma compresa... Era per questo motivo che lei andava a trovarlo ogni giorno, perché era convinta che fosse arrivato il momento per mio padre di morire e voleva stare al suo fianco fino alla fine... Solo nell'ultimo mese di coma iniziò a credere che ci fosse una speranza di riabbracciarlo, il suo diario ne è una prova... Lei non sa che ho io quei diari, ha scritto chiaramente che non voleva che li leggessi. In quei pochi attimi di calma tra un trasloco e l'altro, mi chiudo in camera mia per leggerli nuovamente, per ricordarmi cosa ho rischiato di perdere... Certe volte odio mio padre per come si comporta, ma è un Alpha ed ha delle responsabilità, responsabilità che un giorno saranno mie... So che sta facendo di tutto per non lasciarmi impreparato una volta che prenderò il suo posto, è per questo che continuo a leggerli... Per ricordarmi cosa gli è successo pur di proteggere il suo branco... Perché si, tutto questo casino è successo proprio per proteggerci, per impedire che dei folli sterminassero ciò che era rimasto del branco... Se mai mi dovessi trovare nella sua stessa situazione, farei ciò che ha fatto lui: rischiare la morte pur di proteggere tutti... E' il suo ruolo, è il mio ruolo nel branco e farò di tutto per poter essere alla sua altezza. Mio padre è sempre stato un grande Alpha, anche lo zio Nicola lo ha ammesso qualche volta.

Ormai siamo costretti a spostarci spesso, a volte capita che non riusciamo neanche ad entrare nella città dove vogliamo vivere perché sanno cosa siamo... Quello che mi fa arrabbiare è che non sanno chi siamo... Ci considerano dei mostri senza provare a conoscerci, ci allontanano prima di sapere se siamo realmente pericolosi o meno... In quei momenti papà tira fuori la storia del coma, lo fa perché io perdo il controllo... Mi racconta spesso di quanto sia stato difficile riprendere il comando del branco perché sapeva di essersi perso sei mesi... Racconta di quanto sia stato difficile dover tornare a casa con tutti che lo guardavano come se fosse malato... Racconta di come volesse distruggere la nostra casa nel vedere come la mia stanza era cambiata, nel vedere quanto ero cresciuto in quei mesi... Odia essersi perso sei mesi della nostra vita, è convinto che se non fosse stato in coma niente di tutto questo sarebbe successo... E' convinto che avrebbe gestito la situazione diversamente, che avrebbe tenuto a bada tutti e che non ci saremmo mai dovuti allontanare dal nostro territorio... Ma tutti sappiamo che non è così... Forse poteva prevedere l'attacco che ci è costato la nostra casa, ma non poteva prevedere come lo avrebbero attuato... Non è stata colpa sua, ha fatto del suo meglio come ogni volta, ma l'ombra dei sei mesi di coma è rimasta dentro di lui... La paura di ciò che è successo, di ciò che non è riuscito a controllare lo hanno lentamente distrutto... Anche lui è stanco adesso, anche lui non sa cosa fare ma non può ammetterlo... Non quando un intero branco conta su di lui... Per questo sin da quando ho memoria mi istruisce su cosa fare in ogni situazione... Vuole che sia migliore di lui, vuole insegnarmi a gestire tutto e a contare sull'aiuto degli altri... So che tutto questo per lui conta molto, così faccio di tutto per accontentarlo... Nei miei primi dieci anni, ho affrontato tante difficoltà, ho cercato modi teorici per affrontare i problemi... Mio padre era sempre al mio fianco a suggerire quando non sapevo da dove iniziare e il branco lo vedeva... Ero al suo fianco quando sono arrivate le prime lettere minatorie da parte del padre della zia Al e dello zio Giovanni, ma non so bene quante ne siano arrivate... Su quello mio padre era irremovibile, era un suo problema e non voleva sapermi in pericolo... Credo che quelle minacce siano arrivate per almeno dieci anni, perché poi ha iniziato ad attuarle.

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