OLTRE LE APPERENZE

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Veronica Pov's
Ci avevano lasciate qui...
Subito corsi in giro per cercare un'uscita...niente.....niente di niente....
Non c'era traccia di una porta che riconducesse all'esterno....

Perché?
Perché Shu mi hai fatto questo?
Perché mi hai lasciata qui?
Cosa significa questo gesto?
Perché non mi vuoi dare delle spiegazioni...

Non sapevo proprio cosa fare...
Eravamo bloccate qua dentro
L'unica cosa che riconduceva all'esterno era quella piccola finestra....da qui non saremmo mai riuscite a passare.....
Mi sedetti su di una poltrona
Non mi sarei arresa così!
Questo non sarebbe bastato a fermarmi!
"Veronica...mi dispiace per.." Yui stava cercando di consolarmi
"No" risposi io
"Non ci arrenderemo così!" risposi.
"Dobbiamo prima di tutto controllare se sono rimaste l'arco dorato e delle frecce" dissi a Yui
Ci dirigemmo subito correndo alla grande sala. L'arco era lì e anche le frecce dorate, e c'era ancora il sacco con le frecce magiche, non le avevano prese tutte. Ok, ora dovevamo solo trovare un modo per uscire di qui...ma prima
"Yui" chiamai
"Dimmi" rispose lei
"Sei sicura di voler venire?"chiesi
"Si!" rispose lei
"Bene, allora andiamo a cercare qualcosa di più protettivo da metterci, anche senza le protezioni, degli stracci legati possono sempre essere utili" dissi
"Si!" rispose lei.
Corremmo verso la cucina
C'erano tantissimi stracci
Li strappammo
E me li misi attorno ai polsi, alle braccia, al collo, alle caviglie e alle gambe. Stessa cosa fece Yui
Ora dovevamo solo capire come uscire. "Solo".
Dovevo capire come fare
Non era semplice
Da quanto potevo vedere il muro aveva uno spessore superiore ai venti centimetri. Non si poteva rompere. O almeno..noi non potevamo.
Continuavo a provare e a provare
Niente
Non c'era modo
Nessuno
Eravamo bloccate qui dentro
Non potevamo uscire
Mi sedetti di nuovo sulla poltrona...

Eppure un modo c'è, ne sono sicura.....

Non sapevo perché, ma qualcosa mi diceva che un modo per scappare di lì c'era.....
Dovevo capire come....
Mi alzai e guardai fuori dalla finestra....
I mostri erano meno di prima, ma ne ero accorta, dovevano essere tutti radunati in un altro punto.....dovevano aver già cominciato.....
Ce la dovevo fare
Dovevo andare anche io
Non potevo perdonarmi per la morte di quella donna
Non potevo rimanere qui ferma
Poi sentii Yui chiamarmi
Mi girai verso di lei
"Hai detto che l'arco lo devo tenere così, giusto?" mi chiese
La.....la sua posizione....
....come....come stava tenendo l'arco.....mi ricordava.....
Quell'uomo......quello che voleva portare via Shu quando eravamo piccoli.........quella postura.....
Improvvisamente cominciò a girarmi la testa.
Non mi reggevo più in piedi
Barcollavo
"Veronica!" urlò Yui precipitandosi verso di me
Svenni
(Sorry se sviene sempre)

Inizio flash back
Veronica era una bambina
(Riprende il sogno che stava facendo quando lei e Shu si ritrovarono davanti un uomo con arco e frecce che intimava a Shu di tornare a casa con le buone o con le cattive)
L'uomo era lì a fissarci io ormai ero indietreggiata leggermente come Shu mi aveva detto.
L'uomo continuava a sorridere, mostrando quello che era uno sguardo senza pietà, quel tipo di sguardo che ti fa capire che tra poco sarà finita. Puntò l'arco addosso a Shu, lui sembrava non reagire. Era diventando tutto ad un tratto calmo. Dalla postura curva e attenta che aveva prima, passò ad una posizione eretta e tranquilla, quasi a voler cedere a quello che diceva l'uomo.
Io lo guardavo stupita.
Quell'uomo gli stava puntando contro un'arma, e lui come se niente fosse stava cedendo
Cosa gli avrebbe fatto?
Cosa sarebbe successo a Shu?
Shu prese lentamente ad avvicinarsi a lui
Io che guardavo
Avrei tanto voluto fare qualcosa, ma non potevo fare nulla, ogni piccolo rumore, ogni piccolo movimento avrebbero fatto allarmare l'uomo che ancora puntava una freccia argentata verso Shu.
Dovevo limitarmi a guardare
Non volevo
Ma dovevo
Shu intanto era arrivato ad essere proprio di fronte all'uomo che ora gli stava porgendo una sorta di manette, solamente diverse da quelle che ero abituata a vedere, queste, erano di uno splendore fuori dal comune e brillavano, avevano dei ricami dorati ai contorni e sembravano oggetto di grande valore.
"Non avrei mai pensato di lavorare per dei vampiri" disse l'uomo
Io lo guardavo stupita, vampiri?

Shu, tu sei, sei una vampiro?
Shu esitava, non voleva prendere le manette, quasi come se su di lui l'effetto fosse differente.
Io non capivo
L'uomo aveva visto la sua esitazione ed urlando gli diceva
"Mettiti le manette o faccio fuori la bambina!" ora puntava la freccia verso di me, io non sapevo cosa fare, ero pietrificata.
Shu spalancò gli occhi
"Non serve" disse poi ritornando all'espressione senza sentimenti di prima. Tornando ad uno sguardo, quasi, quasi spento...
A testa bassa stava per mettersi le manette, quando, approfittando del momento in cui l'uomo gliele stava porgendo, e per questo non aveva più l'arco in mano, gli tirò un pugno talmente forte da scaraventarlo a trenta metri di distanza.
Io ero sorpresa
Lui si girò verso di me
E fatto un fischio per richiamare il cane, mi prese per il polso e si teletrasportò davanti ad una torre. Io non capivo ancora quello che era successo

Perché sono finita qui?
Cos'è questa torre?
Come ci sono arrivata?

In quel preciso istante Shu mi guardò negli occhi. Solo ora notavo i suoi meravigliosi occhi color oceano, quegli occhi che tanto mi facevano sentire a casa, che ora fissavano i miei, del colore del ghiaccio. Mi guardava seriamente, ma anche con sguardo interrogativo.
Subito dopo sentimmo un rumore
L'uomo ci stava cercando e stava urlando
Shu mi prese svelto per mano e mi condusse tirandomi davanti ad una fontanella. Premendo un bottone che si trovava vicino ad un sasso per terra, la fontanella smise di fare uscire acqua e lasciò spazio ad un passaggio segreto. Vi entrammo.
Subito la fontanella si chiuse e riprese a far scorrere l'acqua.
C'erano delle scale a chiocciola.
Le salimmo correndo.
Io avevo così tante domande, ma non avevo il coraggio di farle, e nonostante avessi queste tante domande che mi tormentavano alla fine, se avessi dovuto porle, non avrei nemmeno saputo cosa dire.
Arrivammo davanti ad una porta chiusa, non c'era modo di aprirla, c'era un orologio vicino alla porta posato su di un mobiletto in stile antico, Shu girò la lancetta verso le dodici e dodici ed improvvisamente la porta si aprì. Mi fece cenno di entrare. Lo feci.
Quando mi ritrovai dentro quella stanza ero sorpresa, c'era un orologio uguale a quello di prima anche di fianco all'altra parte della porta. Shu non appena fu entrato girò le lancette verso le sei e sei minuti. La porta si richiuse. Ora eravamo dentro questa stanza io e lui.
Si voltò piano verso di me.
Ora mi guardava di nuovo
Io abbassai lo sguardo
Lui si avvicinò a me.
"Scusa per quello che è successo" disse serio e senza emozioni
"Tranquillo" risposi io sempre rivolgendo il mio sguardo verso il pavimento. Lui si voltò dall'altra parte ed io lo fermai
"S-shu!" dissi
Si voltò
"Ecco....è...è vero che sei un vampiro?" chiesi
"Sì" rispose lui
Allora era vero, era veramente un vampiro, ma.....per qualche strana ragione mi sembrava diverso, diverso da quello che mi era stato detto.
"Chi era quell'uomo?" chiesi poi
"Un cacciatore di vampiri" rispose lui
Sempre serio ora
Non sorrideva più
Nei suoi occhi riuscivo a leggere quel velo di angoscia che copriva le sue emozioni, quel velo che continuava ad esistere, capivo che non era felice, nei suoi occhi vedevo degli altri occhi, quelli di una donna ed improvvisamente il suo sguardo si incupiva.
"Se....." disse lui
"Se ora che sai la verità te ne vuoi andare, io non ti fermerò" disse
Io non sapevo cosa rispondere
Sapevo che era pericoloso, ma sapevo anche che potevo fidarmi di lui. Intanto Shu aveva diretto il suo sguardo al pavimento rassegnato da quella che sarebbe stata la mia risposta.
"E perché dovrei?" risposi io
Lui sollevò sorpreso lo sguardo, guardandomi come se gli avessi appena svelato un'informazione scioccante. "Non-non te ne vai?" chiese. "No" risposi io tranquilla
"Non mi importa se sei un vampiro, quello che importa è il tuo vero carattere e come sei veramente" dissi poi.
Lui era sempre più sorpreso
Aveva spalancato gli occhi
Io gli sorrisi
Lui sospirò
"Grazie" disse prima di avvicinarsi a me ed abbracciarmi
Non sapevo perché lo stava facendo
Ma capivo che il suo sguardo cupo derivava in parte dal fatto di essere quello che non voleva essere, un vampiro, un essere di cui la gente ha paura senza nemmeno vederlo in faccia, basta che sappia che è un vampiro e non le importa più se è buono o cattivo, un vampiro rimane. E invece io non ero così
Sapevo cosa significava essere classificati per quello che non si era deciso di essere, per quello che si era esteriormente.
Per quello io, come prima parte di me, mostravo sempre prima com'ero veramente.
Quella che ero io
Decidevo io cosa essere

IO SONO QUELLO CHE DECIDO DI ESSERE.
FINE FLASH BACK

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