~16

77 8 0
                                    

Cammino verso casa, stranamente allegra. Non che mi interessi il complimento di Gabriel sia chiaro.
Però voglio raccontarlo a qualcuno. E chi chiamare? Marika.
<ehi Greta come va? Felice che sei ancora viva> rido
<già... sai oggi sono successe delle cose pazzesche>
<cacchio scusa Greta ma ora no, ho un sacco di cose da fare mi dici dopo>
<Ehm... ok, ciao> e riattacco.
Non so perché ho la sensazione che sia una balla...
Decido di lasciar perdere ed entro in casa.

4 giorni dopo
<ok tocca a me: preferiresti essere inseguito da 100 mini-runner o 10 clicker?> chiedo
<quanto mini?> mi chiede mentre mastica un cracker. Ormai è una routine: io e Davide all'intervallo, che parliamo di videogiochi o libri, sempre al "solito posto", con quelle della mia classe che ci guardano ridacchiando, ma a me non interessa e nemmeno a lui.
<mmm... sono grandi fino a metà coscia> rispondo
<con i 10 clicker sono silenzioso o casinista?>
<diciamo che ne uccidi 4 ma poi fai cadere un mattone e ti beccano>
<vada per i mini-runner. Posso calpestarli e prenderli a calci. 10 clicker sono impossibili.>
<basta essere stealt!> dico ridendo
<un dolente farebbe meno casino di me> ride anche lui.
Lancio un occhiata dietro Davide, verso Sonia e Gabriel, lui mi fa un cenno e io gli sorrido.
Quasi amici insomma...
Sonia deve essersene accorta perché gli mette un braccio intorno alle spalle e scendono al piano di sotto.
Mica te lo porto via...
Davide si gira e li vede, poi mi lancia una strana occhiata
<sei diventata sua amica?>
<di quella vipera? Sei fuori?>
Nemmeno tra un milione di anni
<non lei>
<Gabriel? Non so, più o meno. Sei geloso?>
<quel tipo non mi convince. E no non sono geloso>
<non ti convince? Stai scherzando?> rido, ma lui rimane serio.
<non lo so, ha qualcosa di...> viene interrotto dalla campanella.
<Vabbè stagli alla larga> continua. Sto iniziando ad arrabbiarmi
<chi sei tu per dirmi con cui devo parlare?>
<tuo amico, non basta?> mi alzo
<no che non basta. Perché sei geloso?> chiedo più confusa che arrabbiata.
<ti ho detto che non...>
<Greta entri in classe o no?> Alessandro ci interrompe
<arrivo. A domani, Davide> è la una delle rare volte che lo chiamo per nome e non pacifico, per fargli capire che sono davvero arrabbiata con lui.
Davide non mi saluta e, arrabbiato quanto me, si incammina verso la sua classe mentre io entro nella mia. Mi siedo al mio posto e scrivo a Marika
<dopo puoi parlare?>
Risponde dopo pochi secondi
<ti sei mai chiesta come stia io in questi giorni? Hai finito di parlare solo di te?>
<??> le scrivo
<non ti chiedi mai come stia io, ti importa solo di te. Sto passando un periodo di merda e a te non frega nulla. Non eravamo migliori amiche forse? Parlami di nuovo quando capisci di non essere al centro dell universo>
Metto in tasca il telefono, troppo incazzata per rispondere.

UNA RAGAZZA DA PARETEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora