23. Non puoi lasciarmi sola

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Emily's POV

Mi sveglio con grande felicitá, nel vedere che accanto a me c'é Alison. Lei ancora dorme, cosí le lascio un leggero bacio sulle labbra. Si stiracchia, facendo degli strani versi e mi dice "Buongiorno piccola." "Buongiorno bellissima.", gli rispondo tra le sue labbra. Mi accarezza i capelli e mi dice "Come hai dormito questa notte? Tua mamma mi ha detto che non hai dormito ieri." "Benissimo, dato che c'eri te. Ali mi manca mio padre, vorrei fosse qui." "Tranquilla, tornerá presto." "Lo spero tanto.".
Alison si alza prima di me, per poi venirmi ad aiutare ad alzarmi, dato che ho ancora dei problemi a camminare con le stampelle. Scendiamo di sotto in cucina mano nella mano, ma vedo mia madre che piange al telefono. Vado da lei e le chiedo spaventata "Cosa succede?" "Em...", dice singhiozzando e aggiunge "Tuo padre..." "Che é successo?" "Em, gli hanno sparato e non ce l'ha fatta..." "No. No. No.". Scoppio in lacrime, non so che sensazione sto provando in questo momento, é come se mi stessero strappando il cuore. Alison corre ad abbracciarmi, la stringo il piú forte possibile. Non risesco a credere che non ci sia piú, non ce la faccio a pensare ad un mondo senza di lui. É sempre stato quello allegro, quello che portava la felicitá in casa, quello che sistemava tutte le cose, persino quando ho fatto outing. C'é sempre stato per me, mi ha sempre appoggiato in tutto e anche contro tutti, perché ero e saró per sempre la sua piccola.
Alison mi stringe tra le sue braccia e vedo che anche a lei scendono delle lacrime, riesco a dire singhiozzando "Non piangere, ti prego." "Scusa, non posso vederti in questo stato, vorrei farti stare meglio, ma credo non ci sia nessun modo." "Mi basta che rimani con me, ho bisogno di te." "Quello era ovvio.". Riesco a strappare un piccolo sorriso, ma le lacrime ormai non smettono di cessare.
Abbraccio mia mamma che sembra un pó piú forte di me, ma so che dentro sta malissimo; le dico "Mamma, supereremo anche questa." "Certo amore.", mi risponde asciugandomi le lacrime e aggiunge "Non piangere, tuo padre ha sempre detto che voleva vederti sorridere." "Lo so, ma in questo momento é molto difficile.".
Ormai non ho piú fame, ho un nodo alla gola, quindi torniamo in camera mia con Alison. Mi siedo sulla cassapanca sotto alla finestra, ogni volta che mi sento giú di morale mi siedo lá. Alison si avvicina a me e mi stringe tra le braccia, dicendomi "Non posso vederti in questo stato." "Lo so, ma non posso farne a meno. Ti prego, rimani con me oggi." "Certo amore, rimango con te.", dice lasciandomi un bacio leggero sulle mie labbra.
Ormai sono ore che piango, l'unica cosa che mi solleverebbe in questo momento é rivederlo tornare, con la sua solita divisa e la gioia di vedermi di nuovo. Avrei voluto salutarlo meglio almeno, avrei fatto durare piú a lungo quell'abbraccio se solo sapessi che era l'ultimo che ci saremmo dati. Gli avrei detto qualcosa di piú, invece che un semplice ti voglio bene. Le lacrime non smettono piú di cessare.
Alison mi dice, accarezzandomi i capelli "Amore, ci sono io qua." "Lo so, devi rimanere con me." "Certo. Sfogati.". Appoggio la testa sulla sua spalla e le bagno la maglietta con le mie lacrime salate. Mi lascia qualche bacio dolce sulla fronte, non so come ringraziarla per tutto quello che fa per me.
Mi lascia un pó da sola, ma dopo poco tempo ritorna con una scatola di cioccolatini e una pizza. La riabbraccio, stringendola piú di prima, é la mia vita. Le dico "Grazie amore, ti amo troppo." "Anche io ti amo, ma adesso mangia." "Agli ordini mamma.", dico con la voce da bambina. Mangio la pizza e la finisco contro voglia, lo faccio solo per Alison, non voglio che soffra per me. É l'unica persona che mi dá forza.
Mi dice "Ti meriti un bel bacino, dato che hai finito tutta la pizza.", mi lascia un leggerlo bacio sulle labbra. Poi scende e sfiora con le sue labbra il mio collo, facendomi gemere un pó. Le lacrime cessano di scendere, finalmente, ma ancora ho un vuoto dentro di me; non riesco a metabolizzare che sia vero veramente.
Saluto Alison, che deve andare a casa, la bacio per poi dirle "Ti amo tantissimo." "Anche io amore. Dopo ti chiamo." "Va bene.".
Mi ritrovo a casa da sola, cosí decido di andare in soffitta a vedere le cose di mio padre. Apro la cassaforte e vedo subito la sua pistola, la prendo sulle mani e lo sento piú vicino a me. Prendo la pistola e con la macchina mi reco al poligono, per scaricarmi un pó e per sentirmi in qualche modo accanto a lui. Quando ero piccola mi portava sempre lá, mi faceva vedere qualche suo tiro, poi mi aiutava a farlo uno anche a me.
Entro dentro la sala, mi infilo gli occhiali e ricarico la pistola, per poi affrontare il primo tiro. Appoggio delicatamente il dito sul grilletto e appena il proiettile colpisce il bersaglio, sento una scarica di energia invadermi tutto il corpo. Dopo aver fatto dieci tiri, mi sento veramente meglio, mi sento libera. Quando mi giro per andarmene, mi ritrovo davanti mia madre, che mi urla contro dicendomi "Cosa ci fai qui?" "Ho fatto solamente due tiri..." "Lo sai che non voglio, ho sempre avuto paura di queste cose." "Scusa, volevo scaricarmi." "Va bene, ma non venire piú. Perfavore Em." "Va bene.". Abbraccio mia madre, per poi tornare a casa. Appena arrivate, riprende la pistola dalle mie mani per riportarla al suo posto. Io un'altra volta in lacrime, vado zoppicando in camera mia e senza nemmeno mangiare, mi addormento, con il cuscino umido dal pianto.
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Ciao ragazzi,
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HOW ABOUT FOREVER? || EmisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora