Capitolo 9

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Pov Hope

Corsi per i corridoi di quel enorme castello, mi mancava l'aria nei polmoni, mi sembrava di svenire quasi, ma continuai a correre.

Arrivata a destinazione aprì la porta senza bussare.

"Ma che cavolo Hope, ora anche tu entri senza bussare?" urlò. Corsi verso di lei e le saltai addosso. "Hope!" rise divertita dal mio comportamento bambinesco. 

"Re Harry ha detto che potevo organizzare io il matrimonio." urlai come una matta staccando le mie braccia dal suo collo per cominciare a saltare come una bambina.

Ero così felice, ho sempre sognato di farlo, e ora potevo. La cosa che più avevo sognato era il vestito da sposa, non volevo qualsiasi vestito, io volevo il vestito, dovevo trovarlo! Dovevo trovare il vestito più adatto a me, quello che mi farà piangere di gioia!

"Ma che cazzo me stai a dì?" Gemma e le parolacce erano una cosa sola... Ma quello che mi fece scoppiare a ridere era la sua faccia, la faccia che farebbe qualcuno se vedesse gli ufo.

"Te lo giuro!! Mi ha anche dato carta libera! Cioè capisci che voglio dire? Posso fare il matrimonio che ho sempre sognato!" urlai ancora.

C'è l'avevo in mente da quando avevo dieci anni, il momento in cui mio padre mi disse che non potevo passare del tempo con Cristian, un mio amico d'infanzia, perché ero la promessa sposa del re Harry.

Inizio flashback

"Ma papà, Criss è mio amico!" piansi.

"Non puoi passare il tempo con lui Hope. Cosa penserebbe la gente? E se re Aaron venisse a saperlo? Potrebbe addirittura saltare il matrimonio." la sua voce soave calmò il mio pianto.

"Ma io non vo.." mi interruppe.

"Mi dispiace piccolina, ma non importa ciò che vuoi tu, il contratto è stato firmato già prima della tua nascita." disse con occhi pieni di lacrime e rimpianto. "Se non l'avessi fatto, ora la Grootlandia non sarebbe più esistita. Il prezzo è caro, lo so, ma è stato l'unico modo che c'è stato consenso." sentì il pianto di mamma a qualche metro di distanza da noi.

"Se il mio destino è scritto, voglio almeno sapere tutta la storia." dissi tirando su col naso, i miei singhiozzi erano cessati, lasciando il posto a quelli di mia madre.

"Va bene.." disse chiudendo gli occhi quando una lacrima scese giù per la sua guancia. Era la prima volta che lo vidi piangere, e anche l'ultima. "Avevi appena compiuto sette mesi nella pancia di tua madre,il regno festeggiava il prossimo arrivo della principessa quando la Fascolandia ci attaccò, eravamo terrorizzati, non eravamo pronti alla guerra, siamo la monarchia più pacifica e lo sai. Re Aaron disse che ci avrebbe lasciati stare, se noi avessimo firmato un contratto, un contratto di pace, nel quale però c'era scritto il tuo destino. Non potevamo rifiutare, erano già morte più di trecento famiglie. Abbiamo dovuto accettare Hope.Perdonaci." i singhiozzi di mia madre erano sempre più forti, e per amor suo dissi:

"Non fa niente, davvero."

Fine flashback

"AAAAAAAA" cominciò anche Gemma a urlare, subito dopo prendemmo a saltare sul letto come due bambine continuando a urlare a squarciagola.

"Ma che cazzo succede qui?" il re entrò dalla porta rosso dalla rabbia. Io e Gem smettemo subito di saltare e ci buttamo a sedere sul letto, sembravamo due bambine che sono appena state beccate a mangiare un barattolo enorme di nutella.

"Non siamo state noi." dissi. Ecco la fase della negazione.

"E chi è stato allora?" chiese il re in tono freddo e tagliente incrociando le braccia al petto, tuttavia sembrava divertito dal suo sguardo.

"Il mostro sotto al letto." disse Gemma. Ed ecco la fase del; incolpiamo il mostro invisibile e inesistente.

"A certo, come no, perché non ci ho pensato prima?" chiese il re, la sua faccia arrabbiata mi fece ridere, guadagnandomi una sua occhiataccia omicida.

"Ci scusi mio re, ma ho appena dato la bellissima notizia a Gemma e stavamo festeggiando." sorrisi innocentemente, sapendo l'effetto che questo aveva su lui.

"Beh potete festeggiare senza farmi prendere un infarto?" chiese facendoci ridere ancora.

"Lo terremo a mente fratellino." Gemma fece l'occhiolino a suo fratello. "Ti dirò anch'io questa frase la prima notte di nozze." rise da sola.

Io e il re eravamo troppo occupati a ucciderla con lo sguardo. Quello del re era terrificante, il mio sembrava più uno sguardo da bambina capricciosa a detta del re, ma io ci stavo davvero mettendo tutta me stessa. Ma la dura verità era che la mia faccia non era fatta per certe cose.

"Fanculo." il re uscì dalla stanza dopo avermi guardata un'ultima volta, ma non come aveva guardato Gemma. Ormai stavo cominciando ad abituarmi a quel suo sguardo.

"Hai visto?" chiese quest'ultima con gli occhi spalancati.

"Cosa?" aggrottai le sopracciglia confusamente.

"Come ti ha guardata! Non avevo mai visto Harry guardare così qualcuno! Era come se ... non lo so. Era uno sguardo così intenso e pieno di .... non lo so..." scosse la testa in modo teatrale, sembrava così confusa che non potei far altro che scoppiare a ridere.

"Basta parlare di questo! Dobbiamo andare a comprare tante riviste!" dissi euforica per cambiare argomento.

Sapevo quello di cui stava parlando, lo avevo capito anch'io, e il modo in cui il re a volte mi guardava mi toglieva il fiato, letteralmente.

In alcuni momenti sembrava voler leggermi dentro, era come se, ogni volta che mi guardava mi toglieva un pezzo dell'anima.

Inoltre ora lo faceva sempre, ogni volta che mi lasciava, prima non mi guardava nemmeno in faccia, ora mi manda quello sguardo come se avesse paura che al suo ritorno io non sarei più lì.

"Hey?" Gem mi schioccò due dita davanti al viso. "Andiamo? Ti sei imbambolata." rise.

"Oh sì." mi alzai anch'io dal letto e dopo un'accesa discussione andammo verso la stanza del tè. Anche se io volevo uscire per andare a comprare il materiale, ma lei diceva che non gli andava, quindi.

"Ciao Bert, potresti portarci delle riviste per future spose?" Gem chiamò al telefono Bertha, la donna la quale poi scoprì che era anche la sua cameriera scelta.

A volte le mamme preferivano così che sceglierne una per ogni figlio.

Sentì Bertha urlare dall'altra parte del telefono emozionata, l'aveva capito.

"Digli di portarsi dietro anche l'altra scema." avevo instaurato un fantastico rapporto con le ragazze, con Becca c'è l'ho sempre avuto, ma ero contenta di aver trovato anche in Gemma e Bertha delle amiche.

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"Guarda questo tesoro."  Bertha mi indicò un abito davvero carino, ma era ricoperto di perline e brillantini.

"Troppo appariscente Bert." scossi fermamente la testa. "Vorrei qualcosa di più semplice." continuai a sfogliare la rivista sulle mie gambe.

"Ma stai per diventar regina!" disse Gemma con gli occhi spalancati in modo teatrale.

"Questo non significa che devo mettermi addosso tonnellate di brillanti!" risi cambiando pagina ancora, in quelle riviste gli abiti erano tutti brillantinosi, niente di quello che avevo in mente per me.

"Sì invece! Devi scintillare!" si aggiunse anche Becca alla congrega.

"Va bene, ho capito, l'abito me lo scelgo da sola." dissi provocando dei lamenti da parte di tutte.

"No daaii!" 

"Basta ragazze, mi fa già male la testa!" dissi esasperata, erano capaci di toglierti la voglia di vivere queste qua.

The King And His Queen H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora