CAPITOLO 3

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Ella's pov

La luce filtra debole attraverso la tenda celeste della mia stanza e mi colpisce in pieno viso. Strizzo gli occhi per il fastidio e mi volto a pancia in giù affondando la testa nel cuscino. Non c'è mai una mattina che riesca a svegliarmi come si deve. O ci si mettono gli incubi a farmi balzare dal letto in piena notte o la sveglia rumorosa spacca timpani ed adesso anche la luce del sole. Dovrei chiuderla meglio quella dannata tenda. In seguito a questo dolce risveglio, mi decido a dare una sbirciata all'orologio sul comodino in legno che segna le sette del mattino. E' prestino ma decido comunque di alzarmi e magari approfittarne per farmi una doccia rilassante. Afferro tutto il necessario e mi dirigo nel bagno. Audrey dev'essere tornata tardi perché non ricordo di averla sentita entrare stanotte prima di crollare nel mondo dei sogni. E' stata una giornata molto movimentata quella di ieri. Per fortuna sono riuscita comunque ad avere il colloquio con il professore che molto gentilmente mi ha detto: "La prossima volta che fa tardi, signorina, non le permetto neanche di entrare!" Davvero troppo gentile, ma non ho potuto ribattere e comunque ero in torto marcio.

Mi infilo finalmente nella doccia e lascio che il getto di acqua tiepida mi bagni la pelle, ridonandomi un po' di sollievo.  La mente percorre lentamente gli avvenimenti e si ferma sull'immagine di me che inciampo maldestramente in un tombino lasciato semi-aperto e quasi mi viene da ridere per la mia innata goffaggine. Poi riaffiora la visione di quegli occhi di ghiaccio, la prima cosa che ho visto dopo il mancato schianto. Avevano qualcosa di strano, non so come spiegarlo, ma di certo mi sono rimasti impressi. Non saprei dire se fossero inespressivi o al contrario, così carichi di significato che non sono riuscita a coglierlo, eppure un qualcosa di familiare l'ho percepito. Forse è il caso che la smetta di pensarci, tanto non lo vedrò mai più in vita mia, a stento mi ha rivelato il suo nome, quindi non devo tormentarmi inutilmente. Ma è difficile nel mio caso, desidero sempre essere a conoscenza di tutto, voglio, anzi ho bisogno, di sapere cosa succede intorno a me e odio restare all'oscuro di qualsiasi cosa, ma ho la sensazione che dovrò accontentarmi per questa volta.

Dopo una buona mezz'ora passata a rilassarmi nella doccia, decido che è ora di mettere piede fuori o a breve diventerò una spugna. Afferro l'asciugamano che avevo preparato e mi avvolgo nella sua morbidezza lasciando i capelli umidi sciolti. Torno nella mia camera e, mentre cerco di tenermi in equilibrio con un solo piede per recuperare il reggiseno, un bip proveniente dal mio comodino richiama la mia attenzione. Saltello qua e la per la camera e arrivo, sorprendentemente senza far cadere nulla, al cellulare che continua a vibrare. Cinque messaggi da Sebastian, mio caro amico. Aggrotto le sopracciglia, di solito mi chiama se ha qualche novità, non mi bombarda mai di messaggi. Compongo quindi il suo numero e aspetto che mi risponda.

«Ehi Bas... che succede? Va tutto bene..?»
La mia voce dev'essergli sembrata agitata, in effetti lo è, perché mi tranquillizza subito con le sue parole.

«Ella! Sei già sveglia a quest'ora? Pensavo che non ti saresti fatta viva almeno fino alle dieci! In ogni caso non preoccuparti, devo darti una bella notizia.»

Sbuffo per la sua sottile ironia e mi lascio cadere sul letto in attesa della lieta nuova.
«Invece sono già in piedi quindi sputa il rospo. Lo sai che sono curiosa.»

«Sì sì lo so, Ella caramella, comunque indovina? Presto debutterò con il mio primo spettacolo! Non è grandioso? Il teatro darà anche un party dopo e tu ed Audrey non potete assolutamente mancare.»

La sua voce è davvero gioiosa ed è stranissimo per lui dato che è sempre molto... freddo(?) No, non è il termine adatto. In ogni caso sono felicissima per lui. Bas è da poco direttore della compagnia teatrale per il quale lavora e finalmente ha ottenuto l'occasione che merita.

«Oh wow! Congratulazioni Bassuccio! Audrey ed io ci saremo sicuramente, puoi contarci.» Gli rispondo entusiasta spostandomi il cellulare all'altro orecchio così da potermi girare su un fianco.

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