Capitolo 18

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Pov Hope

Respirai pesantemente mentre anche il re cercò di riprendere fiato, ancora sopra di me.

Qualche minuto dopo uscì da me facendomi sentire vuota, e dopo avermi lasciato un lungo bacio sulla fronte, si stese accanto a me.

Passarono dei minuti di silenzio, nei quali mi sentì dolorante nel basso. Mi alzai sui gomiti, e vidi in mezzo alle mie gambe del sangue, sulle lenzuola pulite.

Il re si mise a sedere, guardando anche lui il sangue. "Ti fa tanto male?" Chiese, e io lo guardai, notando già il suo sguardo sul mio viso, le pupille dilatate, i capelli ricci erano attaccati alla fronte dal sudore, e quando abbassai lo sguardo sul suo petto tatuato, notai che era pieno di sudore, facendomi quasi venire voglia di saltargli addosso di nuovo. Annui di poco tornando a guardarlo negli occhi.

Prese il telefono sul suo comodino scrivendo un messaggio a qualcuno, poi torno a guardarmi attentamente per qualche secondo mentre io mi stesi nuovamente, posando la testa sul cuscino guardando il soffitto.

Si alzò poi andando al bagno, ed io chiusi gli occhi, cercando di non pensare al dolore.

Minuti dopo sentì la porta del bagno aprirsi e subito dopo le braccia del re circondarmi.

Aprì gli occhi di scatto sentendomi sollevare dal comodo letto. Subito dopo il re avanzò verso il bagno.

Una volta entrati mi posò nella vasca, ed io chiusi gli occhi sentendo l'acqua calda alleviare i miei muscoli tesi e doloranti.

Sentì poi il re sedersi dietro di me, spingendo la mia schiena verso il suo petto nudo.

Le sue mani accarezzarono la mia pancia, dopo aver spostato i miei capelli su una mia spalla, in modo che non me li tirasse essendo prima in mezzo a noi.

E lì mentre il mio corpo era circondato dalle sue braccia e le mie gambe dalle sue, glielo chiesi. "Perché l'ha fatto?" Sentì i miei occhi inumidirsi, ma continuai a tenerli chiusi.

Lo sentì sospirare prima che mi rispondesse con il suo solito tono freddo e distaccato. "Mi stavi facendo arrabbiare." Rispose, rendendosi perfettamente conto a cosa mi riferivo.

"Anche lei, eppure io non ho fatto ammazzare Bertha." Urlai cercando di allontanarmi da lui, ma le sue mani me lo impedirono.

"Non urlare con me." Disse tagliente costringendomi a restare attaccata a lui.

"Lei l'ha uccisa." Cercai di allontanarmi ancora, non riuscendoci.

"Non pensavi a questo mentre ti lasciavi scopare da me." Disse minaccioso prendendo le mie braccia e incrociandole sul mio petto, per poi stringermi a lui.

"Le ho già detto che mi è stato insegnato a dare quando l'uomo chiede." Dissi continuando a muovere le gambe, facendo cadere l'acqua a terra.

"Se ti sentivi obbligata a fare sesso non ti saresti lasciata andare così tra le mie braccia." Catturò i miei piedi con i suoi, tenendomi stretta a lui. Mi sentì imprigionata non avendo possibilità di movimento, ma non piansi.

"Mi lasci andare." Cercai di liberare le mie mani dalla sua stretta, ma lui era troppo forte, e io troppo debole.

"No." Disse tagliente respirando pesantemente sulla mia guancia. "Smettila." Mi ammonì quando cercai di allontanarmi ancora.

"Non la sopporto." Sbuffai come una bambina, e sentì un suo sorriso divertito sulla mia guancia. "Non avrebbe d-dovuto farlo, n-non dopo quello che è s-successo a mia m-madre." Cercai di trattenermi dal piangere, ma era difficile quando i tuoi occhi bruciano come se stessi guardando il sole in pieno.

"Cos'è successo a tua madre?" Chiese ed io sentì una lacrima scivolare sulla mia guancia. Una volta non piangevo nemmeno quando ero da sola, negli ultimi giorni sembrava che non sapevo fare altro.

"Non faccia finta di niente, tutti lo sanno." Strinsi i denti per trattenere le lacrime, cercando di trattenere almeno quel piccolo pizzico di dignità rimasto.

"Non tutti a quanto pare." Disse in modo retorico continuando a stringermi a lui.

"Si è suicidata." Smisi di opporre resistenza e parlai, guardando il vuoto, immergendomi nei ricordi. "4 anni fa ero entrata in camera sua per portargli il regalo per il suo compleanno, e la trovai con una fune intorno al collo, era ancora viva quando la trovai, la guardai morire, urlando e sperando che qualcuno arrivasse in tempo, ma non successe." Sussurrai con voce flebile. Il re mi baciò la testa, come a confortarmi e a incoraggiarmi di continuare a parlare. "Cominciai a fare degli incubi sull'accaduto, ogni dannata notte rivivevo la stessa identica scena; io che entro nella cabina armadio, lei che cerca di mandarmi via, il regalo che mi cade dalle mani, io che crollo in ginocchio urlando, e poi, i suoi occhi si chiudono, per sempre." La mia testa era posata sul suo petto, mentre la sua presa era diminuita, e le lacrime rigavano le mie guance liberamente. "Ho pensato tante volte al perché, ma non lo capì mai, perché si era tolta la vita?" Non so se lo stavo chiedendo a re Harry o a me stessa. Ma in realtà, non penso che nessuno dei due aveva la risposta.

Passarono molti minuti quando senti le labbra del re posarsi sulla mia tempia. "Andrà tutto bene. Vedrai." Chiusi gli occhi, credendoci davvero alle sue parole sussurrate, non capì se era perché lo volevo, o perché ne avevo bisogno davvero, ma ci credetti.

"Lei me l'ha portata via." Scoppiai in un pianto liberatorio sentendo le braccia del re stringersi di più intorno a me, mi fece girare, e poi salire a cavalcioni su di lui, posai la testa nell'incavo del suo collo mentre le sue braccia mi circondarono, accarezzandomi la schiena.

Non so per quale ragione, ma io mi sentì al sicuro tra le sue braccia, e confortata, nonostante lui mi avesse portato via Becca.

Continuai a piangere aggrappata al suo collo per qualche minuto, quando smisi rimasi comunque in quella posizione, fin quando i miei singhiozzi cessarono.

Mi staccai poi guardandolo negli occhi, ricambiò il mio sguardo guardandomi tristemente.

"Le dispiace averlo fatto?" Sentivo il disperato bisogno che rispondesse in modo affermativo, e che poi mi stringesse ancora a lui.

"Dal esatto momento in cui lo dissi." Disse sinceramente. E per la prima volta, la sua voce non era fredda e distaccata.

The King And His Queen H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora