Pov Hope
Appena mi svegliai il profumo di muschio bianco invase tutti i miei sensi, ricordandomi della notte precedente, quando mi addormentai tra le braccia del re.
Aprì gli occhi sperando di trovarlo accanto a me, tuttavia dopo una piccola perlustrazione della stanza non trovai altro che Becca, davanti al letto, che mi guardava come se volesse uccidermi.
"Cosa succede?" Chiesi assonnata stropicciando i miei occhi.
"Sono entrata nella stanza, questa mattina, e il re stava lì, proprio accanto a te." Alzò la voce in modo considerevole.
"È?" Spalancò gli occhi incredula, ma io davvero non capivo per quale ragione lei fosse così arrabbiata. "Ascoltami Becca." Mi misi a sedere invitandola con la mano di sedersi anche lei accanto a me, lo fece senza esitazioni, ma incrociò le braccia al petto, come i bambini, aspettando una mia spiegazione. "Mancano solo due mesi al matrimonio, capisco il tuo fastidio quando mi vedi troppo vicina a lui, ma ti assicuro che non succederà nulla prima della notte delle nozze, tuttavia è meglio che io mi avvicini a lui, non solo mentalmente, ma anche fisicamente, capisci?" Annuì rilassando i muscoli, e sperai davvero che stesse capendo appieno quello che io intendevo. "Quando sarà il momento di fare l'amore con lui, io voglio essere pronta, non voglio essere a disagio così da passar male quell'esperienza, voglio che sia bello e spontaneo." Ho sempre immaginato come sarebbe stata la mia prima notte con il re, ed i pensieri si intensificarono quando lo conobbi, e quando scoprì quanto il re sa essere delicato quando vuole.
"Sei così matura per la tua età tesoro, proprio come tua madre lo era. Sarebbe orgogliosa di te." I miei occhi si riempirono di lacrime al ricordo di quello che lei ha fatto, e per il fatto che lei non ci sarà al mio matrimonio.
"Forse sì, forse no, nessuno può saperlo." Dissi guardando il nulla, serrando gli occhi quando quel ricordo doloroso mi attraversò lo sguardo.
"Io lo so." Becca mi prese per mano, facendomi sorridere. "Ora andiamo, devi pranzare." Spalancai gli occhi guardando la sveglia sul mio comodino, era l'1.
"Mi preparo e scendo." Gli sorrisi, e quando si alzò per uscire dalla stanza la chiamai. "Ah Becca." Si girò guardandomi confusamente. "Ti voglio tanto bene." I miei occhi si riempirono di lacrime, così come i suoi. Non so cosa farei senza di lei.
"Anche io tesoro," corse verso di me abbracciandomi. "Tantissimo bene pulcina mia." Mi strinse più forte, erano rare le volte in cui gli dicevo quanto bene le volessi, ma sono sicura che lei lo sappia già.
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Appena entrai in sala pranzo vidi il re aspettarmi guardando l'orologio. "Sei in ritardo." Disse sentendo probabilmente i miei tacchi avvicinarsi al tavolo, tuttavia non alzò lo sguardo dall'orologio.
"Mi scusi, mi sono svegliata tardi." Mi sedetti alla sua destra sorridendogli quando mi guardò. Sembrava strano. "C'è qualcosa che non va mio re?" Aggrottai la fronte sporgendomi di poco verso di lui.
"Non mi piacciono i ritardatari Hope." Disse tagliente mentre Bertha e Becca ci portarono il pranzo, ed entrambe guardarono confusamente il re.
"Mi sono scusata, più di questo non posso fare mio re." Dissi mentre le due donne si misero sulla soglia della porta, aspettando che il re le concedesse di lasciare la stanza, tuttavia lui sembrava troppo occupato a guardarmi male.
"È così quindi? Tu prima sbagli e poi chiedi scusa? Come se niente fosse?" Lo guardai per un paio di secondi con la bocca aperta, non capendo per quale ragione si stesse arrabbiando tanto.
"È normale sbagliare, così come chiedere scusa." Dissi in modo retorico guardandolo male anche io, non aveva senso quello che stava dicendo.
"Beh, dovresti imparare a non sbagliare non credi? Una regina non dovrebbe farlo." I suoi occhi divennero neri, e sembrò dimenticarsi della presenza delle cameriere.
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The King And His Queen H.S
Fanfiction[Completa] Il mondo è diviso in dieci monarchie, due di loro si stanno per intrecciare. Dopo la morte del re Styles suo figlio Harry è stato incoronato, due anni più tardi Hope, la principessa di Grootlattia, compie finalmente 18 anni. Non si sono...