Capitolo 3

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Pov Hope

Per tutta la durata del pranzo sentì lo sguardo del re su di me, ma non ricambiai, al contrario cercai di far finta di nulla. Ora che il pranzo è terminato, però, devo guardarlo per forza parlare.

"Ho già affidato l'incarico di organizzare la cerimonia a due esperti." disse freddamente.

"Cosa? Per quale ragione l'ha fatto?" chiesi, lui aggrottò le sopracciglia guardandomi in modo confuso e freddo.

"Perché non ho tempo per organizzarla io stesso, ti ricordo che sono il re, ho cose più importanti da fare." disse ovvio, il gelo era sempre presente nella sua voce. Era ghiaccio, lui era ghiaccio pensai, ma il ghiaccio si scioglie mi incoraggiai.

"No infatti, ma quello dovrebbe essere compito mio." risposi prontamente.

"Vuoi farlo tu?" chiese un po' sorpreso alzando un sopracciglio.

"Ma certamente mio re." dissi ovvia.

"E sentiamo principessa, cosa avresti in mente?" chiese in modo quasi ironico.

"Mi piacerebbe molto un matrimonio a tema invernale." feci rilassare la schiena sullo schienale della sedia, rilassando anche i muscoli dapprima contratti del mio viso.

"Perché?" chiese.

"È la mia stagione preferita. Ma se a lei non piace l'idea posso pensare a qualcos'altro." sperai di convincerlo. Quale sposa non desidera organizzare il proprio matrimonio?

"Ho detto che ho già affidato l'incarico di organizzare la cerimonia a due esperti." disse severamente facendomi aggrottare le sopracciglia.

"Ma sono io che la de.." mi interruppe alzando la voce in modo considerevole e sbattendo un pugno sul tavolo facendo saltare in aria i piatti vuoti e le posate.

"Non si discute!" sobbalzai al suo tono alto e freddo, guardai per qualche secondo il tavolo scoraggiata.

"Se non ha altro da dirmi io vorrei tornare in camera." continuai a non guardarlo, infatti lui mi prese per il mento e mi girò il capo nella sua direzione avvicinando il suo volto al mio. Le sue sopracciglia erano aggrottate segno del suo nervosismo.

"Guardami quando mi parli."

"Al momento sono arrabbiata col lei mio re, preferirei non guardala." dissi quasi sussurrando, un po' perché non volevo guardarlo e un po' perché mi stava facendo male, nonostante non sembrava farlo apposta, o forse non lo interessava accorgersi.

Odiavo il fatto di non poter organizzare io il matrimonio, ho sempre sognato farlo, guardavo le riviste, guardavo i programmi televisivi, giravo per i negozi dove c'erano gli abiti da sposa, accarezzavo i tessuti morbidi, chiudevo gli occhi la sera immaginando il centrotavola e i tovaglioli con le nostre iniziali.

Alzai la mano per spostare la sua e tornai a guadare il tavolo.

"Cosa pensi di ottenere comportandoti come una bambina?" alzò di nuovo la voce. Ma io non risposi, continuai a non guardarlo e a comportarmi da bambina. "Rispondimi!" mi afferrò nuovamente il polso in una presa ferrea, avevo già un livido per quando mi aveva afferrata nella stanza, quindi mi fece incredibilmente male, ma preferì non dire niente lasciando il mio viso rilassato per non mostragli il mio dolore. Sembrò arrabbiarsi parecchio, infatti si alzò tirandomi con lui, "Guardami." urlò, eravamo faccia a faccia, ma io continuavo a guardare il pavimento, il pavimento sul quale mi ritrovai dopo aver sentito la sua mano colpirmi la guancia, me la toccai con gli occhi spalancati increduli. Il dolore era fortissimo, non tanto per lo schiaffo, più per la mia dignità perduta davanti al suo comportamento manesco. Sentì la sua mano afferrarmi i capelli per farmi alzare dalle mattonelle fredde, portò la sua faccia davanti la mia, ma chiusi gli occhi per non guardarlo, dovevo dimostrargli che con questo atteggiamento non mi farà ugualmente fare quello che lui desidera. Sicuramente sembravo infantile ai suoi occhi, ma non potevo dargli questa soddisfazione. "Apri. Gli. Occhi." scansò per bene ogni parola, la sua voce era tornata bassa, ma faceva ancor più paura di quando era alta. "Vaffanculo!" mi lasciò quando capì che non avrei obbedito a nessuno dei suoi comandi.

Purtroppo le mie gambe erano molli e cadetti sbattendo la testa sul tavolo, il re uscì dalla stanza sbattendo la porta. Ero contenta di non aver pianto, doveva capire che non sono debole, nonostante lui ha molto più potere, ma non mi vedrà mai piangere, il mio orgoglio supera di gran lunga il dolore che mi ha appena causato.

Aprì finalmente gli occhi e mi alzai aiutandomi con il tavolo, senti collare qualcosa sulla mia fonte, e quando la toccai con le dita sobbalzai dal dolore, sangue!

Uscì dalla cucina e cominciai a correre per andare nella mia stanza, coprì la ferita con la mano, mi scontrai con delle persone, camerieri e soldati, sperai che nessuno vedesse quello che avevo in viso.

Una volta arrivata in camera, entrai nel mio bagno e mi guardai allo specchio, avevo un piccolo taglietto sulla fronte, nulla di che, probabilmente non rimarrà nemmeno il segno, ma comunque sulla parte destra del mio viso c'era una piccola scia di sangue, mentre nella parte sinistra il mio zigomo e un pezzo del sopracciglio era diventato quasi viola. Sicuramente diventerà ancora più scuro in poco tempo.

Presi il kit di pronto soccorso dal bagno e mi disinfettai la ferita, mettendoci poi un cerotto, e misi poi della pomata apposita sullo zigomo, e anche un po' sui polsi.

Tornai nella mia stanza e presi un libro dalla piccola libreria che avevo nella stanza, mi sedetti poi sulla poltrona che feci avvicinare accanto alla finestra.

Immergermi nel racconto di altre persone è sempre stato il mio modo di fuggire dalla realtà.

Più tardi sentì un bussare alla porta, questa non è di certo Becca. "Avanti." dissi continuando a guardare il libro, anche se avevo smesso di leggerlo, non volevo che qualcuno vedesse com'ero ridotta.

"Salve principessa, oggi c'è una decapitazione, vuole assistere?" mi chiese cauta Bertha, facendomi sobbalzare e girare verso la sua direzione con occhi spalancati. "Oh Gesù! Ma cos'ha in faccia?" mi chiese allarmata avvicinandosi a me.

"Dove?" mi toccai la guancia. Sapevo di cosa stava parlando, ma dovevo fare finta di nulla. "Ooo in faccia qui, sono caduta dalle scale, a volte sono davvero un imbranata." risi divertita. Per fortuna sono sempre stata un'ottima attrice diciamo, riuscivo ad imbrogliare anche Becca, ma non mia madre, lei capiva subito quando mentivo, non che lo facessi spesso, ma come ad ogni persona normale a volte mi capitava di doverlo fare, come in questo momento.

"Oh, ha bisogno di qualcosa?" chiese dolcemente. Sì, vorrei tornare a casa, grazie.

"No, grazie."

"Va bene, immagino non voglia venire alla deca.."

"Non lo dire, per favore." scossi la testa piano alzando la mano lasciando la copertina rigida del libro che stavo leggendo.

"Va bene." annuì comprensiva uscendo poi dalla stanza.

Guardai la finestra perdendomi nei miei pensieri. Tra pochi minuti il mondo avrà una persona in meno, un uomo morirà mentre io sono qui a leggere un libro, un uomo perderà la sua vita e il suo futuro ed io sono qui a non fare nulla.. Avrà una famiglia? Dei figli, una moglie che lo aspetta a casa? O che magari sarà lì per sentire gli ultimi respiri del uomo che ama?

Come se questo dolore non bastasse sono stata maltrattata da un uomo che non è ancora mio marito, ma che presto lo diventerà. Riuscirò a sopportare l'abuso? Non lo so.. Ma intanto sono orgogliosa di me stessa per non aver ceduto, né alle lacrime, né ai suoi comandi.

Forse con il tempo vedendo che non cedo, smetterà di colpirmi. Spero. Non so se riuscirei a non cedere per una vita intera.. una vita intera, imprigionata qui, con il male in persona.

Oggi è stata la prima volta che sono stata colpita, il dolore è insopportabile, soprattutto sul momento, non credo che riuscirei a vivere una vita fatta di calci e schiaffi. Potrei scappare, ma non sono una fifona.

Devo riuscire a fargli capire che non è così che ci si comporta con una donna, soprattutto con la propria donna.

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ANGOLO AUTRICE

Buongiorno ragazze, ecco a voi un nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate e magari lasciatemi una stellina che tanto non costa nulla, please.❤

Eee niente al prossimo venerdì girls😘😘😘

The King And His Queen H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora