Pov Hope
Appena sveglia guardai l'orologio sul comodino notando che fossero ormai le 12:30, accarezzando il mio panciotto pensai ad Harry, e al suo modo premuroso di ieri notte, mentre facevamo l'amore, ed era attento a non lasciare troppo del suo peso su nostro figlio.
O al suo modo dolce di guardarmi, quando mi sussurrava quanto bella io sia.
Mi venne in mente il nome che sussurrò nel sonno, mentre accarezzava delicatamente la mia pancia, senza rendersi conto probabilmente, Bryan ...
Mi alzai dal letto e velocemente mi feci una doccia veloce, quando mi resi conto che era tardissimo, le 13:20, come sempre sono in ritardo per il pranzo.
Scesi velocemente le scale, e quando ormai ero in sala pranzo avevo l'affanno. "Dovresti camminare più lentamente." Guardò i miei occhi per poi abbassare il suo sguardo alla mia pancia, sembrò addolcirsi quasi, e mentre mi sedetti alla sua destra sorrisi pensando all'argomento che sto per affrontare con mio marito.
Appena il mio fondoschiena toccò la sedia il viso di Harry si sporse verso il mio, lasciando un leggero bacio sulle mie labbra. "Perché?" Chiesi ingenuamente.
"Perché potresti cadere." Disse in modo severo facendo un cenno alle ragazze, in modo che mettessero il cibo davanti a noi.
"Hai voglia di qualcosa in particolare, tesoro?" Mi chiese Becca posando la mano sulla mia schiena.
"Sì, avrei voglia di un'insalata ai pomodori." Sorrisi vedendo il suo sguardo illuminarsi. Appena si parlava di voglie o calci da parte del bambino, il viso di tutti si addolciva.
"Te la preparo subito." Posò un piatto di lasagna davanti a me, per poi concedersi appena il re lo acconsentì.
"Devo parlarti." Sorrisi ad Harry appena rimanemmo soli. Aggrottò le sopracciglia con fare interessato, guardandomi con attenzione. "Stavo pensando al nome del bambino." Appena dissi quelle parole il suo sguardo scattò al piatto che aveva davanti.
"Non mi interessa." Disse freddamente, ma una punta di incertezza nella voce c'era.
"Pensavo a Bryan." Guardai attentamente la sua reazione. Il suo petto si gonfiò mentre prendeva un respiro profondo, vidi i suoi occhi serrati e la sua mascella tesa.
"Mi hai sentito." La sua sembrava più un'affermazione che una domanda. Spalancai gli occhi quando capì che non stava dormendo.
Tornai a guardare il mio piatto, pensando a come continuare il discorso, il pensiero che lui ieri notte mi accarezzava la pancia sussurrando Bryan, mi faceva pensare che non era poi così contrario a questo bambino, come voleva farmi credere.
"Sì Harry, ti ho sentito, forte e chiaro." Non ci stavo capendo più niente... "Dimmi la verità, perché fai finta di non volere questo bambino? Perché è impossibile che tu non lo voglia davvero, dopo quello che ho sentito." vidi i suoi occhi scurirsi, ma allo stesso tempo addolcirsi. "Non è la prima volta che te lo sento fare." bugia... Era davvero la prima volta in assoluto che lo avevo sentito interagire con nostro figlio, ma volevo vedere se era davvero così, o se per tutti questi mesi aveva fatto finta, facendomi credere che non avrebbe mai voluto questo bambino.
"E?" domandò guardandomi freddamente.
"Perché mi hai fatto credere di non volere questo bambino? Per tutto questo tempo mi sono chiesta dove ho sbagliato, capisci? Dove ho sbagliato io, quando in realtà tu questo bambino lo volevi!" cominciai ad alzare la voce e smisi di parlare quando si alzò di scatto dalla sedia.
"Tu non hai la minima idea del perché, ti conviene non parlare Hope." per la prima volta dopo tanto tempo mi guardò come se volesse uccidermi, ma portavo nel ventre suo figlio, futuro erede al trono e bambino ben voluto a quanto pare.
"Allora spiegami Harry, perché voglio davvero sapere la verità." presi la sua mano nella mia stringendo le sue dita tra le mie.
Lo guardai negli occhi con la maggior quantità di intensità possibile, cercando di fargli capire quanto io fossi presente in quel momento, e concentrata solo ed unicamente su di lui.
Fece un profondo respiro, e proprio quando pensai che avrebbe parlato, spostò lo sguardo dal mio, sedendosi nuovamente e cominciando a mangiare, senza più rivolgermi un briciolo di attenzione.
______
Pov Harry
Baciai il suo morbido collo, mordicchiando ed accarezzandolo con la lingua continuando a muovermi dentro e fuori da lei, toccando con le mani ogni singola parte del suo corpo, assaporando la sua pelle e le sue mani sul mio corpo.
I gemiti che continuarono a lasciare le sue labbra senza freno o un minimo di pudore mi fecero aumentare il ritmo sempre di più.
Posai le mie labbra sulle sue con disperazione e bisogno.
Quando l'avevo vista per la prima volta nel mio castello, non mi ero mai immaginato che sarei arrivato a questo.
A farla mia senza mettere neanche una piccola barriera tra le nostre anime, sempre più intrecciate ormai.
Le sue unghie si conficcarono nella mia schiena mentre presa dal incontrollato piacere urlò il mio nome a tutto fiato.
Cosa che feci anch'io una volta raggiunto il mio apice.
Crollai sul suo piccolo corpo, facendo attenzione alla sua pancia.
Passarono pochi minuti prima che la sua voce mi facesse aprire gli occhi, lentamente. "Ho letto su un libro che questo fa bene al bambino, che gli fa capire il rapporto che c'è tra i suoi genitori." sorrisi sulla pelle del suo collo, lasciandoci sopra un bacio delicato.
Decisi in quel momento di farlo, davanti alle sue dolci parole e alla sua delicata voce, nudi, ed uno sopra all'altra, com'era giusto che fosse, uniti più che mai, con un'altra piccola vita in mezzo a noi.
"Quando ero piccolo mio padre ci faceva sempre del male, a me, a mia sorella e a mia madre."chiusi gli occhi cercando di non pensarci, ma allo stesso tempo di raccontare la mia infanzia."Diceva che lo faceva per il nostro bene, per insegnarci la disciplina, ma quando nella notte sentivo le grida di terrore di mia madre..." aprì di scatto gli occhi quando davanti alle mie palpebre chiuse, affiorò il ricordo. "Quando tutti i dipendenti andavano a dormire, e rimanevano solo le guardie nel castello, andava nella stanza di mia sorella, la prendeva per i capelli e la faceva girare per tutto il castello come un cane, a quattro zampe. Lei urlava e piangeva disperata, ma lui non si fermava, fin quando non aveva percorso ogni singolo corridoio del castello. Nessuno si era mai messo in mezzo, nessuno ne aveva il coraggio, o semplicemente non gli è mai importato a nessuno." scrollai le spalle cercando di non pensare che non avevo mai aiutato mia sorella. Sentì il cuore di Hope accelerare, mentre le sue piccole braccia cercarono invano di circondare il mio corpo, ma in realtà, anche quel poco che riusciva a coprire con le sue piccole braccia, per me era confortante, dannatamente tanto. "Poi, una volta finito con lei, veniva da me. Mi nascondevo sempre nella cabina armadio, ogni volta, come se quella fosse la volta in cui non mi avrebbe trovato, o come se fosse la volta in cui avrebbe deciso di lasciarmi stare. Ma non era mai così. Prendeva la prima cosa che gli capitava sottomano e me la buttava contro, continuava così fino a quando non arrivavo nell'angolo della stanza, rannicchiato su me stesso, cercando di proteggere la testa, lì si avvicinava e cominciava a picchiarmi con i pugni, calci, schiaffi. Si fermava quando ero pieno di sangue e incosciente, il giorno dopo mi svegliavo sempre lì, con una Bertha in lacrime che toglieva le macchie di sangue dal mio corpo."
"Harry." sussurrò con voce spezzata. Misi la testa ancor di più nel suo collo, cercando in qualche modo di confortarla. Non volevo vederla piangere, soprattutto non ora, con me in stato di debolezza e con un bambino nel grembo.
"Non ho mai saputo cosa faceva a mia madre, so solo che quando ha smesso di punire me, verso i 15 anni, andavo fuori dalla loro stanza, e ogni dannata notte la sentivo urlare a sguarciagola, disperata." presi un profondo respiro sentendo gli occhi lucidi. "Smise di punirmi perché mi considerava un uomo, mi dava da bere, da fumare e mi mandava ogni notte prostitute in camera, mi disse che le donne erano solo quello, semplici giocattoli che usi e getti, che sono solo lo sfogo di un uomo ed io gli credetti, lo ascoltai perché lui era mio padre ed ero stato insegnato a prendere sul serio ogni singola parola che usciva dalla sua bocca. Più il tempo passava più io mi convincevo che quello che mia madre e mia sorella subivano era giusto. Ed è stato così, fin quando non sei arrivata tu."
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The King And His Queen H.S
أدب الهواة[Completa] Il mondo è diviso in dieci monarchie, due di loro si stanno per intrecciare. Dopo la morte del re Styles suo figlio Harry è stato incoronato, due anni più tardi Hope, la principessa di Grootlattia, compie finalmente 18 anni. Non si sono...