capitolo 30 (Bianca)

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Non so quanto tempo sia passato di preciso dal giorno dell'attacco al nostro branco, l'unica cosa di cui sono sicura è che quel tempo è sembrato infinito... Saranno passati mesi, o forse anni, ma noi non lo sappiamo con certezza... È da quella maledetta notte che non vediamo il mondo esterno, che non vediamo la luce del sole. Mi svegliai sotto terra, rinchiusa in una cella insieme alle altre donne del branco... Eravamo tutte deboli, già da prima non mangiavamo molto e, quello che riuscivamo a trovare, lo davamo ai bambini più piccoli seguendo l'esempio di mio figlio. Una volta rinchiuse, eravamo state separate dai nostri compagni e private del cibo... Ogni tanto ci portavano un po' d'acqua che dovevamo dividere equamente per ognuna di noi, era l'unica cosa che i vampiri ci concedevano... Non ci volevano morti, eravamo più utili da vivi per gli esperimenti di Massimo... Scoprimmo che l'attacco al nostro primo territorio, il territorio in cui Andrea era nato, era stato progettato per prendere il controllo dei cunicoli sotterranei... Quel posto era perfetto per organizzare un laboratorio per sperimentare la droga e, in caso, venderla... L'obiettivo di Massimo era questo quando Lucas ci tradí e l'anello che quel folle voleva così tanto era proprio la chiave per raggiungere quei cunicoli... Lucas credeva che portasse un grande potere a chi lo indossava, Massimo sapeva la verità e lo ha usato per scoprire dove fosse realmente... Andrea lo diede in pegno negli anni in cui eravamo costantemente in fuga, alcuni bambini erano gravemente malati e avevamo bisogno di medicine per curarli... Il mio compagno rinunciò al cimelio di famiglia per prendersi cura del branco e da allora tutto cambiò. Massimo non fu contento di sapere che non era più in nostro possesso così decise di vendicarsi usando noi come cavie per testare la droga che aveva sviluppato negli anni... Quella data a Chris durante gli anni di prigionia lontana da Nicola era solo una fase iniziale, quella che ci costringe a prendere adesso è molto più forte e, molto spesso, causa gravi danni al nostro corpo.

La lontananza dai nostri bambini è terrificante, spesso parliamo con i nostri compagni telepaticamente per poter avere conforto, per illuderci che siano già al sicuro nelle nuove case... Sappiamo che non li rivedremo più, speriamo tutti che siano sopravvissuti e che siano al sicuro ma non abbiamo alcuna certezza... Massimo non ha mai detto niente a riguardo, gli altri vampiri si limitano a ridere quando chiediamo loro dei nostri figli e questi comportamenti non fanno altro che preoccuparci ulteriormente... Dopo non so quanto tempo, riuscimmo a recuperare un minimo di forze e provammo a scappare, ma fallimmo miseramente... Non riuscimmo neanche ad arrivare al piano superiore, a respirare un po' di aria fresca prima di essere nuovamente rinchiusi. Il branco voleva far scappare almeno me, voleva che andassi via e che andassi a chiedere riparo al primo branco nelle vicinanze, ma non riuscimmo a superare tutti quei vampiri nelle nostre condizioni... Fu Massimo a bloccarmi, fu lui a spingermi contro il muro e a mordermi il collo... Mi sembrava di essere tornata a quando ero una ragazzina, a quando lui mi aveva usata come arma di vendetta contro Andrea e a quando il vampiro che doveva vestirmi mi morse il collo... In quel momento, Massimo capí tutto... Il perché volessimo scappare dopo tutto quel tempo passato inermi nelle celle... Aspettavo un figlio, lo sapevo già da prima di essere rinchiusi... Io ed Andrea avevamo provato ad avere un altro figlio perché contavamo di arrivare nelle nostre nuove case prima del termine della gravidanza, volevamo che la nascita di nostro figlio segnasse l'inizio della nostra nuova vita, volevamo dare una nuova speranza al branco... Ma, dopo la cattura, siamo stati costretti a dire la verità al branco quando ormai il mio odore era totalmente cambiato... Per questo volevano che io andassi via, volevano che dessi alla luce il bambino e che raggiungessi i nostri ragazzi... Volevano che mi riunissi a loro... Massimo mi bisbigliò all'orecchio che il mio bambino non sarebbe mai nato e mi trascinò via dal resto del branco che, intanto, veniva sconfitto dai vampiri... L'ultima cosa che sentii fu l'urlo disperato di Andrea quando vide Massimo portarmi via da loro. Ero sveglia quando mi incatenarono al muro e quando iniziarono a colpirmi, persi i sensi quando mi diedero un pugno nella pancia... Provavo troppo dolore ed ero incatenata con catene d'argento, non potevo liberarmi in alcun modo. Quando mi svegliai ero nuovamente rinchiusa nella cella con le ragazze, Chris, Allison e Sophia mi stavano abbracciando e le altre ragazze mi guardavano con le lacrime agli occhi... Sentii nuovamente il forte dolore alla pancia, ma era diverso... Le ragazze cercarono di non farmi muovere, mi dissero che i punti che mi avevano dato sarebbero saltati... Capii allora cosa mi aveva fatto Massimo, ricordai in quel momento ciò che mi disse... Mio figlio non sarebbe mai nato. Mi strinsi a loro ed iniziai a piangere, mi avevano tolto mio figlio dal grembo, ero incinta di pochi mesi sapevo che non lo avrei mai visto. Mi dissero di riposare e di stare tranquilla, mi dissero che avevano già avvisato Nicola e che avrebbe pensato lui a dare la notizia ad Andrea... Ero a pezzi, ero disperata, volevo solo uscire da quella situazione. Una volta guarita fisicamente, riversai tutta la mia rabbia per ciò che avevano fatto sui vampiri... Se si avvicinavano troppo li uccidevo, quando aprivano la cella per portarci l'acqua li attaccavo cercando di uscire... Iniziammo a cercare di scappare, avevo bisogno di vendetta per il mio bambino, volevo vederli bruciare uno ad uno... Ma quella rabbia si dissolse lasciando lo spazio alla disperazione... Dopo non so quanti tentativi di fuga, mi arresi... Restavo nella mia cella, seduta in un angolo a pensare a quel bambino che non ho potuto vedere, che non ha potuto vivere la sua vita. Seguirono altri tentativi di fuga, ma io non credevo più nella libertà... Non riuscivo più ad immaginare una vita libera con la mia famiglia al mio fianco. Le ragazze notarono questo mio cambiamento e iniziarono lentamente ad arrendersi pure loro... I ragazzi continuavano a cercare di fuggire, ma io ero stanca di tutto... Speravo solo che quella vita finisse presto, in un modo o nell'altro.

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