CAPITOLO 15

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Ella's pov

Se pensavo di poter trascorrere il sabato per i fatti miei, tranquilla e rilassata nel mio comodissimo appartamento, ho fatto senz'altro i conti senza l'oste. Essendo il mio unico giorno di riposo dal lavoro e non avendo l'università, speravo di poter passare il pomeriggio a disegnare e ad iniziare la tesi, anche se avrei di sicuro abbandonato presto quest'ultima idea. In ogni caso, eccomi qui a vagare per il centro commerciale più immenso di New York in compagnia di Sebastian. Non ho potuto sottrarmi a quest'uscita, gliel'avevo promesso e quindi non ho opposto resistenza al suo messaggio tutt'altro che cordiale di ieri sera.

"Ella, domani tu ed io usciamo e non è una richiesta. Tieniti libera."

Come si può ribattere ad un messaggio del genere? Inoltre ci sono abituata, quindi...
Ora come ora, lascio che Bas mi trascini in tutti i negozi che ritiene necessario. Continua a ripetere che dobbiamo almeno dare un'occhiata altrimenti non ce ne andiamo da qui. Tutto questo per trovare un vestito adatto alla sua prima. Che poi qualche abito che sarebbe potuto andare bene lo avrei, ma Sebastian è Sebastian.

«Guarda quel negozio! Fa proprio al caso nostro, andiamo.» Per poco non cado tanto la strattonata che mi ha dato, ma che problemi ha?!

«Lo stai ripetendo ad ogni negozio d'abbigliamento che troviamo...»
Sbuffo sonoramente alzando gli occhi al cielo per la sua affermazione per nulla credibile.

«Lascia fare a me! Vedrai che troveremo degli abiti stupendi lì» Asserisce convinto come se ciò che dicesse fosse inopinabile.
Lo seguo controvoglia notando subito la qualità degli abiti. C'è molto di più di quanto possa permettermi.

«Bas credo che questo negozio non faccia assolutamente per me... dovremmo andarcene.» Lo guardo supplichevole sperando che per una volta faccia come gli dico.

«Smettila di lamentarti Ella e lasciami fare.» Inizia ad afferrare una quantità industriale di abiti dei generi più disparati. Lo guardo a bocca aperta incapace di proferire alcunché.

«Forza, vai a provare questi!» Mi scaraventa una manciata di vestiti tra le braccia e mi spinge fino al camerino.

«Sebastian ma...» Non riesco a finire la frase che mi chiude la tendina del camerino davanti agli occhi. Lo odio quando fa così.
Osservo i prezzi sui cartellini e strabuzzo gli occhi. Che esagerazione!
Con molta pazienza inizio a provare i vari capi partendo da uno lungo nero con uno scollo a V molto profondo sul davanti, con le maniche lunghe e uno spacco sul lato destro che parte ad altezza coscia.

«È troppo...» Affermo appena esco dal camerino e incrocio lo sguardo di Sebastian.

«È bello ma no... vai con il prossimo!»
Ne provo un altro questa volta color avorio corto fino al ginocchio ma è decisamente troppo... antiquato.
Indosso altri mille abiti e quando stavamo per arrenderci tutti, ormai anche le commesse ci temevano, l'abbiamo trovato. Esco dal camerino con un abito rosso corto fino al ginocchio. La parte del top è più stretta e ha le bretelline sottili per poi scendere morbido sui miei fianchi. Mi fascia alla perfezione e non è per nulla volgare, anzi. È giovanile e colorato e non posso dire che non mi piaccia, sembro un'altra Ella!

«Oh mio dio, sei un incanto! Perfetto, lo prendiamo.» Sorride entusiasta e mi fa cenno di andare a cambiarmi.
Quando esco definitivamente da quello stretto abitacolo che hanno il coraggio di chiamare camerino, mi guardo intorno alla ricerca di Sebastian che è già alla cassa.
Corro da lui ma è troppo tardi.

«Che cosa hai fatto?!» Lo aggredisco guardando la commessa che ci porge la busta.

«Un regalo! Lo sai che i soldi non sono un problema per me. » Si giustifica miseramente.

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