28. Il Ballo

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Wild diceva sempre che
il suo argomento preferito era il nulla,
di cui sapeva tutto.

▶️Shallow - Lady Gaga

Parte Seconda

Matt continuava a tenere la sua mano stretta sul mio polso, per cercare di farmi stare al suo stesso passo, un'impresa che mi sembrò piuttosto ardua, visti i tacchi alti che indossavo ai piedi. Era per questo motivo, oltre ad altri mille e svariati motivi, che non amavo particolarmente le scarpe con il tacco e preferivo di gran lunga le scarpe da ginnastica, che oltre ad essere perfettamente comode, mi permettevano di camminare a passo spedito senza farmi sembrare un pinguino con le stampelle.

Lungo i corridoi gli studenti si affrettavano a raggiungere la palestra, che si trovava dall'altra parte dell'immenso edificio. Erano perfettamente tirati a lucido per l'evento tanto atteso, sembravano tutti particolarmente euforici e piuttosto su di giri. "Non vedo l'ora di sapere chi saranno il Re e la Reginetta del ballo!" Commentò una ragazza dai capelli biondi, camminando insieme ad una sua amica, tenendo fra le mani il tessuto della pesantissima gonna del pomposo vestito, che aveva addosso. Sembrava una principessa dei cartoni Disney, scappata illegalmente da qualche DVD. Era veramente incantevole, assomigliava ad una bambola di porcellana.

La sua amica, altrettanto bionda, battè le mani alquanto contenta. "È da giorni che non si parla d'altro, sono super curiosa!" Commentò prima di prenderla a braccetto e continuare a camminare insieme lungo il corridoio.

L'elezione per il Re e la Reginetta del ballo, non mi era passato nemmeno per un piccolissimo angolo dell'anticamera della mia mente. Probabilmente perchè sapevo - già in partenza - che non avrei mai ottenuto quel titolo. Non ero una persona negativa ma, bastava guardarmi per capire che per diventarlo, ero alquanto lontana dalla meta e decisamente fuori strada. Cielo, non riuscivo nemmeno a camminare sui tacchi, figuriamoci!

Una volta arrivati alle rampe di scale, pensai di morire o di cadere in picchiata da un momento all'altro, ma l'attenzione impressionante che Matt mi dedicò, aiutandomi a scendere con estrema pazienza, mi impedì di compiere la scivolata più imbarazzante della mia vita.

E nonostante la situazione, mi ritrovai a regalargli un sorriso affettuoso. Per essere così grande ed imponente, la sua gentilezza stonava a dismisura davanti alle sue caratteristiche fisiche. Matt mi dava tutta l'impressione di essere un gigante buono ed ero sicura che avesse il cuore grande quanto una casa, e me lo aveva dimostrato quel giorno in cui si era preso cura di Isaac - insieme a me - quando lo avevamo trovato privo di forze e con la febbre alta in camera sua.

Quando arrivammo finalmente al piano terra, si assicurò di farmi arrivare saldamente con i tacchi per terra, prima di trascinarmi dietro con sè, in direzione dei giardini scolastici. "Cosa è successo?" Domandai, con il fiato in gola e con il cuore a mille. Ero preoccupata per Isaac, ultimamente era andato a visitare il Preside un po' troppo spesso e nonostante quest'ultimo fosse suo padre, non avrebbe avuto sicuramente un minimo di pietà in questa faccenda. Ero più sicura che non avrebbe alzato un dito a favore di suo figlio. Il Preside Walker chiudeva un occhio per molte questioni ma, l'aggressione fisica verso un altro studente, era una questione che non tollerava affatto. Non ne discuteva e sulle sue decisioni, era sempre irremovibile.

"Il Quaterback è fuori di testa, non ho idea di come la rissa sia iniziata, ma so per certezza che per Cameron non finirà molto bene. Quando Isaac alza le mani su qualcuno, è piuttosto difficile farlo desistere, se non impossibile. Ma ho sentito che una persona in grado di fermarlo, c'è, e questa sei tu." Mi informò facendomi rabbrividire e non fu la bassa temperatura esterna - che mi si gettò addosso con furia - a farlo, ma la profondità delle sue parole. Sperai con tutto il cuore di poterlo fermare, lo avevo già visto immischiarsi in queste situazioni più volte e al Blue's me ne aveva dato la prova. Quando alzava le mani, diventata una vera e propria bestia. Ad Isaac non importava minimamente chi avesse davanti, lo distruggeva senza esitazioni e senza nessun rimorso. Proprio come un uragano.

Il ragazzo della 113 | Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora