CAPITOLO 30

34 4 3
                                    

Devon's pov

Si prospetta una giornata pesante. Mai avute così tante emergenze nel giro di un paio d'ore. Sono ancora le nove di mattina, ma sembra che il mondo abbia deciso di rendermi le cose più difficili del solito. Appena metto piede in ospedale, una donna incinta partorisce praticamente nel corridoio. Per fortuna stanno bene tutti e due, tre se consideriamo il padre che per poco non sveniva anche lui.
Arriva presto un uomo sulla cinquantina con un infarto in corso.

« Roxanne. » Le faccio cenno con lo sguardo di procedere. Oggi i miei studenti dovranno dare una mano se vorranno conquistarsi un bel voto o potranno dire addio alla loro carriera di medici.

« Sì, dottore. Allora, l'uomo lamenta forti dolori al petto e al braccio sinistro. L'ECG mostra chiari segni di aritmia. Abbiamo effettuato il prelievo per accertare la diagnosi attraverso l'analisi dei marcatori cardiaci. »

« Quali marcatori? » Le domando mentre collegano il paziente al monitor per controllare la frequenza cardiaca.
« Le troponine e il BNP. »
« Perché non la mioglobina o la CK? »
« Perché il paziente ha i sintomi da troppo tempo, non servirebbe a nulla e faremmo perdere solo tempo al laboratorio. » Annuisco orgoglioso. Stanno imparando finalmente!
« Bravissima, te lo lasc... » Sto quasi per andare via lasciando tutto nelle loro mani, quando il monitor inizia a tintinnare.

« È in fibrillazione ventricolare! » Esclamo spostando lo sguardo dallo schermo all'uomo sul quale mi precipito.
« Ventilatelo, ora. » Ordino notando la cianosi già evidente sul suo viso.
« Pressione in calo, cento su sessanta e frequenza cardiaca di quarantasei. Saturazione novantacinque percento. » Mi comunica Danny, un altro mio studente.
Il cuore smette di pompare sangue in pochi secondi.

« Un milligrammo di epinefrina. » Cerco di restare calmo e vigile, ma quando una situazione apparentemente sotto controllo diventa un'emergenza critica, è inevitabile farsi prendere dal nervosismo, anche se si fa questo lavoro da tempo. Pratichiamo il massaggio cardiaco ma il cuore non riparte.

« Defibrillatore. Carica... Allontanatevi. Libera.» Niente, lo strumento ci segnala il caratteristico suono della cosiddetta "linea piatta".
« Ancora, carica a duecentocinquanta. Vai! » Niente, non c'è battito.
« Carica a trecento...Libera. » Continuiamo per qualche altro minuto ma è tutto inutile perché ormai l'abbiamo perso.

« Ora del decesso... nove e quarantasei. » Sbatto la cartella clinica sul bancone. Odio perdere i miei pazienti e inoltre, i miei studenti sono piuttosto sconvolti. Per molti di loro è la prima perdita sul lavoro. Roxanne guarda immobile il cadavere del paziente, così decido di intervenire.

« Uscite di qui, tutti. » Irrompo nella stanza prendendo Roxanne per un braccio e trascinandola fuori. È inutile commiserarsi ora, ma non posso essere duro con loro. Sono stati molto efficienti.

« Fate una pausa... » Li congedo dando una pacca sulla spalla alla mia studentessa e mi rinchiudo nel mio studio. Mi siedo sulla poltrona incazzato. Sono sicuro che avremmo potuto salvarlo e non capisco come la situazione sia precipitata così velocemente.
Sì, sono incazzato con me stesso e lo sarò finché non avrò la certezza che non avrei potuto salvarlo in nessun modo, ma per questo devo attendere i risultati delle analisi del sangue.
Mentre mi crogiolo tra i sensi di colpa e controllo le mail di lavoro dal pc, qualcuno bussa alla mia porta.

« Avanti... » Assumo una posizione più composta e alzo lo sguardo sulla figura che si palesa.
« I risultati delle analisi del paziente deceduto.» Angie mi piazza i fogli sotto il naso guardandomi come se già sapesse cosa sto per dirle.

« Aveva un'insufficienza cardiaca...» Ammetto osservando i valori dei marcatori cardiaci che sono stati eseguiti.
« Sì, e dallo storico è emerso che il paziente era stato già operato per il malfunzionamento di una valvola aortica. »

Love will find youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora