Mi scoppiava la testa,
mi sembrava di impazzire.
Mi succedeva spesso.▶️Giorgia - Scelgo Ancora Te
Aidan sfiorava lo sguardo assottigliato in due piccole fessure sulla figura di Isaac e contemporaneamente sulla mia, riportandolo nuovamente su Isaac. "Dove sei stata?" Mi domandò incrociando le braccia al petto, rivolgendosi a me, continuando - però - a sostenere lo sguardo del ragazzo al mio fianco, che non aveva alcuna intenzione di abbassare le palpebre.
"In giro." Feci un alzata di spalle.
"In giro? Tutto qui?" Mi domandò nuovamente tornando ad esaminarmi, con sguardo evidentemente sorpreso davanti alla mia risposta priva di dettagli.
Alzai e riabassai le spalle, con noncuranza, lasciando ricadere le mie mani lungo il bacino.
"Sono le tre del mattino oramai passate, Eisel. Ti sembra l'ora di tornare?" Parlò aggrottando la fronte. Non era di buon umore.Sospirai, alzando gli occhi al cielo. "Non farmi la ramanzina Aidan. Sono solamente uscita con un amico, sto bene, quindi ti prego non preoccuparti. Non ce n'è il motivo." Mormorai appoggiando un palmo della mia mano, sul suo braccio. Gesto che non passò inosservato agli occhi - tremendamente attenti - di Isaac, che non distolse gli occhi dalla mia mano.
Aidan sospirò pesantemente, prima di annuire ed alzare il braccio, per posare sulla mia testa la sua mano scompigliandomi il caschetto di capelli, che tenevo in testa. "Rientra appena hai finito...qui, d'accordo ?" Mormorò lasciando uno sguardo fugace ad Isaac, che colse il gesto in modo impassibile.
"Si, papà." Parlai ironica, ottenendo un'occhiataccia da parte sua che mi fece ridere, prima di darmi le spalle e chiudersi la porta dietro di sé.
Mi girai, trovando lo sguardo di Isaac impiantato sulla mia mano, che tenevo oramai incrociata sotto il seno. "Perdonalo, ha la tendenza ad essere iper protettivo nei miei confronti." Mi scusai, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Notai semplicemente la sua fronte dove vi erano presenti diverse pieghe, le mani - lievemente sbucciate a causa dell'incontro svoltosi qualche ora prima - strette in due pugni, la mandibola serrata e lo sguardo avvolto da una sfumatura di pura confusione.
Era nuovamente tornato, dopo giorni, ad essere il ragazzo della 113. Non era più l'Isaac con cui avevo scambiato quattro parole soltanto cinque minuti prima.
Che cosa era successo? "Isaac, tutto appo-.." provai a domandargli, senza riuscire nel mio intento."Si è fatto tardi. Devo andare. Buonanotte." Mi liquidò, dandomi le spalle prima per dirigersi in direzione di camera sua. Cosa? Lo guardai confusa e prima che potessi aprire la bocca per poter aggiungere qualcosa, lo vidi sparire all'interno della stanza 113.
Sospirai scuotendo più volte la testa, alquanto esasperata dal suo comportamento, al quale non riuscivo a capacitarmene. Fino a qualche minuto prima la situazione andava perfettamente alla grande e qualche minuto più tardi, si era nettamente aggrovigliato nel ruolo del ragazzo della 113. Come lo definivano tutti gli studenti della Columbia.
Restai ancora qualche secondo a schiacciare il mio sguardo in direzione della sua porta, con una qualche speranza di vederlo uscire da essa con l'intento di dirmi, che il suo comportamento - di poco prima - era stato tutto un frutto della mia immaginazione. Ma ciò non accade, così, lievemente sconsolata decisi di rientrare nella mia stanza.Abbassai la maniglia della porta, entrando all'interno delle mura accoglienti, chiudendomi successivamente alle spalle quest'ultima, restandoci ancora appoggiata con la schiena.
"Va tutto bene?" Mi domandò Aidan seduto sul letto di Kara, avvolto dalle coperte come un perfetto involtino di primavera."Si, Aidan." Mormorai alzando gli occhi al cielo, ottenendo un'occhiataccia da parte sua. Sospirai. "Lo so che questo è il tuo modo di preoccuparti per me, ma non era affatto necessario farmi la paternale lì fuori. È stato estremamente imbarazzante e alquanto fuori luogo." Parlai gesticolando animatamente con una mano. "Mi hai trattata come una bambina e Aid, ho quasi ventun anni per l'amor del cielo." Mormorai lievemente esasperata, trovando i suoi grandi occhioni verdi alquanto sorpresi nell'udire le mie parole. Sono sempre stata alquanto timida nell'esporre a parole, tutto ciò che realmente provavo e molto probabilmente, trovarsi una Eisel con un pizzico di coraggio - davanti ai suoi occhi - lo aveva evidentemente preso di sorpresa.
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Il ragazzo della 113 | Noah Centineo
FanfictionLe regole alla Columbia University sono poche e precise: puntualità alle lezioni, tenere uno studio costante e comportarsi civilmente. Ma soprattutto, stare lontani dal ragazzo della stanza 113. Eisel Johns, considerato l'angelo della scuola, non fa...