"A nessuno importa
davvero di te,
finché non muori."~ xxxtentaction.
▶️Imagine Dragon - Nex To Me
"Kara, per l'amore del cielo, quante cose ti stai portando dietro?" Le chiesi ispezionando le valigie che aveva preparato, per traslocare sabato pomeriggio in una delle stanze dei dormitori. Fortunatamente siamo riuscite a trovare una stanza libera con così poco preavviso, grazie anche alla rinuncia di alcune studentesse che avevano deciso di trasferirsi in un appartamento vicino al campus. Tutto questo era colpa di un idraulico incapace - definito da Kara - di fare il proprio lavoro.
"E non sono nemmeno la metà!" Informò guardandosi attorno, accorgendosi di quante cose si fosse lasciata alle spalle e in giro per la casa, come una perfetta disordinata. "Accidenti alla caldaia e all'incapace dell'idraulico, non sarei stata così disperata di trovare i miei jeans preferiti se solo avesse fatto un buon lavoro!" Aggiunse acidamente passandosi una mano sui lunghi capelli biondi e sciolti, per quelle poche volte che non li lasciava raccolti in un chignon. Malgrado la faccia imbronciata e il comportamento da bambina piccola, restava sempre bellissima, lo si doveva ammettere.
"Cerca di portarti il necessario, perché al dormitorio dovremmo condividere la stanza e l'armadio non riuscirà a contenere tutti i tuoi vestiti e i miei." Dichiarai chiudendo l'unica valigia che mi stavo portando dietro, insieme ad una scatola in cartone che conteneva tutti i miei libri. Avrei potuto lasciarmi tutto dietro, tranne i libri, quelli mai.
Sbuffò buttandosi di peso nel divano, arrendendosi all'idea di mettere apposto le sue cose, prendendo il cellulare fra le mani e cercando un canale decente da guardare. "Si lo so, ma per ora non ci voglio pensare, sono troppo arrabbiata con quel tizio. Dovrò addirittura chiamare mio padre per parlagli del problema, vedrà lui se può fare qualcosa con le assicurazioni dell'appartamento, visto che è a nome suo." Mormorò sistemandosi meglio con un cuscino dietro la schiena. "Torneremo prima di rendercene conto, mio padre è bravo a risolvere i miei problemi."
"Il Signor Lindstrom è bravo, perché si è ormai abituato a toglierti dai casini." La corressi, ricevendo una linguaccia da parte sua che mi fece scuotere la testa. La solita.
La lasciai sfogarsi con i tasti del telecomando della TV e iniziai a rimettere apposto le cose. Ripiegai i vestiti di Kara sparsi per la casa, sistemandoli nel suo grande guardaroba, lavai il pavimento con la scopa e passai il moccio in ogni angolo dell'appartamento. Non avevo la minima idea della durata di tempo che avrei passato al dormitorio, quindi sarebbe stato meglio lasciare in ordine. Kara aveva cucinato quella sera e allora sarei stata io a dover lavare lo sporco dei piatti, pieni di sugo e appiccicaticci dall'olio. Passai un panno umido sui fornelli, sulle mensole e poi sul ripiano dell'isola.
Una volta finito, notai la figura di Kara in una comoda posizione sul divano intenta a dormire e così senza pensarci, presi dalla cesta nel pavimento a fianco al divano una delle copertine piegate. E dopo averne aperta una, avvolsi il suo corpo per bene. Tolsi il telecomando dalla sua mano e spensi la televisione, che in quel momento faceva vedere un reality per trovare l'anima gemella su un Isola Hawaiana. Sbadigliai spegnendo la luce, incamminandomi verso la mia stanza, chiudendomi la porta alle mie spalle.
L'indomani - venerdì - non avrei avuto alcun corso, quindi potevo benissimo passare la giornata a mettere le mie cose in ordine, nella stanza al dormitorio. Aprii le tende del porta finestra e spensi la luce, controllando - per la prima volta in quella giornata - le notifiche nel mio cellulare. Un messaggio da Aidan, che mi dava la buonanotte e si scusava per non aver potuto fare la chiamata via Skype, tramite computer. Un aggiornamento di una storia che leggevo su E-Book, e una chiamata persa da mia cugina Denise. Che mai avrebbe voluto dirmi Denise? Eravamo molto legate quando eravamo bambine, ma prendendo strade diverse al Liceo e non vedendoci completamente per il mio trasferimento qui, non ci eravamo più sentite. Lasciai perdere i miei pensieri e le mie questioni, ero troppo stanca ed era troppo tardi per poterla chiamare, quindi rimandai il tutto a domani pomeriggio. Sempre se me ne fossi ricordata, ogni tanto tendevo ad avere la testa fra le nuvole.
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Il ragazzo della 113 | Noah Centineo
FanfictionLe regole alla Columbia University sono poche e precise: puntualità alle lezioni, tenere uno studio costante e comportarsi civilmente. Ma soprattutto, stare lontani dal ragazzo della stanza 113. Eisel Johns, considerato l'angelo della scuola, non fa...