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Rimango bloccata senza sapere che fare, rimango bloccata senza sapere che pensare. Chi se lo aspettava? Lui... con un ragazzo. Perché sono cosi triste? Infondo chissene frega, non eravamo cosi legati.
Forse mi piaceva... e quel piccolo forse in questo momento fa male.
Scuoto la testa e lentamente mi giro e me ne torno davanti all'ingresso.
Davide arriva pochi minuti dopo correndo e con in mano una giacca.
<ehi, è da tanto che sei qui fuori? Potevi aspettare dentro> mi chiede col fiatone.
<No... era meglio qui> dico con voce assente. Sono ancora scioccata per ciò che ho visto.
Davide mi tocca un braccio<cavolo sei gelata! Mettitela subito> e mi passa la giacca.
<Grazie...> dico indossandola. Mi ero quasi dimenticata del freddo.
<che è successo?> mi chiede
<ora ti racconto, però mentre camminiamo> e ci incamminiamo senza meta.

Gli racconto tutto, dall'arrivo in discoteca, al tizio che ci provava, a Gabriel.
<come prima volta in discoteca poteva andare meglio> concludo cercando di sdrammatizzare.
<già...> risponde camminando affianco a me.
<dunque... ehm... lui è gay> dice.
Annuisco, <non me lo aspettavo>
<ti piaceva?> nonostante non sia la prima volta che lo chiede, questa volta non ha rabbia, ne tristezza, ne amarezza... lo chiede normalmente.
<non ne sono sicura> dico
Penso che sia la risposta meno azzeccata da dare in questo momento.
<in percentuale?>
Mentre cammino guardo in alto e mi tocco la bocca con l'indice, come farebbe L.
<beh... ora è calato molto. Ma prima era un, vediamo, 20%. Seguito da un calo del 12% capendo che era bipolare e uno stronzo>
<...e io?> chiede timidamente. Lo guardo sapendo che mentire non servirebbe
<prima direi 13%, ma in questo periodo mi mancavi davvero, davvero tanto. Quindi ora che sei tornato e tutto, direi 24%... ma puoi sempre salire> lo rassicuro.
<mh... è qualcosa. Tu lo sai che per me sei almeno un 93% vero?> chiede.
<sarebbe più sbagliato mentirti. Te l'ho detto, puoi sempre salire.>
Si ferma di colpo
<no ma, com'è che ci troviamo sempre qui?> chiede ridendo
<questo parco è una caspio di calamita> rido anche io.
Ci sediamo sulla solita panchina, guardando davanti a noi.
<Marika?> chiede solo
<una stronza del cazzo>
<Gabriel?>
<idem>
<e io?>
<il mio pacifico preferito> rispondo con sguardo complice.
Lui mi sorride e mi mette un braccio intorno alle spalle. Io istintivamente appoggio la testa sulla sua spalla.
Mi sento cosi così bene adesso, mi sento sicura, sicura che lui ci sarà sempre per me.
<Dai questa serata non ha fatto poi così schifo> dichiaro.
<ehi stavo pensando...> Davide viene interrotto dal mio telefono che vibra e che segnala una notifica. Leggo il messaggio. Alzo la testa
<a quanto pare ho parlato troppo presto> lo guardo.
Lui mi guarda preoccupato e io gli passo il telefono.

Da:Gabriel
Parliamo un po di quello che hai visto... li dietro la discoteca

UNA RAGAZZA DA PARETEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora