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"E quindi ti sei laureata e ti hanno assunto qui?"

"Sì. Cioè più o meno. Ho fatto altri lavori: baby sitter, bibliotecaria (bellissimo), impiegata a termine. Ma questo è il lavoro per cui ho studiato."

"Fanno studiare le analisi di mercato? Che palle!!" Ride di gusto. Gli occhi catturano la luce del sole e la imprigionano diventando scintillanti e la bocca si riempie di gioia. Io resto ipnotizzata da quella visione, cullata da quel suono melodioso ma riesco a rispondere.

"Non è solo analisi di mercato, ci sono tante sfaccettature dietro, tipo la teoria dei giochi.."

"Ah giocavi? Continua a ridere. E con cosa ti sei laureata col lego?"

'Dovrebbe essere dichiarato illegale essere così affascinanti mentre si schernisce la persona di fronte in modo così spudorato. E quella bocca te la strapperei a morsi, deve avere un sapore strepitoso...' Ehi tu, ragazzina, smettila immediatamente con questi pensieri o oggi non ne esci viva.

"Ti diverti a prendermi in giro vero?"

"Sì parecchio, sai finalmente ho uno stimolo nuovo invece dei soliti colleghi monotoni."

"Quindi sarei uno stimolo? Interessante?" Vuoi giocare giovanotto, giochiamo.

"Sì sei stimolante, stimoli la mia ironia e il mio umorismo."

"Direi più il tuo sarcasmo e la tua satira."

"Addirittura?" Si poggia la mano sul petto, e fa la faccia di chi si stupisce come a dire 'Parli proprio con me?' E si ferma lasciando che io faccia qualche passo avanti, come un attore consumato dando risalto alla scena con la sua prossemica. Questo scatch, mi fa ridere di gusto e vorrei finrla con una pacca sul braccio ma Giorgio intercetta la mia mano e la blocca, incrociandola con la sua e continuando lo pseudo dramma "Vedi? Mi percuoti anche, e quello sarcastico, satirico, insomma senza cuore sarei io?"

Vorrei continuare in tono scherzoso ma quelle mani incrociate mi trasmettono un brivido che dalle dita si propaga giù per la schiena fino a minare il mio equilibrio sulle gambe.

"Vedi che i tacchi ti tradiscono?" Scherza Giorgio che con un lesto ed inatteso giro di polso posiziona il mio braccio sul suo ancorando la sua mano con presa ferma.

'Ecco ora non mi muoverò mai più! Respira Caterina, rallenta il battito cardiaco, ancorati a questo braccio e mantieni l'equilibrio e la dignità.'

"Oh grazie, stai cercando di riequilibrare il tuo karma porgendomi il tuo braccio?"

"No sto solo assicurandomi di non dover fare tutto il lavoro sul nuovo progetto da solo perché ti sei rotta una gamba tornando dalla pausa caffè."

"Vedi il cinico, sarcastico, satirico fetente che è in te esce? E' inutile che fai il gentleman offeso, ho ragione io." E con uno scatto repentino, inaspettato anche per me stessa, lascio quella presa sicura e adorabile e mi dirigo a grandi passi verso l'ufficio. Mi volto come una modella in passerella, lo guardo in tralice e ordino "Ragazzo, sei lento, cerca di starmi dietro se non riesci a starmi accanto."

All'ingresso dell'edificio trovo, come sempre, il rassicurante sorriso di Marisa che mi comunica "Ciao, ti sta cercando il tuo capo, ha detto di andare da lui appena tornavi."

"Scusa Giorgio, vado a sentire Bastiani e torno. Cerco di fare prima possibile."

E invece il mio capo mi comunica che devo fare la traduttrice ad una riunione in inglese col Canada. Mannaggia e io che volevo passare tutta la giornata col mio bel tenebroso, torno da lui per dargli la notiziao non sembra entusiasta di questa interruzione improvvisa, i tratti del suo bel viso si induriscono per un attimo, rilassandosi subito dopo mentre pronuncia "Se proprio devi. Stai attenta a salire le scale. Visto il tuo equilibrio precario." E sulla bocca gli si muove un sorriso beffardo. "Finisco di controllare il lavoro di oggi e poi ti mando un report per mail."

"Grazie" Ma vorrei urlargli contro che non mi interessa la riunione che farò una fatica bestia a concentrarmi perché tutta me stessa resterà lì accanto a lui su quella dannata scrivania.

"Aspetta a ringraziarmi." Ecco che ricomincia.

"Va bene allora ti ringrazierò più tardi o domani." - Mica è colpa mia se mi chiamano di là – vado che mi aspettano. Ciao e grazie PER OGGI." Faccio una linguaccia, sorrido e me ne vado.

La riunione è durata più del previsto, ormai sono andati via tutti, passo un attimo dalla mia scrivania prima di andarmene col solo scopo di vedere se per caso ci fosse una mail e quasi stramazzo sulla sedia leggendo "Non pensare che faccia tutto il lavoro da solo abbiamo un sacco di cose da sbrigare e di punti da analizzare che non tornano, come prevedevo. Quando hai finito le tue chiacchiere magari fammi uno squillo così te lo spiego a voce che per iscritto è troppo lunga e non ho voglia, soprattutto. Questo è il mio cellulare aziendale che per la reperibilità devo tenere sempre acceso."


Che nedite adesso che succederà?

Quel non so che di unicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora