Capitolo 22

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Pov Hope

 "Sì cazzo, ma non così presto!" urlò ancora più forte avvicinandosi a me. "Sai cosa facciamo ora?" si avvicinò a me e si sedette lentamente sul letto. "Chiamiamo un ginecologo per toglierlo." spalancai gli occhi guardando i suoi, arrabbiati e posati sul mio grembo coperto.  

"O mio dio." rimasi senza fiato mentre mi alzavo dal letto, cercando di allontanarmi da lui. "Sei impazzito? Ne parli come se lui fosse un male! Come se fosse un brufolo da schiacciare! Lui è un bambino Harry! Ed è nostro figlio! Come puoi pensare una cosa del genere?" urlai mettendomi addosso la camicia da notte rosa.

"Pensaci Hope." aggirò il letto per avvicinarsi a me, ma io mi allontanai, un po' spaventata, un po' schifata. "Staremmo bene e possiamo fare altri figli, siamo ancora giovani e inesperti!" continuò a urlare a squarciagola. 

"Oh, certo, inesperti." risi amaramente scuotendo la testa. "Menomale che per fare l'amore non lo siamo! Hai voluto sentirti bene Harry? Ora ti prendi le tue responsabilità!" gli sputai in faccia la dura verità. 

"Scordatelo cazzo, io un figlio non lo voglio!" feci due passi indietro guardandolo spaventata, i suoi occhi erano neri, la sua voce macabra, rosso dalla rabbia stringeva i pugni talmente forte da far diventare le nocche bianche, mentre le mie mani erano posate delicatamente sulla mia pancia, come a voler tappare le orecchie al nostro bambino.

"Io sì." sussurrai. "Se ti sta bene o no, questo bambino nascerà." dissi con voce più decisa prima che potesse parlare. Scosse la testa per poi girarsi e camminare verso il bagno. Sussultai quando con un gesto veloce fece ribaltare il mio tavolo da trucco, per poi chiudersi in bagno.

Sentì una lacrima scendere lungo la mia guancia mentre mi avvicinavo al tavolo. Il legno era resistente e di ottima qualità, non aveva neanche un graffio, almeno lui... ero quasi sicura che Harry non avrebbe voluto questo bambino, eppure faceva così male sentirselo dire...

Ero intenta a rimettere i trucchi al loro posto quando sentì la porta del bagno aprirsi, il cuore cominciò a battere velocemente nella cassa toracica mentre Harry si fermò sulla soglia​ della porta, potevo sentire i suoi occhi bruciare su di me, a terra, intenta a raccogliere i trucchi che lui aveva buttato.

Sentì i suoi passi avvicinarsi a me, ed il cuore mi salì in gola mentre mi superò per raggiungere il letto.  "Sbrigati, ho sonno." disse con voce tagliente dopo qualche secondo. Le mani cominciarono a tremarmi mentre sistemavo velocemente i trucchi nei cassetti.

Non avevo paura per me, ma per mio figlio.

Spensi la luce per poi avvicinarmi tremolante al letto, lo raggiunsi lentamente e con passi incerti, dopo essermi stesa mi coprì con la coperta dando le spalle all'uomo che aveva rifiutato categoricamente suo figlio.

Lo sentì sospirare pesantemente e per la prima volta da quando dormiamo insieme, non ci abbracciamo.

______

"Tesoro vieni, il re è già seduto a tavola." Becca entrò sorridente nella nostra stanza, mentre io ero intenta a leggere un vecchio libro, preso nell'enorme biblioteca del castello.

Sospirai prima di alzarmi e raggiungerla sulla soglia della porta. Non la guardai mentre camminavamo lungo i corridoi.

Passarono accanto a noi delle cameriere, che mi guardarono con incertezza e insicurezza, mentre io camminavo a testa alta e schiena dritta, con il viso impassibile senza rivolgere loro lo sguardo.

Non che io mi sentissi più importante di loro, ma oggi proprio non avevo voglia di sorridere a ogni persona che mi passava accanto, come solitamente facevo.

The King And His Queen H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora