CAPITOLO 27

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Ella's pov

Stravolta, scossa, confusa, felice e appagata sono tutti aggettivi che posso usare per descrivere la moltitudine di emozioni che sento al momento. Non mi aspettavo un epilogo di questo tipo, anche se ci speravo, ed è stato elettrizzante lasciarmi andare in questo modo. Dovrei decisamente farlo più spesso.
Sento ancora la pelle bruciare al suo tocco consapevole che, quasi sicuramente, mi ritroverò con segni rossastri sparsi ovunque ma non importa perché saranno il ricordo di questa magnifica serata. Ci scambiamo un altro bacio prima che possa alzarsi per rivestirsi uscendo definitivamente dal mio corpo. Dovrei essere a disagio per essere stesa sulla sua scrivania, completamente nuda, ma la verità é che mi sento così confusamente felice da non farci troppo caso, non per ora almeno.
Si infila velocemente boxer e pantaloni e poi mi porge le mani così che possa mettermi seduta. Le afferro e gli rivolgo uno dei miei sorrisi migliori osservandolo mentre si infila anche la camicia coprendo i suoi addominali scolpiti.

« Nessuno avrà più dubbi sul mio nome, ora...» Utilizza un tono scherzoso alludendo alle mie manifestazioni di godimento non troppo silenziose...

« Dovresti ringraziarmi, avrai molta meno folla. » Replico altrettanto ironicamente anche perché, in ogni caso, non c'è nessun paziente nei paraggi. Scendo dalla scrivania e afferro il reggiseno e l'abitino nero per infilarli piuttosto velocemente.

« Spero non arrivino le emulatrici... » Si abbottona la cintura dei pantaloni e si china per raccogliere il camice che poggia poi sulla sedia. « Questa me la lasci come souvenir? » Mi domanda porgendomi le mutandine che per la fretta non avevo neanche notato. Si vede che siamo ancora entrambi stravolti dall'esperienza appena vissuta.

« Ce la faresti a tenere a bada anche loro? » Lo guardo di sottecchi riprendendomi il pezzo di stoffa dalle sue mani infilandolo subito. « Sono i vantaggi di avere un vestito. » Gli faccio l'occhiolino ma la verità è che ho la testa completamente tra le nuvole ora come ora.

« Non mi sottovalutare ragazza!  » Mi prende in giro mentre un sorrisetto sghembo non abbandona mai il suo viso. « A parte gli scherzi, non faccio questo genere di cose nel mio studio... » Ammette guardandomi negli occhi.

« Quindi sarei un'eccezione? » Non so per quale motivo l'abbia chiesto, ma da un lato, questa rivelazione mi incuriosisce.

« Sì, a quanto pare sei un'eccezione. » Si sbottona il primo bottone della camicia passandosi poi una mano tra i capelli arruffati. Riesco ad intravedere un segno rossastro sulla base del collo. Ops, colpa mia.

« Mi fai sentire speciale così. » Scherzo ma sotto sotto gongolo per le sue parole apparentemente sincere.

Compie un paio di passi e mi si avvicina nuovamente. Il battito del mio cuore accelera istintivamente alla vicinanza con il corpo, e che corpo, del dottore. Mi posa una mano sul fianco per poi chinarsi e rubarmi un altro bacio.

« Non montarti troppo la testa ora... » Mi sussurra sulle labbra indugiando un po' su di esse per poi lasciarmi andare con una carezza sulla guancia. Torna ad accomodarsi sulla sua poltrona così faccio lo stesso sedendomi di fronte a lui.

« Sai una cosa? Mi è anche passato il mal di testa! » Pensandoci, oggi pomeriggio mi faceva un po' male ma ora sto decisamente meglio.

« Felice di esserti stato d'aiuto, è il mio lavoro! Sempre meglio delle compresse, no? » Mi prende vistosamente in giro afferrando una penna con la quale gioca, facendo scattare a ripetizione il pulsantino automatico. Che fastidio!

« È snervante questo rumore...» Mi appoggio con i gomiti sulla sedia guardandolo con disapprovazione.

« Invece a me rilassa... Quindi devo farti una prescrizione di questo genere per il mal di testa? »

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