18 Caterina

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Riunione col capo del capo c'è tanta agitazione in ufficio. Marcello è seduto vicino a noi calmo quasi impassibile, ma il movimento continuo delle sue dita tradisce ansia. C'è stata un'incursione nel sistema informatico, ma fortunatamente è stata bloccata dal sistema di sicurezza, adesso c'è da capire che tipo di danni abbia lasciato e se li ha lasciati. Quello che vorrei sapere io è se cercavano qualcosa in particolare oppure se volevano solo infastidire dimostrando la loro bravura. Sicuramente maschi, tipico atteggiamento testosteronico. Enrico mi guarda perplesso nel momento in cui sento il relatore di turno pronunciare "Qualcuno ha domande?"

Perché la mia mano si alza automaticamente mentre pronuncio "Scusi ma abbiamo idea del perché abbiano provato ad hackerare il sistema? Cioè cercavano qualcosa in particolare oppure era così per dare noia?"

Uno strano silenzio cala nella sala, i due oratori si scambiano un'occhiata d'intesa mentre un terzo tizio fa la sua comparsa. E questo chi è ora? Alto, distinto, capelli rasati ma scuri, direi neri, taglio degli occhi regolare, non vedo il colore da qua, bocca rosa, ma rosa proprio, lineamenti duri, espressione seria, anzi no decisamente incazzata, attacca a parlare "E' un argomento che preferiremmo non trattare."

"Perché non lo sapete e non lo volete dire?" Mi fulmina con lo sguardo, ha gli occhi di un marrone strano, potesse darmi fuoco lo farebbe. RIATTIVA IL FILTRO CERVELLO/BOCCA CAZZO! "Mi scusi mi è scappato." Cerco di rimediare, ma lui resta impassibile "Non credo le debba interessare." Sentenzia. E te che ne sai chi sono io? Mi verrebbe da rispondere, ma NON lo faccio, anche se credo che mi sia comparso il fumetto sulla testa. In quel preciso momento sento una mano sulla spalla mi volto e vedo Marcello in piedi accanto a me che con volto rassicurante mi dice "Ti spiego io più tardi."

"Grazie Capo e scusa non l'ho fatto apposta." Mi guarda e ride.

Ed è vero adesso siamo riuniti solo noi con lui che ci spiega i dettagli: quel tizio odioso, Frank Danese, è della Security interna, starà qui per un po' insieme ad un altro paio di tizi, speriamo più simpatici di lui, e indagheranno sul caso. Al momento tutte le ipotesi sono valide, come si dice. Ecco perché mister simpatia è stato vago. Finito il nostro breve briefing torno in ufficio e mi trovo due ragazzi alla scrivania, entrambi alti ed entrambi in giacca e cravatta, ma per il resto totalmente differenti. Il primo che si gira capelli castani, tanti capelli, grandi occhi tra il verde e il blu, ma quello che mi colpisce è la loro espressione, tranquilli, pacifici. Lunghe ciglia simulano l'effetto di un trucco perfetto, naso importante che sovrasta una bocca carnosa. Barba finto trascurata che incornicia perfettamente l'ovale. L'altro, invece, biondo, anche lui con tanti capelli ed un ciuffo ben sistemato, occhi castani scuri, molto vispi, sorriso birichino ma molto gentile. Entrambi esordiscono con un "Buongiorno" corale.

"Piacere Caterina Capello." Tendo la mano vediamo che presa hanno.

"Filippo Piani." Quello moro, bella stretta, decisa ma non a tenaglia.

"Leonardo Corsini." Quello biondo, anche per lui una bella stretta decisa ma educata. E continua "Oggi staremo qui con voi, possiamo accomodarci?"

Enrico fa gli onori di casa mentre mi sale l'ansia perché non sento Giorgio da stamattina con quella mail azzardata alla quale è bene non pensi adesso e con Scilla e Cariddi appollaiati qui non posso neanche controllare se mi ha riscritto. Per fortuna ho il cellulare, mi sento rassicurata, e per fortuna a sedersi accanto a me è Filippo, Leonardo mi inquieta.

La mattinata passa veloce, la testa mi esplode abbiamo controllato tutti i nostri applicativi e tutti i documenti, compreso il progetto in condivisione con Giorgio, tutto passato al vaglio e non abbiamo trovato niente che stonasse. Marcello insiste affinché si vada a pranzo tutti insieme, io voglio Giorgio, ho bisogno fisicamente di lui. Con una scusa guadagno dieci minuti e mi fiondo nel suo ufficio, lui è lì alla scrivania perso nei controlli e nelle revisioni.

"Ciao, disturbo?" Ho timore e non so perché, ma appena vedo il suo viso mi passa tutto.

"Ciao piccola – mi sorride – mattinata impegnata."

"Sì ho due tizi della Security in ufficio, adesso ci pranziamo anche, spero nel pomeriggio di finire."

"Anche qui gran casino, ci sentiamo dopo ti mando un messaggio, non i fido della mail aziendale."

"Nella quale parli delle mie poppe." Sottolineo.

Sorride compiaciuto mentre mi allontano col cuore più leggero e torno dai miei colleghi affamati.

Filippo è decisamente piacevole, simpatico, ironico, molto educato e scopro ben presto di avere molti interessi comuni. E' rimasto colpito dalla maglietta di Oscar, in effetti è l'unico che ne ha notato l'ironia.

"Miss Dronio mi faceva morire, anche se Yattaman non era il mio cartone preferito."

"Ah no? E quale sarebbe il tuo preferito?" Domando curiosa.

"Oscillo tra i cavalieri dello zodiaco e Lady Oscar." E gli occhi gli brillano mentre ne parliamo.

"Perfetto il disegnatore di questa maglietta, nonché mio amico da sempre, si chiama Oscar ed ha una passione per i cavalieri dello zodiaco. Te lo devo fare conoscere."

"Volentieri."

E grazie ai manga giapponesi, ai cartoni d'annata e alle meravigliose sigle questa lunga giornata finisce, non vedo l'ora di vedere il mio adorabile burbero ragazzo e possibilmente passare con lui la serata. Ma un messaggio sul cellulare tronca ogni mio desiderio "Mi dispiace piccola ma stasera finirò tardi. Ti chiamo dopo."

"Dispiace a me, sarai distrutto, hai dormito quasi nulla. Finisci presto e vai a riposarti. Ci sentiamo dopo un bacio." Sospiro malinconicamente, ma dura un secondo perché ho una telefonata da fare.

"Pronto Oscar? Sì un mezzo casino, ma per fortuna sembra a posto. Ho conosciuto una specie di collega che ti devo presentare perché vuole una maglietta."

"E' carino?"

"Decisamente il tuo tipo."

"Ci vediamo a casa tua, arrivo per cena." Menomale, non avevo voglia di finire la serata da sola.

"Passo a prendere la pappa per Gedeone ed il gelato."

"Brava!"

Il negozio per animali è di strada mi fermo giusto il tempo di prendere il cibo per il mio gatto e guadagno la via per la cassa. Ed è lì che incrocio due occhi scuri che mi guardano interessati mentre una bocca col sorriso beffardo mi chiede "Hai un gatto?"

Merda Leonardo!

Quel non so che di unicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora