14. Insieme

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▶️ Maroon 5 - Girls Like You

Sullivan spiegava oramai da due ore a questa parte, sull'importanza delle parole che esprimono gli scrittori nei propri libri, da cui avevo smesso di seguire da: "Buongiorno, ragazzi."

Ero troppo impegnata a rispondere ai messaggi, che Isaac mi inviava tramite i foglietti cartacei che strappava dall'unico quaderno presente nel suo banco, oltre alla bic blu che gli avevo prestato, non volendomela ancora restituire. Diceva che l'inchiostro, a differenza delle penne che aveva lui, non sbavava sulle pagine in cui trascriveva i suoi appunti. Il che era tutta una scusa, Isaac prendeva raramente - o quasi mai - gli appunti. Mi passò quello che mi sembrava oramai il sesto messaggio, che insieme agli altri mi aveva fatto sorridere, facendomi stringere fortemente le labbra fra i denti per non scoppiare in una risata fragorosa, in pieno svolgimento della lezione. La testa pelata di Sullivan, brilla talmente tanto, che mi sembra di avere un sole personale in classe. Scrisse in una calligrafia disordinata, ma ben leggibile, facendomi portare una mano sulla bocca per trattenere l'ennesima risata pronta all'esplosione.

Non vedi? È un pannello solare. Scrissi disegnando affianco uno Emoji con l'espressione divertita, che lo fece sorridere non appena lo lesse. Era dall'ultimo incontro, che notai il quanto riuscisse - sempre più spesso - a mettere in mostra i denti bianchi, sfoderando illegalmente quella fossetta clandestina sulla guancia sinistra.

Il sole sta ballando la Break Dance. Lessi sussurrando le parole - per non farmi sentire - e quando alzai gli occhi in direzione di Sullivan, notai il modo in cui muoveva la testa mentre scriveva qualcosa sulla lavagna, facendomi - involontariamente - ridere a voce alta. Ricevendo, dai presenti in aula, uno sguardo tra il divertito e il sorpreso, oddio pensai guardando lo sguardo severo che Sullivan mi stava rivolgendo. "Signorina Johns, Walker, vi sto per caso annoiando con le mie lezioni?" Domandò inarcando un sopracciglio, passando lo sguardo da me al ragazzo seduto al mio fianco. Quella mattina, l'anziano Signore, indossava un maglioncino a scacchi - blu e arancione - che stonava pesantemente con il colore giallastro dei pantaloni. La postura leggermente curva, rendeva la sua postura leggermente più buffa del solito, nonostante rimanesse la solita eleganza dei suoi modi di porsi alle persone.

"Onestamente si, ma non si preoccupi. Ci stavamo divertendo alla grande. A proposito, ha notato quanto brilli il sole quest'oggi?" Parlò Isaac - con tono innocente - indicando in direzione delle vetrate alla nostra destra, che non mostrava affatto un tempo soleggiato. Anzi, nel cielo vi erano presenti parecchie nuvole grigie, gonfie e probabilmente cariche di pioggia, che rendevano il panorama triste e opaco. Le temperature Newyorchesi erano ben diverse da quelle umide e afose di San Diego, che nonostante fosse quasi fine Novembre, nel cielo vi era sempre presente quella figura circolare, gialla e luminosa, che brillava in ogni angolo della città. Sapevo a quale sole si stesse - però - riferendo Isaac, ma cercai di non fare un altro passo falso mettendomi a ridere, altrimenti mi sarei messa soltanto in altri guai. E pulire l'intera Biblioteca mi era già bastato, anche perché nel giorno successivo della punizione Elia non si era presentato, aveva avuto dei problemi familiari ed era toccato soltanto a me ed Isaac finire il lavoro iniziato. Una giornata alquanto stancante, vista l'immensità dei muri della biblioteca e dei scafali interminabili, ma il tutto era stato alleggerito dalle nostre continue chiacchiere, rendendo il pomeriggio più leggero e solare. Isaac, d'altronde, aveva un buon inizio per qualsiasi conversazione, togliendoti l'imbarazzo dei momenti a scena muta. Un ragazzo di ottima compagnia.

Sullivan parve leggermente scocciato dalle parole del suo alunno non preferito, continuando con la propria spiegazione senza far nuovamente caso a noi due. Provai a seguire il restante della lezione, recuperando soltanto metà pagina di appunti di quello che - per due ore di illustrazione teorica - avevo perso scambiando bigliettini. Fantastico. "Avrei voluto immortalare la faccia di Sullivan, quando gli ho parlato del luminoso sole." Commentò un Isaac divertito, uscendo dall'aula dopo il suono della campanella, che segnava il termine della lezione. Affiancandosi al mio lato destro non curandosi minimamente delle solite occhiate, che le persone esterne ci riservavano. Dialogava con me come, se in mezzo a quella folla, ci fossi soltanto io per lui. Ed era una sensazione meravigliosa sentirsi qualcosa per qualcuno.

Il ragazzo della 113 | Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora